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Beuys con Lucrezia De Domizio Durini nel suo studio di Düsseldorf nel 1982

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Beuys con Lucrezia De Domizio Durini nel suo studio di Düsseldorf nel 1982

Achtung Beuys! | A Napoli l’ultimo atto

Il centenario di Joseph Beuys riporta al centro l'uomo che ha tramutato l'arte in un'azione sociale capace di preservare l'ambiente e rivoluzionare la vita di tutti | 8

Olga Scotto di Vettimo

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Serigrafie, cataloghi, documenti, video, fotografie costituiscono il lascito di Lucrezia De Domizio Durini a Casa Morra - Archivio d’arte contemporanea a Napoli, che Giuseppe Morra ha inaugurato nel 2016 a  Palazzo Cassano Ayerbo d’Aragona. Un’installazione di documenti, curata da Giorgio D’Orazio e dedicata a Beuys, ma anche al gallerista Lucio Amelio e a Buby Durini, costituisce una potente testimonianza dell’opera di Beuys dagli anni Settanta.

L’allestimento si riferisce, soprattutto, all’azione «Difesa della natura», compiuta nel 1984 a Bolognano, piccolo borgo del pescarese, trasformato dai Durini in un centro di riferimento internazionale per l’opera di Beuys e di altri artisti. Complementare al lavoro di piantagione, che durerà oltre quattro anni su quindici ettari di terreno a Bolognano, è l’approfondimento sulla relazione tra creatività e vita sociale di ciascun essere umano che Beuys compie tracciando schemi sulle lavagne nella cantina di Buby Durini

Nei successivi 15 anni il progetto si svilupperà in Italia e all’estero, attraverso azioni, discussioni, edizioni, video e fotografie realizzate dallo stesso Durini. La donazione ha rafforzato il profondo rapporto tra l’artista e Napoli. E non solo per il rapporto con la galleria di Lucio Amelio: «La rivoluzione siamo noi», manifesto dell’opera come azione partecipata, riprende una fotografia scattata all’esterno di Villa Orlando ad Anacapri, dove Pasquale e Lucia Trisorio ospitavano artisti, critici e studiosi.

Significativi anche alcuni documenti video, conservati a Casa Morra e appartenenti agli Archivi di Mario Franco, che contengono «Diagramma Terremoto», realizzato nel 1997 mettendo su pellicola l’opera omonima dell’artista tedesco. A proposito di questo insieme, che sembra quasi escludere l’opera a favore del documento, Giuseppe Morra ribadisce che «Beuys era pensiero, e va ricercato soprattutto nei tanti documenti che organicamente illustrano la potenza rivoluzionaria di quel pensiero sociale. L’opera è una determinante componente della magia visiva, ma il documento consente al pensiero di resistere maggiormente con la sua forza nel tempo».

Ma la trama che lega Napoli e Beuys è ancora più fitta e intensa, come emergerà con evidenza in occasione delle attività espositive e convegnistiche (maggio-novembre 2021), finalizzate a omaggiare l’artista tedesco nel centenario della sua nascita e nel cinquantenario della prima mostra in Italia, curata da Lucio Amelio proprio a Napoli nel 1971, e che coinvolgeranno la Fondazione Morra con gli archivi Mario Franco, oltre a numerose istituzioni campane, tra cui il museo Madre.

ACHTUNG BEUYS!
Non dimentichiamo l'uomo col cappello
1. Le pietre volanti
2. Un padre negato
3. Il profeta alla lavagna
4. L'uomo che volle essere Goebbels
5. Eppure era uno scultore
6. Meglio l'olio del silicone
7. Un mercato colto e democratico
8. A Napoli l'ultimo atto
9. In Germania piovono mostre
10. Politici, imparate da lui

I «PRIMATTORI» di Franco Fanelli

Beuys con Lucrezia De Domizio Durini nel suo studio di Düsseldorf nel 1982

Olga Scotto di Vettimo, 26 marzo 2021 | © Riproduzione riservata

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