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Il vetting a Maastricht è molto rigoroso

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Il vetting a Maastricht è molto rigoroso

I 23 italiani al Tefaf

Le loro proposte alla fiera di Maastricht

Vittorio Bertello

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Agli espositori italiani di Tefaf abbiamo rivolto quest’anno due domande (le n. 4 e 5). Ne abbiamo rivolte quattro ai galleristi che vi partecipano per la prima volta (le n. 1, 2, 3, 5 a Cortesi Gallery, Massimo De Carlo, M&L Fine Art, Mazzoleni e Padovani).

1. Quando è nata la vostra galleria?
2. Avete incontrato difficoltà da parte del comitato selezionatore?
3. Qual è la ragione principale per cui avete deciso di partecipare a Tefaf?
Quali sono secondo voi i suoi principali punti di forza?
4. Qual è stata l’esperienza più interessante delle vostre precedenti partecipazioni?
5. Qual è il pezzo più importante che portate quest’anno?

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«Al Metropolitan abbiamo venduto un ritratto del duca di Urbino»
Andrea Ciaroni (Altomani)
4. Una trattativa che ricordiamo con particolare piacere è quella portata a termine l’anno scorso con il Metropolitan Museum di New York per un «Ritratto del duca di Urbino in armatura» di Sofonisba Anguissola, acquisto per loro particolarmente importante perché il museo newyorkese conserva una parte di quell’armatura. Quattro anni fa, invece, il Museo di San Marco di Firenze ha acquistato da noi un’opera di Fra’ Bartolomeo.

5. Un’opera molto particolare che portiamo quest’anno alla mostra olandese è un elmo da parata greco del IV secolo a.C., con una provenienza accuratamente documentata a partire dall’inizio del XX secolo, caratterizzato da un’eccezionale condizione e da una patina verde perfettamente conservata, tutte particolarità molto apprezzate dal mercato internazionale. 


«Arrivato in jet, ha comprato un Corrodi di cui aveva il pendant»
Francesca Antonacci (Antonacci Lapiccirella)
4. Lo scorso anno a Tefaf 2017 abbiamo esposto uno straordinario dipinto di Hermann Corrodi, «Tramonto sul Nilo», inedito e proveniente da un’importante collezione privata. Un cliente internazionale ci ha contattato dopo aver visto la foto ed è arrivato con il suo aereo personale appositamente per vederlo: dopo pochi minuti ne era diventato il proprietario e nella stessa occasione acquistò altri due dipinti. Il collezionista ci invitò a vedere la sua collezione di dipinti e sculture: possedeva il pendant del nostro dipinto, lo stesso scorcio ma visto da un diverso punto di vista.

5. Quest’anno dedichiamo una parte dello stand a Giulio Aristide Sartorio (1860-1932) con tre pannelli eseguiti dall’artista romano per ornare la sala del Lazio nell’Esposizione Internazionale del Sempione nel 1906. Si tratta di parte di un lungo fregio di oltre 40 metri. È un’opera in cui Sartorio anticipa la ricercata eleganza del disegno e il movimento delle masse, individuabili nella sua maggiore opera monumentale, la decorazione dell’aula parlamentare a Montecitorio. 


«Abbiamo trattato il cervo del camino del re di Francia Francesco I»
Bacarelli & Botticelli
4. L’anno scorso ha destato grande interesse nel nostro stand un oggetto molto curioso e particolare, unico nel suo genere, un grande cervo accovacciato in pietra arenaria policromata (opera di arredo per cappa di camino monumentale), lungo circa 2 metri, appartenuto a re Francesco I di Francia e databile al primo quarto del XVI secolo.

5. Presentiamo quest’anno il «Salvator Mundi», un capolavoro di Alfonso Lombardi, con uno studio critico pubblicato all’interno di un volume dedicato all’artista (Alfonso Lombardi e il Salvator Mundi) a cura di David Lucidi e con l’introduzione del professor Antonio Natali.


«Avremo tra l’altro Leonardo da Pistoia e Calandra»
Filippo Benappi
4. Per ciò che riguarda le nostre vendite, non divulghiamo informazioni su cessioni o trattative specifiche con clienti o istituzioni. È comprensibile la natura della riservatezza che usiamo con i nostri clienti. Siamo pronti a esporre a Tefaf, è sempre un piacere ritrovare i nostri clienti e vedere riunite le più importanti opere d’arte sul mercato in questo momento.

5. Uno dei pezzi più importanti che presenteremo nel nostro stand è un dipinto su tavola di Leonardo Grazia, detto Leonardo da Pistoia (Pistoia 1503-Napoli ?). L’opera raffigura Lucrezia un attimo prima che si pugnali il petto. Fu realizzata tra il 1541 e il 1545, all’inizio del periodo napoletano del pittore, nell’epoca in cui la sua bottega a Napoli si stava affermando. Un’altra opera che portiamo è un «Busto di moro» di Davide Calandra (Villanova Solaro, Torino, 1856-Torino, 1915) del 1887 in terracotta, finora inedita: venne esposta nel 1888 nella mostra «The Italian Exhibition in London», che in 148 giorni di apertura vide oltre 1,7 milioni di visitatori, con una media giornaliera di quasi 12mila persone.

«Quell’avorio coloniale ci fece conoscere una coppia di diplomatici»
Alessandro Cesati
4. In un’edizione di Tefaf di alcuni anni fa presentammo una Madonna col Bambino in avorio, scultura coloniale portoghese di tardo ’600. L’opera, proveniente dalla collezione personale di un antiquario nordeuropeo dove era rimasta per circa 40 anni, riscosse subito grande successo. Il terz’ultimo giorno si presentò una distintissima coppia di collezionisti fiamminghi che si informarono sulla richiesta e, per nulla sorpresi della cifra (a dire il vero piuttosto alta), dichiararono di essere fortemente interessati, promettendo di tornare l’ultimo giorno. Tornarono la domenica finale della mostra, chiesero quale poteva essere l’ultimo prezzo e, senza esitazione, acquisirono la Madonna motivando così il loro gesto: «Conosciamo molto bene gli avori coloniali che collezioniamo da moltissimi anni, avendo peraltro trascorso in qualità di diplomatici più di quarant’anni della nostra vita nelle Filippine; questa Madonna non ha eguali in nessun museo di nostra conoscenza ed è comunque la più bella che ci sia mai capitato di vedere»

5. Circa la nostra selezione di oggetti per Tefaf 2018, ribadirei che anche quest’anno (la nostra ventesima partecipazione consecutiva) ci siamo concentrati su una selezione di sculture dal Medioevo al ’900 e di oggetti in metallo per lo più rinascimentali e barocchi fra cui segnalerei due opere eccellenti: una coppia di angeli genuflessi italiani in marmo databili al 1535 e attribuiti a Gian Giacomo e Guglielmo della Porta e un cassa-forziere della metà del ’600 realizzato a Norimberga su committenza imperiale asburgica, capolavoro di maestria nell’arte del ferro e del rame inciso e dorato.


«La selezione è molto rigida e c’è grande competizione»
Stefano Cortesi (Cortesi Gallery)
1. La galleria è stata fondata nel 2013. Abbiamo aperto la nostra prima sede a Lugano specializzandoci fin da subito nei movimenti artistici europei dagli anni Sessanta a oggi. Nel maggio del 2015 abbiamo successivamente aperto la nostra seconda sede a Londra, inaugurando con una mostra dedicata al gruppo Zero. Due anni dopo, a maggio dell’anno scorso abbiamo aperto il nostro terzo spazio a Milano, con una mostra dedicata a Nicola De Maria e continuando il nostro percorso espositivo con due esposizioni dedicate rispettivamente all’artista belga Walter Leblanc, curata da Francesca Pola, e a Grazia Varisco. Il prossimo marzo, sempre nello spazio milanese, inaugureremo «Gianfranco Pardi: autoarchitettura», a cura di Bruno Corà.

2. Tefaf Maastricht è una delle più importanti fiere d’arte internazionali e di conseguenza ha una selezione molto rigida e con grande competizione. Dato che siamo una galleria relativamente nuova è stato difficile farsi notare poiché, come altre fiere di questo livello, l’ammissione richiede un’attività svolta nel medio termine da parte delle gallerie. Abbiamo presentato un progetto focalizzato sul monocromo nel gruppo Zero che si allinea perfettamente al percorso che portiamo avanti da anni nella galleria. Ricevere la risposta positiva dalla fiera è stato molto soddisfacente.

3. Tefaf è probabilmente la fiera d’arte più raffinata del mondo e attira grandi collezionisti da tutto il globo, inoltre la nostra galleria segue diversi artisti olandesi, tedeschi e belgi quindi la location della manifestazione si addice molto alla tipologia di arte che andremo a presentare.

5. L’opera di maggior valore che esporremo è una «Spirale bianca» di Günther Uecker, 100x100 cm, del 1966.


«Qualità, fidelizzazione, serietà e longevità»
Massimo De Carlo
1. La galleria Massimo De Carlo è stata fondata nel 1987. Nel 2009 abbiamo aperto la nostra sede a Mayfair, Londra, e nel 2016 un nuovo spazio milanese in piazza Belgioioso e la nostra prima galleria a Hong Kong.

2.  Tefaf è considerata la principale fiera mondiale di arte e antiquariato e seleziona gallerie in grado di presentare lavori storicamente importanti e degni di essere presentati in un contesto museale, criteri di qualità ampiamente rappresenti dalla nostra galleria. Quindi no, nessuna difficoltà.

3. Partecipiamo a Tefaf Maastricht e Tefaf New York Spring, perché entrambe le fiere si stanno aprendo al contemporaneo e vogliamo consolidare e ampliare i nostri gia consistenti rapporti internazionali. I punti di forza di questa manifestazione sono qualità, fidelizzazione dei frequentatori, serietà e longevità.

5. Difficile scegliere solo un’opera della nostra selezione, sicuramente ci saranno dei lavori di artisti come Rudolf Stingel e Yan Pei-Ming e di Alighiero Boetti, tutti autori con cui ho iniziato a collaborare a fine anni Ottanta.


«Ho conosciuto un collezionista Usa, ora curo una sua raccolta»
Alessandra di Castro
4. La trattativa relativa alla vendita di una collana in oro con perle, rubini e cammei dall’antico realizzata a Roma alla metà del XIX secolo da Fortunato Pio Castellani in collaborazione con Luigi Pichler, vendita che mi ha messo in contatto con uno dei più grandi collezionisti americani, che con quell’acquisto si è aperto al collezionismo del Grand Tour italiano con un entusiasmo e una passione tali per cui poi alla fine sono diventata curatore di una delle sue collezioni.

5. Tra gli oggetti più importanti che quest’anno esporrò a Maastricht, di particolare interesse è un monumentale camino di epoca neoclassica arricchito da marmi colorati e micromosaici, che è il fulcro attorno al quale ruoterà il mio stand. Al tempo stesso è la sintesi di quel «gusto Di Castro» nel quale mi sono formata e, del resto, di quel gusto che appassiona i collezionisti e i musei di tutto il mondo e racconta di quei secoli in cui Roma è stata la capitale mondiale delle arti.


«Tra le trattative ai musei americani, una vendita al Met»
Alberto di Castro
4. Abbiamo avuto in questi ultimi anni trattative importanti con molti musei americani. È stato un fatto prestigioso vendere al Metropolitan Museum of Art di New York, museo dinamico a cui tutte le istituzioni americane, e non solo, fanno riferimento.

5. L’opera di punta di questa edizione è un capolavoro di Viviano Codazzi che raffigura «L’arsenale di Civitavecchia», datato 1668 e realizzato con la collaborazione di Filippo Lauri. Si tratta di un’opera spettacolare, di più di 2 metri di larghezza. La committenza dell’opera è legata probabilmente alla famiglia Chigi. Il dipinto da una parte ha un valore documentario, perché rende l’idea dell’edificio com’era (semidistrutto dai bombardamenti nel corso della seconda guerra mondiale, l’Arsenale di Civitavecchia venne demolito nel dopoguerra per lasciar spazio alla Capitaneria di Porto); dall’altra parte, con le figure in primo piano, che si devono alla mano di Filippo Lauri, «immerge» lo spettatore nella vita quotidiana dell’epoca.

«L’anno scorso abbiamo fatto colpo con Batoni»
Giorgio Gallo (Gallo Fine Art)
4. Uno dei dipinti maggiormente ammirati nel nostro stand nella scorsa edizione del Tefaf è stato un dipinto di Pompeo Batoni (Lucca 1708-Roma 1787) raffigurante il «Ritratto di Frederick Saint John visconte di Bolingbroke» (olio su tela 99x73,5 cm) che proveniva dalla collezione di Lady Diana Spencer, moglie del visconte Bolingbroke e successivamente dalla collezione della contessa di Guilford.

5. Tra le varie opere di scultura e pittura che abbiamo selezionato con cura e che esporremo quest’anno ci sarà un dipinto di recente acquisizione raffigurante «Diana cacciatrice» (olio su tela, 122x94 cm) che Francesca Baldassari ha attribuito con certezza al pittore fiorentino Cristofano Allori (Firenze 1577-1621).

«Per un Lanfranco si sono mossi privati e musei»
Umberto Giacometti (Giacometti Omp)
4. Partecipiamo a Tefaf giusto da tre anni, e abbiamo avuto in ogni edizione almeno una trattativa importante. L’anno scorso presentavamo il «Ritorno del figliol prodigo» che Giovanni Lanfranco dipinse per il marchese Vincenzo Giustiniani. Dell’opera, finita in Francia fra il XVIII e il XIX secolo, si era persa la memoria fino alla nostra riscoperta. Sin dall’allestimento abbiamo avuto richieste e avviato trattative con alcuni colleghi, all’inaugurazione avevamo l’interesse concreto di diversi privati e curatori di musei, ma decisivo è stato quello con il collezionista che l’ha riportata in Italia, dove è stata appena esposta in pubblico a Roma, alla Galleria Spada, in occasione di una memorabile giornata di studio.

5. Anche quest’anno presenteremo alcune nostre importanti riscoperte. Vorrei segnalare tra queste un’opera che Pieter Boel eseguì durante il viaggio di studio in Italia fra il 1647 e il 1649, un «Fenicottero rosa» colto mentre si prepara a spiccare il volo dopo un’affannata corsa sul terreno. La grandezza reale e la diagonale «cinematografica» con cui è ripreso sono un esempio eccezionale in età barocca della resa del movimento.


«Con una cera di Zumbo arrivavano le scolaresche»
Marco Longari
4. Un fatto interessante ed educativo anche per noi, due anni fa, è stato aver portato una cera del siciliano Gaetano Zumbo (1656-1701) raffigurante una testa in decomposizione. Pubblicizzata dai giornali e dai media, attirò frotte di visitatori: curatori di museo, collezionisti e addirittura le scolaresche. Una di queste stava per uscire quando uno dei ragazzi, ricordandosi di questa testa che voleva vedere, fermò la comitiva dei compagni per venire al nostro stand.

5. Quest’anno portiamo in fiera un ritrovamento importantissimo: una «Madonna con il Bambino» lombarda del primo decennio del Trecento, del Maestro della Madonna lignea della Pinacoteca di Como. Oltre all’esemplare che dà il nome al suo autore e a una scultura conservata nelle collezioni vaticane, la nostra è la terza conosciuta di qualità assoluta. Si conoscono altre figure, ma di livello inferiore. Si tratta di un contributo rilevante per la conoscenza di questa importante bottega lombarda.


«La Reggia di Caserta è interessata a un nostro Hackert»
Cesare Lampronti
4. La trattativa più interessante è stata quella riguardante il dipinto di Hackert, raffigurante il Porto di Salerno visto da Vietri, per il quale la Reggia di Caserta ha manifestato interesse. L’opera è già stata dichiarata di particolare interesse dal Regno Unito, e il desiderio della Reggia di Caserta di inserire il dipinto nella sua importante collezione di opere di Hackert che raffigurano i porti del Regno ne sancisce ulteriormente il grande valore storico artistico. Un'altra trattativa importante l'abbiamo avuta per le «Prigioni» di Canaletto, un dipinto appartenuto alla famiglia reale inglese.

5. Tra le opere che presentiamo quest'anno in fiera spicca una «Veduta della Riviera di Chiaia» di Gaspar Van Wittel, olio su tela di oltre un metro e mezzo di larghezza, uno dei più bei dipinti di Vanvitelli che la nostra galleria inglese abbia mai avuto.


«Determinante la nostra presenza a Londra»
Matteo Lampertico (M&L Fine Art)
1. La nostra galleria (di Matteo Lampertico e Luca Gracis) è nata nel 2015 con l’ambizione di presentare in un contesto internazionale le opere di artisti italiani ancora non sufficientemente apprezzati e conosciuti all’estero come Angelo Savelli, Salvatore Scarpitta, Antonio Calderara. Fra i movimenti artistici abbiamo scelto l’ultima avanguardia italiana, l’Arte Cinetica e programmata.

2. È stata apprezzata la nostra programmazione che non ha voluto unicamente puntare sulle blue chips italiane e, quando ha voluto affrontare un artista come Lucio Fontana, lo ha fatto da una particolare angolatura. Credo siano stati apprezzati anche i nostri stand semplici e rigorosi. La nostra presenza a Londra è stata determinante per farci conoscere.

3. Tefaf è un ideale palcoscenico per conoscere i collezionisti europei, molti dei quali non hanno l’opportunità di visitare fiere e gallerie italiane.

5.  Esporremo un «Achrome» di Manzoni di misura media. Credo che sia una delle opere più belle di questo artista andate recentemente sul mercato. Proviene dalla mitica collezione Malabarba, uno dei primi, veri collezionisti di Manzoni, ed è in uno stato di conservazione raro.


«Ogni anno opere di qualità museale»
Niccolò Cardi
4. Tefaf è riconosciuta come una delle fiere più importanti per il collezionismo di arte, antichità e design.  Ogni anno attrae a Maastricht i più importanti collezionisti da tutto il mondo sicuri dell’altissima qualità della selezione fatta dalla fiera che esamina le credenziali di ogni pezzo esposto. Ogni anno Cardi Gallery ha esposto opere di qualità museale che hanno riscosso un grande interesse e hanno suscitato stimolanti conversazioni.

5.  Quest’anno l’intero spazio di Cardi Gallery sarà dedicato all’esposizione di un capolavoro del maestro Giulio Paolini, l’opera «Casa di Lucrezio», composta da nove calchi di gesso interi e due in frantumi, tessuti, frammenti di tavoletta di gesso incisa e basi bianche. Lavoro emblematico che presenta i tratti tipici della ricerca dell’artista quali la citazione del mondo antico, la ripetizione e la frammentazione, «Casa di Lucrezio» è un lavoro altamente suggestivo e capace di trasportare l’osservatore in un altro mondo. Come afferma l’artista stesso «L’intenzionalità di questo lavoro sta nell’evocare, e non nel rappresentare, l’idea del continuo divenire di uno spazio possibile, abitato dalla poesia».


«Essere nel cuore dell’Europa continentale è un punto di forza»
Davide Mazzoleni (Mazzoleni Fine Art)
1. La galleria Mazzoleni nasce a Torino nel 1986 come naturale evoluzione della collezione di Giovanni e Anna Pia Mazzoleni. Iniziata nei primi anni Sessanta, la collezione ha unito opere delle più importanti correnti artistiche del ’900 (Surrealismo, Futurismo, Metafisica e arte astratta) e del secondo dopoguerra italiano, che ne diventarono ben presto il focus principale. In seguito all’ingresso in galleria dei figli Davide e Luigi, nel corso degli anni ’90, la galleria ha puntato sempre più all’internazionalizzazione: nel 2014 è seguita l’apertura di una sede a Londra, nel quartiere di Mayfair, e la partecipazione alle grandi fiere nel mondo (New York, Miami, Londra, Parigi, Hong Kong) si è moltiplicata. Nel corso degli ultimi 30 anni, Mazzoleni ha esposto più di 150 artisti italiani e internazionali del XX secolo.

2. Tefaf Maastricht è sicuramente una delle fiere più prestigiose al mondo, regina incontrastata nei settori dell’arte antica, dell’arte moderna e dell’antiquariato. Dallo scorso anno ha esportato due edizioni a New York, e noi abbiamo partecipato alla prima edizione di Tefaf Ny Spring, presentando una stand molto curato con opere di Alberto Burri, Fausto Melotti, Lucio Fontana, Enrico Castellani e Agostino Bonalumi. È stato quindi un onore essere accolti nella sezione Tefaf Modern di Maastricht, dove abbiamo lavorato con grande passione ed entusiasmo per presentare una selezione di opere adeguata a questa importante circostanza.

3. Negli ultimi anni abbiamo partecipato a sempre più fiere internazionali, e questo ci sembrava dunque il momento giusto per presentarci a un collezionismo maturo, e proveniente da tutto il mondo, come quello che gravita intorno a una fiera di lunga tradizione come questa. Il nostro obiettivo è quello di proporre le opere dei nostri artisti con la progettualità che ha sempre caratterizzato l’ultimo decennio della nostra attività. Inoltre, essere nel cuore dell’Europa continentale è certamente un ulteriore punto di forza della fiera.

5. Nel nostro stand abbiamo diverse opere importanti. Tra queste mi piacerebbe segnalare un’opera di Giorgio de Chirico, «Il consolatore», un olio su tela del 1958 di 100x81 cm.


«La Maddalena di un artista sfuggente come Cecco del Caravaggio»
Carlo Orsi
4. Sono state tutte vendite private che non intendiamo pubblicizzare.

5. L’opera più importante che presenteremo in stand è una Maddalena di Cecco del Caravaggio conosciuta dalla critica ma ritenuta perduta e recentemente riapparsa sul mercato. Cecco del Caravaggio è un artista molto misterioso di cui sfuggono i dettagli biografici più elementari, come la data di nascita e morte, un fatto inusuale considerando l’importanza della sua opera e la sua stretta relazione con Caravaggio. Sappiamo infatti che Cecco servì come modello per Caravaggio, e Papi, che per l’occasione ha curato un catalogo dedicato all’opera, sostiene che i due fossero amanti. L’opera che presenteremo è databile intorno al 1620, ed è emblematica del momento di contatto tra Cecco e Valentin de Boulogne.


«Occorrono curriculum, specializzazione e un progetto»
Walter Padovani
1. Ho aperto la mia Galleria nel 2000 a Milano dove tuttora opero.

2. I criteri per l’ammissione a Tefaf sono sempre gli stessi e si potrebbero sintetizzare così: curriculum, specializzazione e un progetto del proprio stand da sottoporre alla commissione.

3. Per essere presente sul palcoscenico più importante a livello mondiale per quanto riguarda l’arte antica. La caratteristica principale è che questa mostra detiene e riesce a mantenere il più alto standard qualitativo dell’offerta di mercato internazionale, diventando così il punto di riferimento per il mondo collezionistico e museale. Uno dei punti di forza di Tefaf Maastricht è che abbraccia tutte le specializzazioni, dall’archeologia al contemporaneo.

5. Presento una scultura in marmo di Candoglia di Cristoforo Solari (1470 ca-Milano, 1524) raffigurante un Profeta. La scultura è stata inserita da Susanna Zanuso nella pubblicazione Cristoforo Solari and Milan Cathedral: new works in corso di stampa.


«Trattative con musei americani e istituzioni francesi»
Paolo Antonacci
4. Nei quattro anni della nostra partecipazione alla Tefaf Maastricht molte sono state le trattative importanti portate a buon fine. Posso citare una bella vendita, effettuata a una istituzione francese durante la preview, di due quadri acquistati solo il giorno prima; o la vendita di un importante dipinto a un mio cliente, il quale lo aveva visto nella nostra galleria a Roma pochi giorni prima della fiera e poi ha deciso positivamente a Maastricht. L’anno scorso invece abbiamo intavolato sin dal primo giorno una trattativa con un prestigioso museo americano per uno dei dipinti più importanti esposti nel nostro stand.

5. Quest’anno presenteremo una straordinaria opera ad olio su tela del pittore pistoiese Marino Marini, recentemente acquistata presso una collezione privata romana. Il dipinto, con un’impeccabile provenienza e letteratura, è stato oggetto ultimamente di un delicato restauro, che ha riportato alla luce una seconda firma del pittore, apposta sul retro della tela. Oltre a quest’opera proporremo anche due dipinti di Vincenzo Camuccini e Francesco Podesti, tra i maggiori artisti presenti a Roma nella prima metà del XIX secolo, provenienti da una collezione privata. 


«Portiamo una collezione di mobili Maggiolini»
Domenico Piva (Piva & C)
4. Per motivi di privacy desidero non rischiare di rendere riconoscibile né il pezzo né l’acquirente.

5. A questa edizione di Tefaf esporremo una collezione di mobili intarsiati dell’ebanista Giuseppe Maggiolini (Parabiago, Mi, 1738-1814), di cui fanno parte una coppia di mobiletti con simboli dell’amore provenienti dalla collezione milanese dei Pallavicino e Barbiano di Belgiojoso, una specchiera a psiche, dotata di un ingegnoso meccanismo nascosto che consente di inclinare e ruotare a piacimento il piano con lo specchio, firmata ed eseguita su disegno di Andrea Appiani e infine un magnifico letto, uno dei rari esempi di questa tipologia di mano del Maggiolini a noi conosciuti, con una fittissima decorazione a intarsio di gusto francese, che introduce a Milano le novità dello stile Luigi XVI.


«Il nostro Vignali del 2015 è uno dei capolavori del maestro»
Marco Voena (Robilant+Voena)
4. Tefaf Maastricht è da sempre stato un punto d’incontro importante tra gallerie e musei, dove gli ultimi vengono alla fiera per ampliare le proprie collezioni. Nell’edizione del 2015 abbiamo esposto un dipinto di Jacopo Vignali, pittore fiorentino, raffigurante il «Ritrovamento di Mosè sulle sponde del Nilo», acquistato in seguito da The Frances Lehman Loeb Art Center, Museo di Poughkeepsie, New York. Commissionato da un membro della famiglia Pucci nel 1625 per la loro Villa di Granaiolo, il «Ritrovamento di Mosè» è ritenuto uno dei maggiori capolavori del pittore di Pratovecchio.

5. Tra i fiori all’occhiello del nostro stand di quest’anno, citiamo un dipinto raffigurante il mito di Diana e Atteone, celebre storia tratta dalle Metamorfosi di Ovidio. Eseguito intorno al 1540 da Lucas Cranach I con l’assistenza di suo figlio Lucas Cranach II, è il più grande dei tre attribuiti a Lucas Cranach I o al figlio con questo soggetto: gli altri due appartengono uno all’Hessisches Landesmuseum di Darmstadt, l’altro al Wadsworth Atheneum di Hartford, in Connecticut (Usa).


«L’anno scorso eravamo matricole ma abbiamo venduto Giovanni Bellini»
Matteo Salamon
4. Nel 2017, nostra prima partecipazione a Tefaf Maastricht, abbiamo esposto una selezione di dipinti antichi, tra i quali spiccava, per importanza e rarità, una «Madonna con il Bambino» dipinta da Giovanni Bellini. Un’opera, firmata e pubblicata, che ci ha inorgoglito esporre alla nostra prima partecipazione in questa grande vetrina internazionale, e che ci ha premiato con una trattativa conclusasi felicemente.

5. Porteremo per questa edizione 2018 di Tefaf Maastricht un eccezionale dipinto di Giovanni Francesco Barbieri, il Guercino, una «Madonna con il Bambino», che benché già noto alla critica moderna, non si sapeva essere citato dalle antiche fonti (Libro dei Conti e Malvasia). Si tratta di un’eccezionale scoperta storica, che arricchisce il catalogo di uno dei pù amati pittori italiani del Seicento. Il prezzo è di 550mila euro.


«Vendiamo Fontana, de Chirico, Morandi, anche a istituzioni pubbliche»
Roberto Casamonti (Tornabuoni Art)
4. La fiera di Maastricht riserva sempre grandi sorprese. Nel 2014, a soli 15 minuti dall’apertura, un collezionista americano confermò l’acquisto di una coppia di Fontana a una cifra molto importante. È ovvio che essendo altamente specializzati sull’arte italiana del dopoguerra, le trattative più importanti si sono realizzate attorno alle opere di Fontana, De Chirico, Morandi e Burri. Il lavoro continuo che viene realizzato, ha portato i suoi frutti con l’importante trattativa su uno Scheggi di quasi tre metri della fine degli anni Sessanta. Grazie a Maastricht siamo riusciti a vendere negli scorsi anni anche a istituzioni pubbliche.

5. L’opera più importante che avremo quest’anno è una «Mappa» di Alighiero Boetti del 1983 con il bordo ricamato per metà in italiano e per metà in farsi (del valore di 2 milioni di euro). Continuiamo a prestare la massima attenzione a questo artista, come ha rivelato la mostra che abbiamo voluto realizzare presso la Fondazione Cini di Venezia durante la Biennale dello scorso anno.

Il reportage completo è pubblicato sul numero di marzo di «Il Giornale dell'Arte»

Il vetting a Maastricht è molto rigoroso

Vittorio Bertello, 08 marzo 2018 | © Riproduzione riservata

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