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Louise Bourgeois, «Untitled», 1968

Photo Christopher Burke. © The Easton Foundation, Licensed by Dacs, UK and Vaga at Ars, NY

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Louise Bourgeois, «Untitled», 1968

Photo Christopher Burke. © The Easton Foundation, Licensed by Dacs, UK and Vaga at Ars, NY

L’erotismo astratto di Bourgeois, Hesse e Adams

La Courtauld Gallery di Londra rende omaggio alle uniche tre artiste incluse nel 1966 dalla critica d’arte Lucy Lippard nella sua rivoluzionaria mostra «Eccentric Abstraction» alla Fishbach Gallery di New York 

Elena Franzoia

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Con la mostra «Abstract Erotic: Louise Bourgeois, Eva Hesse e Alice Adams», dal 20 giugno al 14 settembre la Courtauld Gallery rende omaggio alle uniche artiste incluse nel 1966 dall’influente critica d’arte e curatrice statunitense Lucy Lippard nel suo rivoluzionario progetto espositivo «Eccentric Abstraction» presso la Fishbach Gallery di New York, in cui riunì otto artisti contemporanei accomunati dall’uso di materiali non convenzionali. Se la mostra contribuì a plasmare profondamente la scultura statunitense del dopoguerra, Lippard intravide qualcosa di speciale e comune nell’arte delle tre artiste, la cui enfasi su materiali morbidi e forme corporee le sembrò significativa dell’approccio femminile in un mondo dell’arte dominato dagli uomini. Come Lippard rifletté in seguito: «Ora capisco che cercavo un’arte “femminista”». Con le sue 30 opere provenienti da collezioni pubbliche e private, la mostra alla Courtauld è curata da Jo Applin, coadiuvata da Alexandra Gerstein, e si basa in particolare sul suo libro Eccentric Objects. Rethinking Sculpture in 1960s America (Yale University Press, 2012). Professoressa di Storia dell’arte al Courtauld Institute of Art ed esperta di arte e scultura americana degli anni Sessanta, Applin cura insieme a Ketty Gottardo anche «Louise Bourgeois: disegni degli anni Sessanta», proposta dalla Courtauld contemporaneamente ad «Abstract Erotic».

Professoressa Applin, esiste davvero un’arte femminile o femminista, come pensava Lucy Lippard? 
Le opere di questa mostra sono state realizzate prima del movimento femminista, e quindi non possono essere descritte né come «femministe» né come «femminili». Sono di artiste che spesso impiegavano materiali industriali e non artistici per realizzare opere astratte. Fu solo in seguito che Lucy Lippard riconobbe un femminismo precoce e nascente nell’opera di Bourgeois, Hesse e Adams, dopo essere diventata lei stessa femminista alla fine degli anni ’60. Ciò che Lippard riconobbe come femminista nelle loro opere fu l’uso radicalmente nuovo e idiosincratico dei materiali e delle forme astratte. Le loro opere infatti spesso incorporavano materiali morbidi, malleabili e tattili, che sfidavano lo status quo dell’epoca. 

Perché il titolo «Abstract Erotic»? 
La definizione «erotismo astratto» fu coniata da Lucy Lippard per descrivere un nuovo tipo di scultura che stava emergendo negli studi newyorkesi degli anni ’60. Benché astratto, questo approccio evocava la fisicità del corpo attraverso l’uso di forme organiche e materiali sorprendenti, spesso tattili e flessibili. «L’opera che cercavo era astratta e formalmente semplice, con spigoli vivi e sfumature erotiche», affermò. L’erotismo astratto era esemplificato dalle opere di Adams, Bourgeois e Hesse, le uniche tre donne incluse nella sua mostra «Eccentric Abstraction» alla Fischbach Gallery, incarnazione della svolta dell’«erotismo astratto» e fonte ispiratrice della nostra mostra. 

Quali sono le principali affinità e differenze tra le tre artiste? 
Pur distinguendosi nell’uso dei materiali, Bourgeois, Hesse e Adams hanno condiviso la tavolozza monocromatica dell’arte minimalista dell’epoca, introducendo nelle loro sculture elementi di irregolarità, giocosità e corporeità. 

Quale ruolo hanno avuto i nuovi materiali per le tre artiste e che problemi di conservazione pongono? 
Tutte e tre hanno prediletto materiali nuovi e inusuali. Negli anni ’60 Bourgeois iniziò a lavorare con gesso, lattice e cera, mentre Hesse realizzava sculture di cartapesta, rete, tubi di gomma e lattice. Adams, dopo aver studiato tessitura, creò sculture di corda catramata, cavo d’acciaio e rete metallica. Tutte e tre hanno esplorato il modo in cui i materiali cedevano sotto pressione e al tatto, trasformandoli in sculture tattili dall’aspetto sorprendentemente organico. Il lattice in particolare è un materiale estremamente fragile che con il tempo si scurisce e si secca. Pur essendo quindi invecchiate, queste sculture mantengono però la sensazione originaria delle loro forme morbide e malleabili. 

Com’è strutturata la mostra?
La prima sala introduce il tema dell’«erotismo astratto» grazie a un cabinet che propone vetrine con opere più piccole di ciascuna artista e una parete che ne espone invece opere importanti, tra cui uno dei primi rilievi di Eva Hesse del 1965, «Tomorrow’s Apples (Five in White)» e l’iconica scultura fallica «Fillette (A Sweeter Version)» di Bourgeois. La sala più grande dedica una parete alle straordinarie sculture di ciascuna artista. «Big Aluminium 2» di Adam, esposta per la prima volta in «Eccentric Abstraction», è sospesa sopra opere più piccole in un’installazione che rende omaggio alla mostra di Lippard del 1966. Altre opere significative sono un gruppo di sculture sospese di Bourgeois esposte accanto a sue opere in lattice come «Le Regard», mentre Hesse è rappresentata dalla sua iconica opera del 1967 «Addendum», lunga oltre tre metri, e da un gruppo di opere chiave del 1965-66, tra cui «Untitled (Not yet)» oggi al MoMA di San Francisco. 

Quali sono i prestiti più significativi? 
È la prima volta che una scultura di Alice Adam viene esposta nel Regno Unito. È anche emozionante presentare le sculture meno note di Bourgeois degli anni ’60, che hanno segnato una svolta radicale nella sua pratica rispetto alle precedenti forme moderniste verticali in legno. Eva Hesse morì a 34 anni nel 1970, lasciando un corpus significativo di opere, spesso troppo fragili per essere trasportate, e la mostra offre la rara opportunità di ammirarne alcune particolarmente iconiche e innovative.

2. Eva Hesse, «No title», 1966, collezione privata. Courtesy Hauser & Wirth Collection Services © The Estate of Eva Hesse. Courtesy Hauser & Wirth. Photo: Stefan Altenburger Photography Zürich

Elena Franzoia, 16 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

L’erotismo astratto di Bourgeois, Hesse e Adams | Elena Franzoia

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