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Pompei, Casa del Tiaso, salone colonnato con la megalografia di II Stile (40-30 a.C.)

Photo: MiC Parco Archeologico di Pompei

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Pompei, Casa del Tiaso, salone colonnato con la megalografia di II Stile (40-30 a.C.)

Photo: MiC Parco Archeologico di Pompei

Le sette scoperte archeologiche che hanno segnato il 2025 del nostro Paese

Ritrovamenti, studi e ricerche che allargano le conoscenze dell’archeologia confermando quanto sia ricco, variegato e stratificato il passato della penisola italiana

La Casa del Tiaso a Pompei

Una grande sala da banchetto, scavata nell’area centrale di Pompei (Insula 10, Regio IX) ha restituito un eccezionale ciclo di fregi dipinti a tema dionisiaco: baccanti e satiri impegnati nella cerimonia di iniziazione di una donna, rappresentata con un vecchio sileno al centro della composizione. La megalografia, una delle nove giunteci dall’antichità, così chiamata per le dimensioni delle figure a grandezza naturale, è attribuibile al II Stile della pittura pompeiana e risale al decennio tra 40-30 a.C. Sui tre lati dell’ambiente le figure dipinte su piedistalli sembrano statue «vive» grazie alla resa dei movimenti e delle vesti: danzano e cacciano le baccanti, suonano il doppio flauto giovani satiri dalle orecchie appuntite.

Una veduta della necropoli di via Santa Croce a Trento. Courtesy Archivio Ufficio Stampa Pat

La necropoli preromana nel centro storico di Trento

Oltre 200 tombe (a cremazione indiretta) emerse nella grande necropoli in via Santa Croce nel cuore di Trento gettano luce sulle pratiche funerarie, la struttura sociale e le relazioni e gli scambi delle comunità alpine con le genti della pianura Padana, gli Etruschi e i Veneti tra 800 e 500 a.C. Caratteristica della necropoli, che ha restituito corredi funerari particolarmente ricchi segno della presenza di un’élite, sono le stele funerarie infisse verticalmente con funzione di segnacolo. Disposte in file subparallele con direzione principale Nord-Sud, raggiungono i 2,40 m di altezza: ciascuna stele delimita a ovest la tomba principale, in cassetta litica coperta da una struttura a tumulo, attorno alla quale si sono aggiunte nel tempo ulteriori sepolture. 

Corredo funebre dalla tomba etrusca di San Giuliano a Barbarano Romano (Vt)

La tomba etrusca inviolata a Barbarano Romano

Una tomba etrusca, inviolata, eccezionalmente intatta, è stata scoperta in provincia di Viterbo, nella necropoli di Caiolo, all’interno dell’area archeologica di San Giuliano a Barbarano Romano. Oltre un centinaio di reperti raccontano delle pratiche funerarie e del rango dei defunti in un contesto ascrivibile alla fine del VII secolo a.C., miracolosamente integro, scampato agli scavi clandestini e pertanto assai rilevante dal punto di vista scientifico. Un ritrovamento rarissimo che restituisce una «fotografia» di vita attraverso il rituale della morte.

Una veduta aerea dell’area urbana del Parco Archeologico di Gabii. Photo: Ministero della Cultura

La vasca di Gabii

L’ultima campagna di scavo del progetto internazionale «Gabii Project» si è concentrata presso l’area urbana dell’antico insediamento, uno dei più importanti del «Latium vetus», a circa 18 chilometri a est di Roma. Tra i rinvenimenti più significativi, spicca un complesso edilizio monumentale che include un’imponente vasca in blocchi squadrati di pietra gabina («lapis gabinus»), probabilmente con funzione sacra, collocata in un ampio spazio aperto pavimentato con lastre dello stesso materiale tufaceo. Entrambe le strutture, databili alla metà del III secolo a.C., rappresentano un esempio di pianificazione monumentale innovativa, finora senza precedenti analoghi noti.

Una veduta del rilievo funebre con coppia di sposi dalla tomba monumentale nella necropoli di Porta Sarno a Pompei

Il rilievo funebre dalla necropoli di Porta Sarno a Pompei

Un uomo e una donna, forse una coppia di sposi, su un rilievo funebre a dimensioni quasi reali pertinente a una tomba monumentale presso la necropoli di Porta Sarno, fuori le mura di Pompei. Nell’area, indagata dal luglio 2024, in precedenza erano state individuate oltre 50 sepolture a cremazione. Il simbolismo degli accessori scolpiti della donna potrebbe identificarla come una sacerdotessa di Cerere. La qualità dell’intaglio nelle sculture e le loro caratteristiche arcaiche suggeriscono una datazione al periodo tardo-repubblicano.

La testa della kore di Vulci, dal caratteristico sorriso arcaico. Il resto del corpo è andato perduto. Gli archeologi ritengono che la statua sia stata realizzata ad Atene nei primi anni del V secolo a.C. Photo: Progetto Vulci Cityscape

La fanciulla di Vulci

Una bellissima testa di kore, il cui corpo è andato perduto, è stata rinvenuta a Vulci nell’ambito delle ricerche promosse dal progetto Vulci Cityscape. In particolare è stata ritrovata nel settore sud ovest di un nuovo tempio monumentale. Il volto, scolpito in marmo greco e con tracce della policromia originaria, presenta il caratteristico sorriso arcaico, gli occhi in terracotta e le ciglia in metallo. Sulla testa un alto diadema e orecchini a disco sulle orecchie. Gli studiosi ritengono che sia stata realizzata ad Atene nei primi anni del V secolo a.C. e da lì abbia raggiunto la città di Vulci come tante pregevoli opere della statuaria greca. 

Il cantiere dello scavo archeologico nelle Grotte Petrosa-Auletta

Il culto nelle Grotte di Pertosa

A 40 chilometri da Salerno, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, un luogo di culto frequentato da gruppi locali o di passaggio nel territorio tra IV e I secolo a.C., è testimoniato da numerosi manufatti tra cui lucerne e monete. Uniche in Europa per la presenza di un fiume sotterraneo navigabile e per il ritrovamento di una palafitta dell’Età del Bronzo costruita all’interno della cavità, le Grotte di Pertosa-Auletta rappresentano un raro esempio di ecosistema ipogeo. Nel 2025 gli scavi hanno consentito di individuare una struttura cultuale di età ellenistica e di ampliare l’area documentata della palafitta protostorica. Nel 2026 sono previsti le analisi scientifiche dei reperti e nuovi rilievi in aree ancora inesplorate.

Redazione, 29 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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