Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

L’area archeologica di Brixia con il Capitolium e, a destra, il teatro costruito e ampliato tra I e III secolo d.C.

Image

L’area archeologica di Brixia con il Capitolium e, a destra, il teatro costruito e ampliato tra I e III secolo d.C.

La triplice natura del Parco romano di Brescia

È stato presentato il progetto di massima del restauro architettonico e della rifunzionalizzazione dell’edificio di Brixia, che sarà valorizzato da Chipperfield in quanto «sito archeologico, manufatto e luogo nato con l’originaria funzione di ospitare l’attività teatrale»

Tre anni di lavoro; due convegni, nell’aprile 2022 e nell’ottobre 2023, sul possibile futuro del Teatro Romano; il concorso del Comune di Brescia, di Fondazione Brescia Musei-Fbm e della locale Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura; il contributo di partner come Regione Lombardia e Fondazione Cariplo. Poi, l’8 aprile, nell’Auditorium del Museo di Santa Giulia, è stato presentato il progetto di massima del restauro architettonico e della rifunzionalizzazione del Teatro Romano, sviluppato dall’architetto (Sir) David Chipperfield, cui era stato assegnato l’incarico nel 2023, l’anno in cui vinceva il Pritzker Prize. 

Il progetto, elaborato dallo Studio David Chipperfield Milano dopo un minuzioso rilievo laser scanner statico e fotogrammetrico realizzato con lo sponsor tecnico Tracciatori, è stato preceduto da una meticolosa ricerca archivistica condotta con Fbm, alla ricerca delle tracce del progressivo ritrovamento (tuttora in progress) nel corso del ’900 di brani di questo imponente manufatto che era stato cancellato dal tempo e dall’edificazione, su parte dei suoi resti, del Palazzo Maggi Gambara, anch’esso ora interessato da un intervento di restauro che ne farà il portale per l’area archeologica e la sede delle funzioni al servizio del teatro. Perché questo sito tornerà a essere ciò che era: un luogo identitario di aggregazione sociale e culturale

Le linee guida condivise da Chipperfield con i committenti prevedono infatti di valorizzarne la «triplice natura di sito archeologico, di manufatto e di luogo nato con l’originaria funzione di ospitare l’attività teatrale», per preservarne tanto il patrimonio materiale quanto quello immateriale. Ecco allora che parte della cavea, che fu edificata sfruttando le pendici meridionali del Colle Cidneo, potrà accogliere il pubblico (circa mille persone la capienza prevista, ma gli scavi della Soprintendenza di Brescia e Bergamo sono ancora in corso, fino al 2028) negli spettacoli estivi all’aperto e che il pulpitum, tuttora ben leggibile, ritroverà la sua funzione di palcoscenico, in un progetto che, spiega David Chipperfield, «mette insieme storia, archeologia e memoria, in dialogo con il presente. Affrontando l’incompletezza dei resti del Teatro Romano, abbiamo esteso il nostro compito oltre l’archeologia convenzionale per consentire una continuità di scopo che ci riporta alla funzione storica del sito come infrastruttura urbana». Ben consapevoli di ciò che è perduto per sempre, i progettisti sono andati in cerca, «in un processo non strettamente scientifico», di «un equilibrio tra ciò che è rimasto e ciò che si è perso, per creare una nuova realtà fisica. Ristabilendo la geometria dell’emiciclo, ad esempio, diamo un ordine a questi antichi frammenti e facciamo rivivere il senso dello spazio del Teatro Romano piuttosto che ricreare ciò che un tempo esisteva. In questo modo, cerchiamo di reintegrare il passato nella vita quotidiana della città di Brescia, di vivere in continuità con esso piuttosto che accanto ad esso». Del resto, come già suggeriva Salvatore Settis, «archeologia in città vuol dire archeologia per la città, non contro la città; un’archeologia che funzioni all’interno della città, ne arricchisca le coordinate culturali, la renda più interessante e gradevole da vivere per i suoi stessi cittadini». 

È ciò che accadrà a Brescia quando sarà completato il recupero di questo teatro costruito, probabilmente in età augustea, nel cuore stesso di Brixia, accanto all’area sacra del Capitolium e al Foro, e oggi posto lungo il Corridoio Unesco, il percorso che congiunge il Capitolium al Museo di Santa Giulia. In età severiana, tra la fine del II e l’inizio del III secolo d.C., il teatro fu sottoposto a un restyling dell’area della scena, che non alterò il disegno originario, con la cavea con tre sezioni di gradoni raccordati da scale e corridoi concentrici; un fronte scena articolato in tre piani decorati con colonne, archi, statue e molti marmi policromi ad arricchire il calcare locale di Botticino; due aditus, a est e a ovest, per accedere alle file inferiori e i vomitoria (gallerie con funzione di ingresso) per gli ordini superiori della cavea. Al progetto, rammenta la presidente di Fbm Francesca Bazoli, hanno dato un imprescindibile apporto Massimo Osanna e Guido Beltramini, membri del Comitato scientifico di Fondazione Brescia Musei, il cui direttore Stefano Karadjov annuncia che «inizia ora una nuova fase, che auguro improntata alla più stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, con cui sono già intercorsi i primi positivi confronti, e con il la Direzione generale della tutela del Ministero della Cultura, per fare del progetto del nuovo Teatro Romano di Brescia un vero e proprio caso emblematico di restituzione e valorizzazione, come nel recente passato sono stati il Teatro Grande di Pompei o quello di Ostia antica». 

Ada Masoero, 21 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Grazie al motto «preservare per valorizzare», il segretario generale del più antico museo di Milano ha ottenuto lo scorso anno un incremento di visitatori del 20 per cento: «Occuparsi di cultura significa trasmettere conoscenza a chi ignora: il mio modello è inclusivo, non elitario e soprattutto non autoreferenziale»

Alle Gallerie d’Italia di Milano 30 scatti e due video di Jess T. Dugan, artista statunitense, donna alla nascita, campione della comunità Lgbtq+

Da Arte Invernizzi, a Milano, sono esposte opere in plexiglas dell’artista veneziano che trasforma luce e colore in paesaggi mentali immersivi

Acquistati e restaurati da Banca Ifis sono esposti per un anno nella Pinacoteca di Brera in dialogo con altri capolavori del maestro neoclassico conservati nel museo

La triplice natura del Parco romano di Brescia | Ada Masoero

La triplice natura del Parco romano di Brescia | Ada Masoero