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Una veduta di Palazzo Pfanner dal giardino

Photo: Giorgio Galletti

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Una veduta di Palazzo Pfanner dal giardino

Photo: Giorgio Galletti

A Lucca rifiorisce il Giardino Pfanner

Si è concluso il restauro (772mila euro dal Pnrr) dell’area verde del seicentesco Palazzo acquistato a metà Ottocento dall’omonimo bavarese che trasformò l’intera proprietà in birrificio

Elena Franzoia

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Situato tra le mura urbane e piazza San Frediano a Lucca, su cui affaccia la grande basilica romanica, il seicentesco Palazzo Pfanner deve il suo attuale nome al birraio bavarese che a metà ’800 lo acquistò dalla nobile famiglia Controni, cui si deve il coinvolgimento nel ’700 del giovane architetto Filippo Juvarra e del quadraturista Pietro Paolo Scorsini. Felix Pfanner aveva originariamente affittato giardino e cantine per impiantare un birrificio, i cui proventi gli consentirono nel 1866 di acquisire l’intera proprietà trasformandola nella birreria Pfanner, prima fabbrica di birra del Ducato di Lucca e tra le prime in Italia, chiusa nel 1929. 

Di grande fascino il giardino, oggetto dal 2024 di un restauro appena terminato che ha goduto di un finanziamento di 772.510 euro da parte del Ministero della Cultura nell’ambito del programma #NextGenerationEU (Pnrr-Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) sostenuto dall’Unione Europea. Al giardino e al suo restauro sarà dedicato un libro di prossima pubblicazione per i tipi di Maria Pacini Fazzi editore. Attuato dall’«atelier di paesaggi» Dimensione Verde di Bagno a Ripoli, il progetto è stato firmato dallo studio di architettura pistoiese Franchi+Associati insieme al paesaggista e docente universitario Giorgio Galletti, che afferma: «Il giardino presenta un impianto tardo-seicentesco tuttora leggibile, pesantemente trasformato all’inizio dell’800 quando l’originale padiglione che faceva da fondale prospettico dall’ingresso verso le mura venne demolito allo scopo di realizzare l’attuale vasca ottagonale. Agli stessi anni appartiene anche l’attuale limonaia, mentre la collezione di statue è settecentesca ma presentava una differente distribuzione. Caratteristica fondamentale del giardino è il rapporto con il palazzo, dallo strepitoso scalone recentemente attribuito a un buon architetto lucchese, Domenico Martinelli, attivo soprattutto a Vienna. Dalle prove documentarie che sono però riuscito a reperire, con alta probabilità lo scalone è invece opera di Juvarra, che da giovane aveva progettato molto per le ville lucchesi senza riuscire a costruire. Il giardino presenta un carattere fortemente scenografico, sia in rapporto allo scalone sia alle mura, dato che la passeggiata pubblica sopraelevata consente la visione di entrambi creando una singolare situazione, unica a Lucca, di interno-esterno». 

Quali sono stati i principali interventi di restauro? «L’approccio è stato di tipo assolutamente conservativo e ha compreso, ad esempio, il ripristino di antiche fioriture in cattivo stato di manutenzione. Abbiamo poi recuperato due piccole stanze di verzura ormai inselvatichite ai lati del viale e i grandi prati, con considerevole riduzione di due boschetti di bambù che si erano esageratamente espansi. Abbiamo inoltre reimpostato una collezione di camelie classiche, tipiche dei giardini lucchesi, nella zona più ombrosa. Altro significativo intervento: abbiamo rimosso gli elementi di cortén, materiale in gran voga negli anni ’90 e 2000, che erano stati usati come delimitazione dei grandi prati, in stridente contrasto con la magnifica collezione di 76 vasi di agrumi dalle stupende conche, quasi tutte settecentesche, con stemma gentilizio. Al posto del corten abbiamo posizionato un bordo a toro in pietra di Matraia. Inoltre, dato che uno degli obiettivi del Pnrr è la risposta al cambiamento climatico e al consumo energetico e, basandoci su planimetrie e ricerche di archivio, abbiamo ritrovato un pozzo pieno di acqua, che abbiamo rimesso in funzione con una pompa alimentando l’intero giardino. Altro obiettivo del Pnrr è la possibilità di fruizione pubblica, quindi sono stati realizzati un impianto wi-fi ma soprattutto un importante impianto di illuminazione, realizzato dalla ditta ZR Light di Campi Bisenzio, che rimane completamente nascosto ma è regolato da moderne tecnologie domotiche attivabili tramite smartphone, come i Qr Code che ci hanno consentito di sostituire più invasivi sistemi di informazione e segnaletica. È anche stata restaurata la birreria, anche se non ancora rimessa in funzione».

Il Giardino Pfanner. Photo: Giorgio Galletti

Elena Franzoia, 21 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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A Lucca rifiorisce il Giardino Pfanner | Elena Franzoia

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