Un tratto del lungomare di Siracusa

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Un tratto del lungomare di Siracusa

Il cambio climatico e i siti Unesco nel Mediterraneo: Siracusa e Pantalica

Che cosa ne sanno e che cosa decidono di fare i rispettivi governanti?

Giusi Diana

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Le città antiche del Mediterraneo erano costruite sull'acqua. Ma oggi l'acqua sale e diventeranno città sommerse. Una ricerca pubblicata dalla più autorevole rivista scientifica del mondo «Nature», dà per certi i danni gravissimi provocati dai cambiamenti climatici ai 49 siti del Patrimonio Unesco lungo le sponde del Mediterraneo. 37 di loro saranno inondati entro il 2100.

Siracusa e le Necropoli di Pantalica: 1,52 metri sotto
Il sito comprende il nucleo dell’antica Siracusa, fondata dai greci nell’VIII secolo a.C., con il tempio di Atena, il teatro greco, l’anfiteatro romano e, a 40 km, le necropoli rupestri di Pantalica con 5mila tombe risalenti a un periodo tra il XIII sec. e il VII sec. a.C. Nel 2000 era considerato a rischio «storm surges» 0,23 metri, in crescita a 1,75 entro il 2100. L’erosione costiera è già a livelli preoccupanti (7.10-9.0).

Aurelio Angelini, direttore della Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia e docente di Ecologia e di Sociologia dell’Ambiente e del Territorio dell’Università degli Studi di Palermo, dichiara: «Certo che conosco lo studio di “Nature” e lo considero uno scenario prudenziale, le previsioni sono molto più drammatiche e includerei anche Palermo tra i siti a rischio. In Italia c’è un disinteresse generale... Siamo un Paese schizofrenico, con due anime: quella protezionista e quella sviluppista. Al momento c’è solo un paragrafetto sui beni culturali nel rapporto del Ministero dell’Ambiente dello scorso anno: il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, ma è una valutazione di ordine generale. In Sicilia non è previsto alcun tipo di iniziativa rispetto a questi rischi, a livello regionale e comunale non conoscono neanche il rapporto del Ministero».

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Giusi Diana, 10 dicembre 2018 | © Riproduzione riservata

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