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Viene presentata il 23 settembre nel Museo di Santa Giulia, dopo il restauro, la «gigantografia» (oltre tre metri per due e mezzo) raffigurante la facciata della chiesa bresciana di Santa Maria dei Miracoli, con cui il fotografo Giacomo Rossetti (1807-1882) vinse nel 1873 la Medaglia al merito all’Esposizione Universale di Vienna.
Vincitore ora del bando Strategia Fotografia 2020 del MiC, che ha erogato a Fondazione Brescia Musei 26mila euro per questo progetto, il restauro è stato condotto da Open Care, Milano: «Un caso estremamente interessante, commenta Isabella Villafranca Soissons, direttore Dipartimento Conservazione e Restauro di Open Care, sul piano tecnico come su quello artistico. Nel 1873 Rossetti realizza un’operazione profetica, perché intuisce con un secolo di anticipo che la fotografia può essere un mezzo artistico e non di semplice documentazione. Per darle dignità di opera d’arte, fa un collage con decine di albumine ritagliate e montate, le incolla su una tela preparata a gesso e le dota di un telaio. Sovrappone poi dei rinforzi pittorici a inchiostro (o gouache: non è chiaro) e le vernicia. Tutto ciò ha reso fragilissimo questo gigantesco collage, poiché le albumine sono molto sottili e la tela gessata ha un coefficiente di dilatazione diverso da quello della carta».
Dunque, distacchi, sollevamenti, lacerazioni, aggravati anche dai precedenti interventi (gli ultimi nel 1996 e 2002), che hanno reso necessaria una diagnostica molto sofisticata, con indagini di diversa natura, per poter intervenire efficacemente sull’opera d’arte.

La facciata di Santa Maria dei Miracoli a Brescia nella gigantografia di Rossetti (particolare)
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