Gallerie scavate nel caveau di Intesa San Paolo

Nel seicentesco Palazzo Turinetti la banca ospiterà nella sua città d’origine mostre di fotografia, l’Archivio Publifoto e la collezione di pittura del Seicento piemontese

Un render di una sala interna delle Gallerie d'Italia dedicata alle esposizioni di fotografia Un render di una sala interna delle Gallerie d'Italia Palazzo Turinetti
Alessandro Martini |  | Torino

Dopo le sedi museali ed espositive di Vicenza, Napoli e Milano, anche Torino, dove fin dal Cinquecento opera la Compagnia di San Paolo (da cui è nato l’Istituto Bancario San Paolo che dal 2007 è una delle due costole di Intesa Sanpaolo), avrà le sue Gallerie d’Italia.

Sono in corso di realizzazione, su progetto di Michele De Lucchi e ADML CIRCLE, in Palazzo Turinetti di Pertengo, storica sede della banca in piazza San Carlo, il salotto di Torino. Qui troveranno spazio grandi ambienti ipogei per le esposizioni temporanee in particolare dedicate alla fotografia, settore in cui Torino si sta da anni ritagliando una forte identità, grazie anche alla presenza di Camera-Centro Italiano per la Fotografia e The Phair, la fiera inaugurata nel 2019.

Il cantiere delle Gallerie d’Italia-Piazza San Carlo, che abbiamo visitato in giugno, si concluderà nell’aprile del 2022. Al piano terreno sono in via di allestimento il bookshop e la caffetteria ristorante, che occuperanno anche gli ambienti sontuosi del ritrovato Caffè San Carlo, locale storico tra i simboli cittadini. Ai piani superiori sarà esposta la collezione di pittura barocca di proprietà del gruppo.

Voluto dai vertici aziendali e presentato nel gennaio 2020 dai Presidenti Giovanni Bazoli e Gian Maria Gros-Pietro e dal Ceo Carlo Messina, il progetto torinese mostra una specifica attenzione al tema della rigenerazione urbana attraverso l’arte e la cultura, a partire dalla legge e dagli strumenti oggi attivi (i Prusst, Programmi di Recupero Urbano e Sviluppo Sostenibile del Territorio) molto incentivati dall’attuale normativa,ma decisamente poco sfruttati.

«Si tratta di un progetto ambiziosissimo, mai fatto prima in nessun’altra sede, sottolinea Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo e direttore delle Gallerie d’Italia: «Un museo molto fluido, dinamico, senza un percorso obbligato, in cui si guarderà alla fotografia in modo innovativo».

Tra gli stucchi di Palazzo Turinetti
Palazzo Turinetti di Pertengo è un edificio nobiliare di origini seicentesche via via trasformato. In seguito ai danni della seconda guerra mondiale e al successivo concorso architettonico per farne sede di alta rappresentanza (a cui partecipa, tra gli altri, Carlo Mollino), negli anni Sessanta vengono realizzati nella corte interna fabbricati «moderni», a firma di Arturo Midana e Mario Dezzutti, che saranno inseriti nelle nuove Gallerie d’Italia.

«La vicenda costruttiva di Palazzo Turinetti è strettamente legata al grande progetto che conferisce, tra Cinque e Seicento, una nuova configurazione urbanistica e architettonica a Torino, divenuta ufficialmente città-capitale dello Stato sabaudo», spiega Costanza Roggero Bardelli, storica dell’architettura e grande specialista del periodo.

L’attuale piazza San Carlo nasce proprio nel corso del Seicento come Piazza Reale, destinata a grandi residenze nobiliari: un progetto complesso guidato dalla famiglia regnante «attraverso una politica fondiaria basata sulla donazione dei terreni ai nobili, a condizione che vi costruiscano il loro palazzo in tempi brevi e a loro spese secondo il prestabilito disegno architettonico». Oggi, il Palazzo contiene arredi fissi e mobili di grande pregio, frutto anche di acquisizioni e di trasferimenti da altre residenze cittadine, come Palazzo Solaro della Chiesa poi Mazzonis di Pralafera.

Mostre e collezioni su cinque piani
Il progetto che sta letteralmente trivellando la corte interna di Palazzo Turinetti («in una cornice di social responsibility e di riappropriazione dei propri spazi storici», spiegano dalla banca), interessa ben 5 piani aperti ai visitatori per un totale di 9mila metri quadrati («in origine dovevano essere 6mila, ma siamo riusciti a ingrandirci ancora di più», spiega Coppola), di cui 3 piani e 8mila metri quadrati completamente ipogei.

Questi spazi sotterranei potranno ospitare un’unica grande mostra sull’intera superficie, oppure fino a tre diversi approfondimenti di minori dimensioni. Il focus sarà sulla fotografia, sulla sua dimensione sociale e culturale, e, parallelamente, su videoarte e installazioni video e, più in generale, arte contemporanea, vocazione primaria di Torino. «La scelta di dedicare le Gallerie torinesi alla fotografia, rivela Coppola, è un’idea del Presidente emerito Giovanni Bazoli.

Ciascuna delle quattro sedi delle Gallerie d’Italia deve avere indirizzo e identità propri, in un’ottica di complementarietà rispetto alle altre. A Torino la fotografia offrirà l’occasione di affrontare i temi più attuali, dall’ambiente all’economia circolare, dalla storia all’inclusione sociale
». La mostra inaugurale sarà curata da Walter Guadagnini, direttore di Camera, il Centro Italiano per la Fotografia nato nel 2015 che ha tra i suoi soci fondatori e partner istituzionali proprio Intesa Sanpaolo.

Storia e memoria delle «trasformazioni»
A Camera, la mostra «Transformations», personale dedicata a Walter Niedermayr (fino al 17 ottobre, a cura dello stesso Guadagnini, catalogo Silvana Editoriale), accoglie gli scatti realizzati dal fotografo (e antropologo di montagne, nato a Bolzano nel 1952) negli spazi interni di Palazzo Turinetti poco prima dell’avvio del cantiere. Mostrano corridoi, statue, marmi e le preziose decorazioni in stucco degli ambienti aulici, mentre altre ritraggono il caveau: «Storicamente destinato non a soldi e lingotti, ma alla conservazione delle opere d’arte», spiega Niedermayr.

Con i linguaggi della fotografia e dell’indagine sulla storia e sulla memoria, il lavoro di Niedermayr contribuisce a far emergere i temi centrali nelle politiche della banca, come la responsabilità sociale e l’intervento qualificante sul territorio. Le nuove Gallerie d’Italia-Piazza San Carlo accoglieranno anche i milioni di scatti dell’Archivio Publifoto, realizzati dagli anni ’30 agli anni ’90 da una delle principali agenzie di fotogiornalismo italiane e acquisito da Intesa Sanpaolo.

Secondo il progetto De Lucchi-ADML CIRCLE, l’ingresso nel «ventre» espositivo delle Gallerie d’Italia avverrà attraverso un grande scalone verso gli ambienti interrati destinati alle mostre, il cosiddetto piano -2. Da qui, in un percorso circolare e continuo, si potrà risalire verso il piano -1 con le aule didattiche, oppure proseguire fino al piano -3 (9,60 metri sottoterra), in cui ha sede la sala più ampia e spettacolare (40 metri di lunghezza, 13 di larghezza e 4,5 di altezza), a cui si aggiunge una «manica lunga» di circa 60 metri.

«Fa quasi pensare all’incomparabile Galleria di Diana», si entusiasma Michele Coppola, ricordando che Venaria Reale è solo a pochi chilometri da piazza San Carlo. La risalita in superficie condurrà a bookshop, caffè e ristorante, mentre al secondo piano Intesa Sanpaolo trasferirà una parte della sua collezione di arte piemontese, con opere perlopiù del Seicento. Il grande ciclo pittorico dell’Oratorio di San Paolo testimonierà l’avvio dell’attività collezionistica della banca torinese, mentre gli stucchi, gli specchi e le boiserie della Sala Turinetti faranno da sfondo ai grandi eventi.

GALLERIE D’ITALIA - TORINO
I contributi speciali pubblicati nei mesi scorsi per approfondire alcune questioni cruciali del dibattito contemporaneo sulla fotografia in vista dell’apertura della nuova sede di Gallerie d’Italia

© Riproduzione riservata L’ingresso alle Sale ipogee
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