Satrapie orientali di potentati accademici rivali

L’ambientino non tanto aperto e amichevole delle missioni archeologiche italiane nel Vicino e Medio Oriente

Giovanni Curatola |

Attualmente ci sono questioni più urgenti da prendere in considerazione sulle relazioni fra il nostro mondo (parliamo pure di Occidente, anche se la cosa lascia un po’ perplessi perché, per fortuna, le specificità e differenze non mancano) e quello vicino e medio orientale, che non le problematiche archeologiche. Eppure... Anche un mondo così piccino e ristretto può forse essere utile nel suo microcosmico interesse a capire il macrocosmo. Prendiamo un Paese a caso: l’Italia. Un po’ di storia, minima.

Col Vicino e Medio Oriente abbiamo lavorato molto, talvolta anche bene. Ma di base e di fatto con la sempiterna logica dell’ognuno per sé e Dio (il Ministero degli Affari Esteri, con la famigerata Cooperazione) per tutti. Cito un po’ a memoria e un po’ a caso; se mi sbaglio di troppo qualcuno solerte mi correggerà: i primi della classe, sempre puri, saccenti e precisini non mancano mai! Per
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