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Jacopo Tintoretto, «L’Ultima Cena», 1592-94, Venezia, Basilica di San Giorgio Maggiore

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Jacopo Tintoretto, «L’Ultima Cena», 1592-94, Venezia, Basilica di San Giorgio Maggiore

Progetto Restituzioni • Raccontare per preservare

In questo complesso percorso di salvaguardia, restauratori, studiosi, storici dell’arte, sono solo una parte della platea cui si rivolge il programma, il cui principale obiettivo, da sempre perseguito, è il coinvolgimento e la partecipazione delle comunità e dei territori

16 settembre 1989, con il titolo «La Banca per l’Arte», ha inizio la lunga storia espositiva di Restituzioni. Si apre a Vicenza, in Palazzo Leoni Montanari, la prima mostra del progetto, grazie all’impegno della Banca Cattolica del Veneto, poi Nuovo Banco Ambrosiano, oggi confluito in Intesa Sanpaolo. Attraverso un fondo messo a disposizione per il restauro di opere d’arte sul territorio veneto, vengono presentate al pubblico le prime dieci opere restaurate, tra cui «L’Ultima Cena» di Tintoretto, la «Sacra Famiglia con San Giovannino» del Veronese e il «Trasporto di Cristo al sepolcro» di Jacopo Bassano. 

In trentasei anni, Restituzioni ha aumentato costantemente la partecipazione di enti ministeriali e di regioni coinvolte, come pure il numero e la tipologia delle realtà beneficiate (siti archeologici, chiese, musei). Di tutto questo, puntualmente, hanno dato conto le mostre temporanee, organizzate a conclusione di ciascuna edizione, dunque al termine della stagione degli interventi. Fino al 2011, sede storica della mostra è stato Palazzo Leoni Montanari, primo sito museale di Intesa Sanpaolo. Con la X edizione di Restituzioni, nel 2000, la sfera di interventi del progetto, finora limitata al territorio veneto, si amplia includendo la Lombardia, nella prospettiva di far crescere i cantieri di restauro, coinvolgendo altre regioni italiane. 

Con la XV edizione, nel 2011, che corona i vent’anni di attività, la mostra diviene itinerante. L’esposizione delle opere restaurate (tra cui il Tabernacolo dei Linaioli di Beato Angelico) si tiene dapprima a Firenze, presso la Galleria Palatina di Palazzo Pitti e presso il Museo di San Marco, poi alle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza. Nel 2013, quarantacinque nuclei di opere d’arte – per un totale di oltre 250 manufatti – appartenenti ai territori di Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Calabria, Puglia, ai poli museali di Venezia, Firenze, Napoli e ai Musei Vaticani, sono esposti a Napoli: al Museo di Capodimonte e alle Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano. È Gallerie d’Italia – Piazza Scala, sede museale milanese di Intesa Sanpaolo, a ospitare la mostra del 2016, che vede presentati al pubblico 145 manufatti: dal Cavaliere Marafioti del 400 a.C., all’armatura giapponese conservata nell’Armeria Reale di Torino, fino ai tre rilievi lignei del Monte Calvario della cittadina di Banska Štiavnicá. In linea con la dimensione internazionale di Intesa Sanpaolo, Restituzioni per la prima volta include difatti un territorio europeo, la Repubblica Slovacca, sede di una banca estera del Gruppo. 

Due anni dopo, la XVIII edizione è ospitata dalla Venaria Reale: oltre 200 le opere esposte, con la consueta ampia casistica di tipologie di materiali e tecniche: dalle pitture murali della tomba di Henib (1976-1794 a.C.), alla Trasfigurazione di Giovanni Bellini. I restauri dell’edizione 2022 sono presentati negli spazi dedicati alle esposizioni temporanee delle rinnovate Gallerie d’Italia di Napoli: ventisei secoli di Tesori d’arte restituiti alla fruizione pubblica, grazie a un lavoro costante, solo rallentato ma mai interrotto dalla pandemia. Trentasei anni sono trascorsi dalla prima edizione, oltre 2.200 le opere complessivamente restaurate, e il viaggio prosegue. In questo complesso percorso di salvaguardia, restauratori, studiosi, storici dell’arte, sono solo una parte della platea cui si rivolge il programma, il cui principale obiettivo, da sempre perseguito, è il coinvolgimento e la partecipazione delle comunità e dei territori. In questo senso, i cataloghi scientifici e le guide alle mostre, realizzati a conclusione di ciascuna edizione, costituiscono non solo un momento di confronto fra addetti ai lavori, ma un’occasione per condividere con un più ampio pubblico i risultati e le motivazioni di Restituzioni. 

Nei cataloghi, che raccolgono le schede storico-artistiche e le estese relazioni di restauro di ciascuna opera (redatte da studiosi, archeologi, storici dell’arte, funzionari di Soprintendenza che hanno diretto i lavori), i testi sono corredati da un ricco apparato di immagini a colori che documenta il prima, durante e dopo dei restauri. Dal 2013 i cataloghi vengono pubblicati anche online e sono scaricabili gratuitamente dal sito istituzionale restituzioni.com, in cui prende forma un sorprendente museo virtuale. Sul sito è inoltre disponibile «Restories»: un hub editoriale che trasforma il restauro in un racconto vivo, intrecciando storia, tecnica e nuove forme di narrazione. 

Arianna Antoniutti, 15 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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Progetto Restituzioni • Raccontare per preservare | Arianna Antoniutti

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