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Adel Abdessemed, «Politics of Drawing», 2025

Courtesy l’artista e Galleria Continua. © Adel Abdessemed, Paris ADAGP 2025

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Adel Abdessemed, «Politics of Drawing», 2025

Courtesy l’artista e Galleria Continua. © Adel Abdessemed, Paris ADAGP 2025

La «Primavera Romana» di Abdessemed sboccia fuori stagione

La prima personale dell’artista francese alla Galleria Continua: disegni che trasformano tensioni, fede e natura in un racconto visivo potente

Arianna Antoniutti

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«“Primavera Romana”: una stagione introspettiva in cui Roma risveglia i suoi segreti più profondi. Un dialogo intimo con la Città Eterna, la sua luce, le sue ombre e i suoi silenzi. Questa città che osserva tanto quanto si lascia osservare...», così Adel Abdessemed introduce il visitatore alla sua prima personale nella capitale. È una primavera spiazzante e fuori stagione quella che, dal 12 dicembre fino al 28 febbraio 2026, l’artista francese di origine berbera mette in scena presso la Galleria Continua. Come sempre accade nell’arte di Abdessemed, violente tensioni e temi divisivi costituiscono il nucleo centrale del suo lavoro, anche quando, come in questo caso, si celano sotto una superficie apparentemente quieta. Per gli spazi della galleria ospitati nell’Hotel The St. Regis Rome, l’artista ha scelto di esporre una serie di disegni. Né sculture o fotografie, né installazioni o video, solo disegni a carboncino e pastello su carta, realizzati con tratto insieme nervoso e accurato. Organizzati per nuclei tematici, riassumono la produzione grafica di Adel Abdessemed dal 2010 fino al 2025. Fra le sue creazioni più recenti è il foglio con un agnello, simbolo cristiano di redenzione e innocenza, placidamente seduto su candelotti di dinamite: un sotterraneo presagio di minaccia che prende corpo nella figura di un animale, uno dei temi più frequentemente trattati dall’artista. Sempre del 2025 è il disegno di un asino, appartenente alla serie «Politics of Drawings».

Andando a ritroso nel tempo, «Histoire de l’Art» del 2010 racconta l’incontro dell’artista, allora arrivato in Francia da pochi mesi, con la pala d’altare di Isenheim dipinta da Grünewald, conservata al museo Unterlinden di Colmar. Abdessemed riproduce quella tensione dolorosa delle membra contratte del Cristo, aggiungendo all’immagine del crocefisso un braccio composto da vero filo spinato. Il grande disegno, oltre due metri, cui l’oggetto conferisce drammatica tridimensionalità, è posto in relazione con «Politics of the Studio, Pope» del 2020. Sulla superficie di due fogli di carta uniti, una deserta piazza San Pietro, metafisica e agitata da vento e pioggia, accoglie la figura del papa in preghiera.

Abdessemed utilizza frequentemente segni e simboli religiosi, come il melograno, qui associato a nature morte con fiori recisi, accanto ai quali sono poggiati, con ironica ed elegante simmetria, candelotti di dinamite. Anche gli animali, nella visione dell’artista, possono diventare nature morte, come i pesci disegnati in un bicchiere: «sono natura morta vivente, un bagliore sospeso tra movimento e immobilità, dove la vita sembra stare sull’orlo del proprio silenzio». Nei prossimi mesi la galleria ospiterà, oltre alla mostra di Abdessemed, progetti e attività culturali, residenze d’artista, workshops per le scuole secondarie, talks ed eventi tematici: una «primavera romana» in pieno inverno.

Adel Abdessemed, «Histoire de l’Art», 2010. Courtesy l’artista e Galleria Continua. © Adel Abdessemed, Paris ADAGP 2025

Arianna Antoniutti, 12 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

La «Primavera Romana» di Abdessemed sboccia fuori stagione | Arianna Antoniutti

La «Primavera Romana» di Abdessemed sboccia fuori stagione | Arianna Antoniutti