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Un fotogramma di «Left-Handed Girl» di Tsuo Shih-Ching

Courtesy Busan international film festival

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Un fotogramma di «Left-Handed Girl» di Tsuo Shih-Ching

Courtesy Busan international film festival

K-notes dalla Corea: fotogrammi del 30mo festival internazionale del cinema di Busan. Settima giornata

Anticipazioni e curiosità dal e intorno al Biff | L’adrenalina del mercato ittico di Jagalchi, amatissimo dai cineasti; grandiosità americana vs intimismo asiatico; nella storia della bambina che non può usare la mano sinistra c’è (anche) la mano di Sean Baker, Palma d’oro a Cannes per «Anora»

Fra i piaceri della vita c'è sicuramente la possibilità di unire i propri interessi artistici e cinematografici con le esperienze di viaggio. Anche con quelle più salmastre. A noi è capitato al Busan Jagalchi Market, che non è soltanto il più grande mercato ittico della Corea, ma anche, per la sua atmosfera unica, un set cinematografico molto amato, specialmente per le scene dinamiche ad alto impatto. Entrando si coglie tutta l’adrenalina che caratterizza le contrattazioni fra pescatori e compratori per aggiudicarsi al miglior prezzo il miglior pescato del giorno. 

Due film almeno hanno saputo restituire l’energia che si prova fra i suoi banchi. In «Black Panther» (2018) di Ryan Coogler si vede il mercato di Jagalchi al centro di una delle sequenze più memorabili del campione d'incassi Marvel: la scena dell'inseguimento in auto fra le bancarelle affollate, l’energia vibrante di questi spazi all’ora di punta e i vicoli stretti hanno fornito lo sfondo ideale per l’inizio della martellante caccia che poi si è spostata sul ponte Gwangandaegyo (Gwangalli), di cui vi abbiamo raccontato. Ma c’è un altra produzione che ha utilizzato Jagalchi. «Ode to My Father» (Gukje-shijang, 2014) è un’epica fra le più viste e apprezzate nella storia del cinema coreano, che si traduce in un inno a Busan e alla sua indomita vitalità. Il mercato appare nelle scene chiave, che raccontano difficoltà e  sacrifici del protagonista nel corso della storia coreana contemporanea. Con la sua autenticità, Jagalchi offre ai registi un ambiente elettrizzante, caotico e profondamente radicato nell’identità cittadina. 

A questo proposito, abbiamo notato una differenza nello stile di regia di autori occidentali e orientali. Come giustamente è stato osservato, alcune delle scene più memorabili del cinema a stelle e strisce (una fra tutte, l’angolatura di ripresa del Manhattan Bridge, nel distretto di Dumbo, a New York) sono nate anche per casi fortuiti: ad esempio, il fatto di trovarsi nel luogo giusto al momento giusto. Ma mentre il cinema americano predilige l’inquadratura dei monumenti e dei grandi panorami per esaltarne il senso di grandezza, gli autori asiatici prediligono spesso l’intimità dei luoghi, a cui attribuiscono una maggiore capacità di evocazione, oltre che di narrazione, riprendendo gli scorci quotidiani dei villaggi in cui sono cresciuti.

In concorso al 30mo Biff, «Left-Handed Girl» di Tsuo Shih-Ching, ambientato a Taipei in un grande mercato notturno che vende un po’ di tutto, interpreta bene l’assunto precedente. Il piccolo appartamento in cui si trasferiscono Shu-Fen e le sue due figlie I-Ann e I-Jing rappresenta meglio di qualsiasi altra ambientazione le tribolazioni economiche ma anche l’amore e l’affiatamento che regna fra le tre donne. Ognuna di loro ha la sua attività per contribuire a pagare l’affitto, perfino la piccola I-Jing (formidabile Nina Ye), la quale prende alla lettera l’avvertimento ricevuto dal nonno, che un giorno le dice di non usare la mano sinistra... Telecamera a mano, luci e colori pop, montaggio veloce sono le tecniche con cui Tsuo Shih-Ching dipinge con realismo e umorismo le difficoltà, le tensioni, ma anche le psicologie di mamma e figlie, senza mai cedere al dramma fine a sé stesso, ma lasciando sempre intravedere una soluzione. Sean Baker, regista di «Anora», Palma d'Oro e Oscar al miglior film 2025, ha cosceneggiato, montato e prodotto questo lungometraggio di Tsuo Shih-Ching, con cui collabora da anni.

Curiosità. Nel film si vedono ragazze impegnate in un chiosco di noci di betel (dette anche binlang, in mandarino), bancarelle di vetro, spesso illuminate in modo vistoso ai lati di strade e autostrade a Taiwan. La noce di betel è un frutto contenente alcaloidi che viene masticato e assunto insieme a sigarette e bevande, molto popolare fra pendolari. Ma l’oggettivazione del corpo femminile, usato per attrarre gli uomini a fermarsi e comprare, è un argomento moralmente controverso e tuttora dibattuto in patria. 

Lara Maria Ferrari, 25 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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