Sechseläutenplatz, Weihnachtsdorf © Alex Buschor, Zürich Tourismus

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Sechseläutenplatz, Weihnachtsdorf © Alex Buschor, Zürich Tourismus

A Zurigo il Natale è culturale

Mostre, percorsi e appuntamenti nella città circondata dalle Alpi nel cuore della Svizzera

Le architetture gotiche e medievali sotto il cielo carico di una luce bianca, l’atmosfera ovattata, le acque gelide del fiume Limmat e del lago, che fino agli anni Sessanta capitava spesso di vedere ghiacciato, la neve nelle tante aree verdi della città, le piste di pattinaggio. Zurigo d’inverno è come lo scorcio di un paesaggio ritratto dai pittori fiamminghi del XV secolo. L’aria e le tradizioni del nord Europa si mescolano alle tante influenze culturali che convergono nel cuore della Svizzera da varie parti del mondo. Il lightdesign contemporaneo, per esempio, è alla base di una mastodontica installazione luminosa, «Lucy», composta da 12mila cristalli e circa il doppio di luci al led, che trasformano in un’opera ambientale l’intera città, dalle piazze più famose ai vicoli più nascosti.
Bancarelle, mercatini di Natale, canti natalizi, corse in slittino, dolci e bevande calde tipiche e a chilometri zero, e il gettonatissimo Märlitram, trenino rosso fiammante che gira per la città guidato da Babbo Natale animato da racconti di fiabe e antiche storie tradizionali, popolano Zurigo permeandola di uno spirito fiabesco.

Queste atmosfere sono la preziosa cornice di una programmazione di mostre e appuntamenti che creano, insieme alle offerte out door delle Alpi svizzere, un connubio molto speciale. Tante le esposizioni multidisciplinari che permettono di viaggiare nel tempo e nello spazio, una di queste è nel Landesmuseum, il Museo nazionale svizzero che da oltre 120 anni racconta la storia elvetica dal Neolitico ai giorni nostri. In una piccola sezione di questo imponente museo, costruito negli anni Novanta dell’Ottocento dall’architetto zurighese Gustav Gull, è allestita la mostra «Con un tappeto volante attraverso la storia», un percorso interattivo con opere d’arte, oggetti manipolabili, video e strumenti multimediali che trasportano il visitatore all’interno di un palazzo arabo, sul ponte di un grande veliero e in un vecchio scompartimento ferroviario, alla scoperta di epoche e mondi lontani. E non manca la tradizionale mostra sui «Presepi», dedicata quest’anno ai re Magi (fino al 7 gennaio). Fino al 30 dicembre, inoltre, nel cortile del museo un videomapping di 25 minuti avvolge i visitatori con schiere di creature fantastiche e misteriose.

Una finestra sull’altrove la apre anche il Museum Reitberg, dedicato all’arte asiatica, africana, delle Americhe e dell’Oceania. Fino al 24 gennaio un’esposizione celebra i «Capolavori della pittura indiana dalla donazione Metzger», composta da 250 opere dal XV al XIX secolo. Il percorso ne presenta una sessantina: miniature dipinte con pennellini in pelo di scoiattolo su carta fatta a mano, realizzate per le corti reali indù del Rajasthan, della regione Pahari e di altre aree dell’India, spesso basate su poesie classiche o musica di corte; i pigmenti erano ricavati da minerali, materiale organico o prodotti chimicamente con gomma arabica come legante, poi lucidati su carta con una pallina di agata.

Ad analizzare e ripiegare su se stesso il tempo presente è invece il visionario artista messicano Damián Ortega, vincitore del Premio d’Arte Zurigo 2023, promosso dal Museum Haus Konstruktiv e dalla Zurigo Compagnia di Assicurazioni SA, che consta in 100mila franchi (80mila da destinare alla produzione di una mostra personale nel museo). La mostra, visibile fino al 14 gennaio, si apre con «Essay on Exchange», due nuove installazioni composte da piccole sculture modellate in argilla, l’allestimento in vetrine e la manipolazione plastica innescano una serie di meccanismi legati alla creazione del valore artistico e museale. «Acrylic Ocean», altro lavoro inedito, è invece composto da due schermi tessili su cui sono proiettate immagini di sacchetti di plastica, bottiglie, pneumatici di gomma e altri scarti che si muovono nell’acqua come meduse, razze o serpenti marini, sulle note di una musica dolce che confonde la percezione di ciò che è naturale e di ciò che non lo è.

Si impegna invece a fare chiarezza su una zona grigia della sua collezione, il più grande museo d’arte della Svizzera nonché uno dei più importanti d’Europa, la Kunsthaus, due edifici, il Moser e l’ampliamento di David Chipperfield, la più grande collezione di Munch al di fuori della Norvegia, gli antichi maestri, l’arte elvetica di Giacometti e Fischli/Weiss, alcune tra le più note opere impressioniste e delle correnti contemporanee. Fino al novembre 2024 il museo affronta il dibattito sull’origine della Collezione di Emil Georg Bührle, mercante d’armi nella Germania nazista che nel corso della sua vita ha messo insieme 633 opere di Claude Monet, Paul Cézanne, Edgar Degas, Paul Gauguin e Vincent Van Gogh, solo per citarne alcuni, in parte associate a trafugamenti nazisti. Al centro della mostra ci sono diverse prospettive, anche contraddittorie, sul contesto storico in cui il produttore e mecenate di armi ha composto la sua collezione. Il primo passo di un lungo processo attraverso il quale il museo si impegna a parlare di questi temi e a interrogarsi sulla provenienza di alcune sue opere appartenute a collezionisti ebrei, vittime della persecuzione nazista. Tra le varie mostre in corso alla Kunsthaus anche «Tempo. Da Dürer a Bonvicini» (fino al 14 gennaio), con  dipinti, video e film, installazioni, performance e orologeria che indagano l’evoluzione del concetto di tempo negli ultimi 500 anni, il suo studio e la sua rappresentazione.

Alla relazione tra arte e artigianato svizzero guarda infine la mostra di Margrit Linck (1897-1983) nel Museum für Gestaltung Zürich fino al 14 aprile. Pioniera nel design ceramico, prima donna svizzera ad avere aperto un laboratorio dedicato, ha coniugato arte e produzione commerciale dando all’artigianato un nuovo impulso. Negli anni Trenta ha fondato la Linck Keramik, attiva a Berna ancora oggi. La mostra ne ripercorre l’intera vicenda con opere, disegni e fotografie.

Tra le tante mostre segnaliamo anche la pioniera della moda svizzera Ursula Rodel al Landesmuseum fino al 31 marzo; la pluripremiata designer svizzera Claudia Caviezel al Museum für Gestaltung fino al 7 gennaio; la rappresentazione del corpo su poster e manifesti dal 1900 a oggi nel Museum für Gestaltung fino al 25 febbraio; la più importante esponente svizzera dell’arte contemporanea costruttivista-concreta, Marguerite Hersberger, nel Museum Haus Konstruktiv fino al 14 gennaio; le raffigurazioni del giovane Krishna nei dipinti indiani tra il XVII e il XVIII secolo al Museum Rietberg fino al 24 marzo ed Ernst Scheidegger fotografo, artista e gallerista strettamente legato alla Kunsthaus Zürich e alla Fondazione Alberto Giacometti, in mostra alla Kunsthaus fino al 21 gennaio.


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Jenny Dogliani, 20 dicembre 2023 | © Riproduzione riservata

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