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Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliMattoni in terracotta, esili steli di canne, pannelli in abete rosso, acciaio, materiali riciclati. È varia la natura delle cinque capanne che, dal 5 giugno al 29 settembre, i visitatori dell’Accademia di Francia a Roma potranno ammirare nei giardini storici di Villa Medici. Per la sua quarta edizione, il Festival des Cabanes propone una riflessione sull’architettura come pratica sostenibile e in dialogo con l’arte, il design e l’artigianato. Da questo dialogo sono nate le cinque proposte architettoniche, ideate da altrettanti studi internazionali. Per tutta la durata dell’esposizione, numerosi saranno gli appuntamenti del programma artistico disciplinare del Festival (fra visite botaniche, laboratori di eco-design, corsi di yoga), a partire da La Nuit des Cabanes che, dalle ore 17 del 3 luglio, offrirà la possibilità di passeggiare nei giardini illuminati durante le ore serali, con spettacoli, letture, concerti e attività per famiglie. La kermesse vedrà la partecipazione degli artisti in residenza, oltre a numerosi ospiti come Alain Damasio, Smaïl Kanouté, Maroussia Rebecq, Clara Ysé e Katarina Andreou, che presenterà una performance.
Le capanne, posizionate fra i geometrici viali della Villa, disegnati dalle siepi di alloro, bosso, leccio e mirto, sono pensate come luogo di incontro e di accoglienza, punto di contatto fra natura e creazione umana. Atelier Mare di Marsiglia, ha utilizzato l’arundo donax, pianta invasiva diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, nota anche come canna domestica, per creare la capanna «Arundo». Mbl Architectes, di Saint-Ouen-sur-Seine, ha dato vita a un padiglione di lettura, «Librairie 7L», dal tetto in mattoni sostenuto da una struttura in legno e metallo. La capanna «Chiostro-Who lives here?» è stata creata dagli architetti romani Campo e dagli studenti internazionali del Diploma 20 dell’Architectural Association di Londra, in collaborazione con l’artista Roger Ballen. Ispirato alle tradizioni arabe e romane, il Chiostro, composto da uno spazio vuoto centrale, rivestito da scarti di legno, è proceduto da un portico che immette in quattro piccole stanze chiuse. All’interno della capanna, disegni e oggetti disseminati da Roger Ballen (la cui personale è visibile fino al 27 luglio presso il Mattatoio di Roma), trasformano lo spazio claustrale in luogo caotico e perturbante.
È una moderna rilettura delle case prefabbricate degli anni cinquanta, la capanna modulare e smontabile «La Coque», creata da Fondazione Huttopia con Théo Kermarrec, Pierre Robion e Charles Waltmann (Lione), mentre Associates Architecture di Brescia, ha disegnato «Pan-orama», recinto di forma quadrata che, incorporando al suo interno un pino, disegna due spazi: uno interno e uno esterno, aperto sulla magnifica veduta offerta dai giardini di Villa Medici. Proprio per celebrare lo straordinario panorama visibile dalla Villa, torna a Roma, dopo 250 anni, il dipinto «Panorama di Roma visto dalla terrazza di San Pietro in Montorio» dell’architetto e ingegnere Louis Le Masson, realizzato nel 1779 dalla collina del Gianicolo. L’opera, alta più di quattro metri, sarà esposta per tutta l’estate in una delle sale storiche di Villa Medici.
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