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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliDopo numerosi rinvii e ritardi, il Palais de Lomé, già atteso nel 2017, restaurato e riconvertito in centro culturale, si inaugura il 22 novembre e apre le porte al pubblico il 26. L’ex palazzo coloniale, costruito tra il 1898 e il 1905, sede dei governatori tedeschi e francesi prima e poi dello Stato del Togo fino al 1970, è stato al centro di un importante cantiere di recupero, iniziato nel 2014, per un budget di 2,4 miliardi di franchi Cfa (3,6 milioni di euro) finanziato dallo stato togolese. Un progetto promosso dal presidente del Togo, Faure Gnassingbé, eletto nel 2005 e da allora sempre riconfermato, che punta allo sviluppo turistico ed economico della capitale.
Dalla fine dell’embargo internazionale, levato nel 2007 dall’Ue, la città di Lomé ha conosciuto una profonda trasformazione, con la creazione di nuove infrastrutture, di una nuova rete stradale e l’apertura nel 2015 dell’aeroporto. L’ex palazzo dei governatori, degradato durante la crisi sociale degli anni Novanta, è rimasto per più di vent’anni in uno stato di totale abbandono.
Il restauro, che si è basato su documenti d’archivio, è stato affidato agli studi di architettura di Lione Segond Guyon e Archipat e alla togolese Sara Consult. Anche l’ampio giardino botanico che si estende fino al lungomare è stato riqualificato e restituito all’uso pubblico. Ospita ora una passeggiata di sculture monumentali di bronzo dell’artista togolese Amouzou Glikpa.
«La nostra missione si articola su tre assi: valorizzare la cultura togolese, preservare la ricchezza del sito ambientale, favorire l’educazione delle nuove generazioni e partecipare allo sviluppo del Togo», ha spiegato la direttrice del Palais de Lomé, Sonia Lawson, la cui nomina, per via della formazione in marketing e non artistica (ha lavorato per Oréal e Lvmh), è stata piuttosto controversa. Il Palais de Lomé comprende una Galleria del design, una libreria, degli atelier per bambini.
Fino a maggio 2020 presenta la mostra «Il Togo dei Re», sulla storia del Paese, curata dallo scrittore Kangni Alem, la cui genesi è stata molto laboriosa dopo l’abbandono dei due precedenti curatori. Fino al marzo 2020 si tiene anche «Infinity», un omaggio al designer togolese Kossi Aguessy. Sono in programma anche una mostra sulla fotografia togolese e una di arte contemporanea di artisti africani.

Il Palais de Lomé, ex palazzo coloniale, costruito tra il 1898 e il 1905 e sede dello Stato del Togo fino al 1970. © Piment Production
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