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Particolare della decorazione del Pornopapiro di Torino (CGT 55001): uomo con il fallo in erezione e una sporta. Da J. Omlin, Der Papyrus 55001 und seine satirisch-erotischen Zeichnungen und Inschriften, Torino 1973, tav. IV

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Particolare della decorazione del Pornopapiro di Torino (CGT 55001): uomo con il fallo in erezione e una sporta. Da J. Omlin, Der Papyrus 55001 und seine satirisch-erotischen Zeichnungen und Inschriften, Torino 1973, tav. IV

50 sfumature di lapislazzuli | 6.8

Amore e desiderio nell'antico Egitto. Parabola di un amante superdotato

Francesco Tiradritti

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Nella scena in cui lo scriba Thoth […] possiede la fanciulla sul cocchio, fa la sua comparsa un uomo superdotato. La sua immagine è più piccola rispetto alle altre come se, in un abbozzo di prospettiva ante litteram, l’autore avesse inteso rappresentarlo in secondo piano.

L’uomo è raffigurato quasi calvo e con la barba incolta, come se stesse tornando dal lavoro o rientrando da un viaggio. Quest’ultima idea sembrerebbe anche suggerita dalle dimensioni ridette della figura, che suggeriscono un avvicinamento, e dalla sporta che stringe nella mano destra. L’uomo solleva la sinistra in un saluto rivolto alle due fanciulle aggiogate al cocchio. Una risponde con un gesto simile. L’enorme fallo è in evidente stato di erezione e testimonia l’urgente necessità del proprietario di soddisfare il proprio desiderio.

L’impellenza richiede un rapido sollievo e nella scena successiva l’uomo, con la sporta buttata sulla spalla sinistra, è impegnato in un amplesso ancora una volta «a tergo». La co-protagonista è completamente addoppiata su se stessa. La spropositata lunghezza del membro virile ha condotto a un allungamento eccessivo delle gambe della fanciulla, che arriva a malapena a mantenersi in equilibrio toccando il suolo con le punta delle dita. La similitudine di questa posa con quella della dea del cielo Nut, che si distende lungo tutta la volta celeste poggiando i piedi a est e le mani a ovest, non è sfuggita ad alcuni commentatori del papiro e ha alimentato la teoria che vorrebbe alcune tra le sue figurazioni intese riprodurre sotto una luce satirica il mondo religioso egizio.

La posizione assunta dalla fanciulla sembrerebbe però più dettata dall’esuberanza virile che dall’intento di imitare una figura divina. Quel poco che rimane del viso della ragazza mostra la mancanza dell’orecchino. Il particolare induce a identificare la figura con quella di una delle due fanciulle aggiogate al cocchio, con tutta probabilità proprio quella che saluta l’uomo.

Malgrado la frammentarietà le due scene possiedono altrettanti particolari che inducono a istaurare una relazione tra loro i personaggi: per l’uomo è la sporta, prima tenuta in mano e poi gettata dietro le spalle, per la ragazza l’assenza dell’orecchino. La corrispondenza pone perciò in essere una tensione narrativa attraverso la quale viene raccontata la breve storia di un uomo dal fallo eccezionale che si avvicina a una ragazza e la possiede.

Secondo l’attuale ricostruzione del documento la narrazione terminerebbe qui e il papiro proseguirebbe con la cosiddetta «parte satirica» in cui una serie di animali sono ritratti mentre svolgono azioni umane. In uno dei frammenti posti attualmente all’estremità opposta vi sono però i resti di una seconda figura maschile con una sporta buttata dietro la spalla sinistra, particolare che induce a pensare si possa trattare sempre del protagonista della breve storia.

Le fratture del papiro non impediscono, d’altro canto, di considerare le due scene come fossero poste una di seguito all’altra e consentono di ipotizzare che l’attuale ricostruzione debba essere rivista. È utile ricordare che, con poche variazioni, si tratta di quella proposta due secoli or sono, quando l’egittologia scientifica stava muoveva i primi passi.

Il Pornopapiro è in realtà costituito da quattro o cinque gruppi di frammenti non contigui. Questo implica perciò che le relazioni reciproche si fondino più su ipotesi che su certezze. L’esempio più chiarificatore è dato dalla parte con le scene degli animali umanizzati.

Considerata giustamente come un’unità a sé stante è stata posta alla fine (estremità destra) del documento. Non è mai stata presa in considerazione la possibilità che tale posizionamento potesse essere errato. Il suo stato di maggiore frammentarietà indica però con chiarezza che dovesse trovarsi nel punto di maggiore usura (di norma all’inizio del documento) che, in questo caso, doveva trovarsi a sinistra.

La possibilità che l’attuale ricostruzione sia da rivedere si troverebbe perciò ribadita dalla possibilità di posizionare una di seguito all’altra le scene in cui compare l’uomo con la sporta sulla spalla. In tale modo la breve storia iniziata con il suo avvicinamento alle due fanciulle aggiogate al cocchio potrebbe perciò proseguire.

Nella vignetta successiva toccherebbe perciò alla ragazza che si trovava in precedenza sul pianale del cocchio. Lo lascerebbe presupporre il fatto che questa indossa la parrucca e la presenza dell’orecchino, particolari che la rendono diversa dalle due fanciulle aggiogate. È evidente che la «cocchiera» si è liberata dello scriba Thoth […] e può perciò prestare ora le proprie attenzioni all’ardente e insaziabile nuovo venuto. L’amplesso tra i due amanti avviene di nuovo «a tergo», posizione evidentemente prediletta da entrambi, visto che l’hanno appena messa in pratica con altri partner. L’uomo afferra una ciocca della parrucca della fanciulla come se si trattasse di una briglia nel chiaro intento di imitare la scena sul cocchio allo svolgimento della quale aveva assistito mentre stava sopraggiungendo.

Il secondo amplesso indebolisce ma non spegne l’ardore dell’aitante protagonista che appare comunque provato: nella scena successiva è infatti raffigurato disteso a terra. Da notare la linea semicircolare che delimita la parte inferiore del suo collo e che richiama l’ampia collana dell’uomo in avvicinamento, altro elemento che pone in relazione le scene. Malgrado il visibile sfinimento, Il membro continua a rimanere turgido ed è allora una terza fanciulla, probabilmente la seconda di quelle aggiogate, a prendersene cura. È ritratta mentre si posiziona sul lungo fallo e allunga le braccia verso il viso dell’uomo in un gesto che in altre scene esprime arrendevolezza.

Il risultato del tour-de-force sessuale è il tema della quinta vignetta. I tre personaggi femminili, che ripropongono nelle proporzioni lo schema della scena con il cocchio, sostengono l’uomo evidentemente svenuto. Malgrado il ritrovato stato di quiete, il fallo continua a mantenere proporzioni eccezionali tanto da costringere una delle due fanciulle a sostenerne il glande.

La scena successiva è ambientata in una camera. Allungata sul materasso di un letto, sotto al quale sono posizionati due recipienti, la ragazza con la parrucca protende le braccia verso la testa dell’uomo disteso in modo scomposto sul pavimento, visibilmente addormentato.

Le vignette che raccontano la breve storia erano commentate da didascalie in ieratico purtroppo molto frammentarie. Una di queste rivela che anche il protagonista dall’insaziabile libido è uno scriba e il cui nome doveva essere l’assai comune [Amen]hotep. Nella scena in cui afferra la ciocca della parrucca della fanciulla come fosse una briglia la didascalia riporta una sua affermazione in cui si vanta di avere successo e di essere affidabile. Lo dice quando è all’apice delle sue prestazioni sessuali, inconsapevole che di lì a poco il suo insaziabile membro lo porterà al totale esaurimento delle sue risorse fisiche.

L’urgenza del desiderio, l’impellenza nel soddisfarlo e il loro graduale spegnersi sono magistralmente restituiti dal ritmo delle vignette in cui gli spazi costituiscono efficace contrappunto alle figurazioni. Anche se scene degli amplessi sono ben separate tra loro alcuni dettagli figurativi le concatenano una all’atra dichiarando un avvicendamento temporale concitato. Il momento del raggiungimento dello sfinimento si trova compresso in uno spazio delimitato dalle vignette precedente e successiva quasi a sottolineare la costrizione fisica in cui si viene a trovare il protagonista.

La penultima e soprattutto l’ultima scena occupano invece un più ampio spazio che bene sottolinea il soddisfacimento delle pulsioni e il raggiungimento della quiete. L’uomo, schiavo del proprio desiderio è riuscito infine a domarlo e può chiudere gli occhi e dormire.

CINQUANTA SFUMATURE DI LAPISLAZZULI
Amore e desiderio nell'antico Egitto

1. Parole antiche per aneliti senza tempo
2. Egyptian gods do it better!
3. L'amore cosmico
4.1 L'antica bellezza
4.2 L'antica bellezza
5. il tempo delle tilapie in fiore
6.1 Un documento scottante: il Pornopapiro di Torino
6.2 Un intrattenimento musicale particolare
6.3. Il Pornopapiro e la storia di due fratelli
6.4. Piaceri voyeuristici e fumigazioni terapeutiche
6.5. Eterno femmineo e virilità effimera
6.6. L'omo e la panterona
6.7. Donne e «motori», binomio senza tempo
6.8. Parabola di un amante superdotato

Particolare della decorazione del Pornopapiro di Torino (CGT 55001): uomo con il fallo in erezione e una sporta. Da J. Omlin, Der Papyrus 55001 und seine satirisch-erotischen Zeichnungen und Inschriften, Torino 1973, tav. IV

Particolare della decorazione del tempio di Dendera: la dea del cielo Nut allunga le braccia verso occidente mentre ingoia il sole al tramonto. Fotografia di Francesco Tiradritti.

Proposta di ricostruzione del segmento narrativo del Pornopapiro di Torino (CGT 55001). Elaborazione grafica di Francesco Tiradritti dalla copia di Mario Tosi pubblicata in J. Omlin, Der Papyrus 55001 und seine satirisch-erotischen Zeichnungen und Inschriften, Torino 1973, tav. XIII

Francesco Tiradritti, 26 marzo 2021 | © Riproduzione riservata

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