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Nel segno di Bussolo

Nel segno di Bussolo

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Nel Palazzo della Ragione, in Città Alta, prosegue fino al 3 luglio «Nel segno del Rinascimento. Pietro Bussolo scultore a Bergamo» (catalogo Lubrina), mostra promossa dalla città con la Diocesi, con il supporto di Banca Popolare di Bergamo e la collaborazione di antiche istituzioni locali, che hanno prestato le sculture di Bussolo da loro conservate

Nato intorno al 1460 a Milano, dove lavorò accanto a Donato Bramante, verso il 1495 Bussolo si spostò nei territori della Serenissima, da Bergamo, dove sarebbe morto nel 1526, allora vivace fucina del Rinascimento lombardo (vi operavano G.A. Amadeo nella Cappella Colleoni e lo stesso Bramante, che affrescò la facciata del Palazzo del Podestà), a Brescia e al territorio gardesano. 

La mostra, curata da Marco Albertario, Monica Ibsen, Amalia Pacia e Maria Cristina Rodeschini, rilegge la sua attività in Bergamo e nelle valli, dove realizzò monumentali ancone e immagini sacre dal forte impatto emotivo: sono esposti, oltre ai lavori già noti (tutti restaurati), gli inediti «San Bernardino» dalla chiesa omonima di Borgo Pignolo, due «Madonne con Bambino» da Santo Stefano degli Angeli e dal Santuario di Nese, e il «Crocifisso» della parrocchiale di Gromo, frutto di una meticolosa ricognizione sul territorio, mentre si propone una prima ricostruzione del disperso polittico di Santa Croce di Gandino. 

Insieme sono esposti dipinti, oreficerie e tessili coevi, ma la rassegna si estende in città, con i «Contesti» delle sue opere, e nelle valli, dove le sue macchine d’altare sono ancora in sede (l’unica in città è nel Museo Diocesano A. Bernareggi), da Albino a Desenzano al Serio, da Gandino a Gromo, a Pagliaro.

 

Ada Masoero, 07 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

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Nel segno di Bussolo | Ada Masoero

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