Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Lara Maria Ferrari
Leggi i suoi articoliARTICOLI CORRELATI
Il 30mo Biff sta entrando nella sua fase cruciale, ovvero la vicinanza alla zona premi, ma prima di parlare degli ultimi film che abbiamo visto facciamo un salto (metaforico) a un altro grande evento, nelle vicinanze. Vero è che non siamo ancora a ottobre, ma sulla costa meridionale della Corea è già tempo di Festival Shiwol (FSW, dove Shiwol sta per ottobre, appunto), un evento globale che trasforma Busan in un centro di innovazione creativa, fondendo arte, musica, cinema, tecnologia, affari e gastronomia. Tra mostre, spettacoli, discussioni ed esperienze culinarie, oltre 450mila partecipanti calcheranno il pirotecnico palcoscenico di Busan per pensare a nuovi modi di realizzare e intrecciare cultura, business e tecnologia. Da festival del pesce di Jagalchi (il più grande mercato coreano di cibo di mare) agli show al laser, l’ottobre di Busan è una celebrazione continua della sua identità marittima e culturale, una stagione in cui si sprigiona l’anima festosa della città.
Ma torniamo al cinema. La cifra dell’allegria è contagiosa, da queste parti, anche in una materia delicata come gli affari di cuore. Prendendo a prestito il celeberrimo incipit di Anna Karenina, «Tutte le famiglie felici si assomigliano; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo», si potrebbe provare a sgretolare quella granitica sentenza dicendo che anche l’infelicità può sembrare simile, ma a ben guardare non esistono due casi uguali. La felicità è quando tutti i pezzi del puzzle si incastrano perfettamente, mentre l’infelicità è provocata dall’assenza di un pezzo, che non si riesce a trovare. Basato sul romanzo di Baek Young-ok, pubblicato nel 2012, lo struggente «Seven O’Clock Breakfast Club for the Brokenhearted» di Lim Sun-ae è una storia che si dipana nella ricerca di quei pezzi mancanti.
Come suggerisce il titolo, c’è un appuntamento, fissato all’ora di colazione, a Seul, dove i cuori infranti possono ritrovarsi per guardare film, mangiare prelibatezze e scambiarsi ricordi delle loro relazioni passate. Del «club delle 7 del mattino» fa parte anche l’assistente di volo Sa-gang (Suzy Bae), che ha appena rotto con il suo partner, e un docente (Lee Jin-uk). Ed è qui che si apre davvero la narrazione. Con la delicatezza che contraddistingue la sua regia, Lim Sun-ae ci immerge nelle vite di chi non riesce a voltare pagina dopo il naufragio di una storia. Il film non offre risposte e men che meno finali, in un senso o nell’altro, semmai preferisce osservare l’universo emotivo dei suoi personaggi, nel quale risiede davvero la forza di questa storia universale. Vedendolo, grazie al carisma degli interpreti, il pubblico è portato a chiedersi: come fare, quando le ferite del passato continuano a condizionare il presente?
Dulcis in fundo, un’opera che trasuda cinema sin dalle prime, fantastiche immagini. È «Kok Kok Kokoook», di Maharshi Tuhin Kashyap, film indiano prodotto dal Satyajit Ray Film and Television Institute (Srfti) di Calcutta, un dramma horror di realismo magico che esplora le vite dei migranti che lottano per la propria identità sullo sfondo di una città ostile, ma capace di regalare incontri straordinari. Gli spettatori seguono una laconica linea di trama, la ricerca del responsabile di un incidente stradale, in cui sarebbe coinvolta una motocicletta rossa: questo è dato sapere. Presto però questa informazione perderà di interesse, in favore di una messa in scena, quella sì, davvero magistrale. Noto per il suo uso distintivo del realismo magico e dell’immaginazione poetica, Kashyap propone una storia molto personale ma universale, ambientata nella sua città, Guwahati, nell’Assam. Ecco, questo è uno dei titoli per cui vale la pena partecipare a un festival del cinema.

Una scena di «Seven O’Clock Breakfast Club for the Brokenhearted» di Lim Sun-ae

Il photocall di «Seven O’Clock Breakfast Club for the Brokenhearted»

Il manifesto del Festival Shiwol 2025
Altri articoli dell'autore
Anticipazioni e curiosità dal e intorno al Biff | Tra viaggio interiore e road movie, vince il crepuscolo (cinese) di Luomu; violenza domestica, violenza giovanile e altre derive delle emergenze sociali coreane; il fiuto nel trovare il buon cinema che verrà
Anticipazioni e curiosità dal e intorno al Biff | L’adrenalina del mercato ittico di Jagalchi, amatissimo dai cineasti; grandiosità americana vs intimismo asiatico; nella storia della bambina che non può usare la mano sinistra c’è (anche) la mano di Sean Baker, Palma d’oro a Cannes per «Anora»
Anticipazioni e curiosità dal e intorno al Biff | Mai senza protezione solare; l’anima di Gwangalli e un ponte di diamante; due cuori in inverno a Seul; gioia e solitudine della creazione artistica
Anticipazioni e curiosità dal e intorno al Biff | Il Piccolo Principe è atterrato tra le casette di Gamcheon; perché non possiamo non andare al cinema; c’è uno scimpanzé tra creatore e pubblico; il regista che non ha mai smesso di alzare il pugno è «l’ultimo grande maestro italiano»