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La Chiesa di San Bartolomeo dopo i bombardamenti. Foto: Diocesi di Prato

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La Chiesa di San Bartolomeo dopo i bombardamenti. Foto: Diocesi di Prato

Storie dei nostri Monuments Men

Una mostra ricorda il 16 febbraio e il 7 marzo 1944, quando la città toscana fu colpita e le chiese di San Bartolomeo, Sant’Agostino e Santa Maria del Giglio furono devastate

Elena Franzoia

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Si intitola «Arte ferita, arte salvata» (8 marzo-28 luglio) la mostra con cui Musei Diocesani e Fondazione Cdse ricordano presso il Museo dell’Opera del Duomo di Prato gli 80 anni dai bombardamenti che, in particolare il 16 febbraio e il 7 marzo 1944, colpirono la città toscana, devastando il centro storico con le chiese di San Bartolomeo, Sant’Agostino e Santa Maria del Giglio. Grazie a immagini, filmati d’epoca e oggetti di arte sacra che ancora recano le ferite della guerra (come ad esempio l’argenteria sacra rinvenuta sotto le macerie di San Bartolomeo) l’esposizione si concentra, affermano le curatrici Veronica Bartoletti e Alessia Cecconi, sulla «corsa contro il tempo per salvare le opere simbolo della città, primo tra tutti il pulpito di Donatello, la distruzione di chiese e monumenti a Prato e in Val di Bisenzio e la messa in sicurezza del patrimonio artistico pratese durante la guerra».

Immagini e documenti d’epoca appaiono esposti accanto alle opere conservate dal Museo dell’Opera di cui narrano le vicende, come accade in modo esemplare nel caso del pulpito di Donatello. Grande attenzione è poi riservata alle vicende del patrimonio ecclesiastico rurale in Calvana e Val di Bisenzio, pesantemente danneggiato o addirittura distrutto, come nel caso dell’antichissima pieve di Santa Maria a Filettole, a causa della vicinanza con strategici obiettivi militari come la Linea Gotica.

Fondamentale appare il contributo della Fondazione Cdse, nata nel 2012 come evoluzione del Centro di Documentazione Storico Etnografica della Val di Bisenzio allo scopo di promuovere e valorizzare i beni culturali, archivistici e ambientali pratesi e toscani, con particolare attenzione alle vicissitudini del patrimonio artistico durante la seconda guerra mondiale.

La mostra rende ovviamente omaggio, anche grazie ai documenti conservati presso la settecentesca Biblioteca Roncioniana di Prato e la Soprintendenza fiorentina, al meritorio impegno di coloro che agirono direttamente per la salvaguardia del patrimonio ecclesiastico, come il soprintendente alle Gallerie Giovanni Poggi, il responsabile del Gabinetto di Restauro della Soprintendenza Ugo Procacci, il Regio ispettore onorario Angiolo Badiani e il Vicario generale Eugenio Fantaccini.

La Chiesa di San Bartolomeo dopo i bombardamenti. Foto: Diocesi di Prato

Elena Franzoia, 22 marzo 2024 | © Riproduzione riservata

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