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Isabella Gherardi, «Nijima», 2020. Cortesia Die Mauer

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Isabella Gherardi, «Nijima», 2020. Cortesia Die Mauer

The Phair fa tendenza senza seguire le mode

Il Padiglione 3 di Torino Esposizioni progettato da Sottsass, Biscaretti di Ruffia e Nervi ospita 50 gallerie tornate in fiera

Jenny Dogliani

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Sarà The Phair la prima fiera in epoca Covid. Appuntamento dal 18 al 20 giugno (inaugurazione il 17) nel Padiglione 3 di Torino Esposizioni, l’ex centro fieristico progettato nel 1938 da Ettore Sottsass, ricostruito e ampliato nel dopoguera da Roberto Biscaretti di Ruffia e Pier Luigi Nervi. Quattromila metri quadrati caratterizzati da un’imponente volta a vela nervata ospiteranno una cinquantina di gallerie italiane, italiane che lavorano all’estero o straniere che lavorano in Italia.

«Un inno all’italianità già nelle intenzioni pre Covid», spiega il direttore e ideatore della manifestazione Roberto Casiraghi, che aggiunge: «Non è una fiera di fotografia, ce ne sono già di prestigiose, è una fiera che riguarda l’immagine. Le gallerie portano gli artisti che lavorano anche con la fotografia, ma che non sono necessariamente solo fotografi».

Ciascun espositore avrà a disposizione un solo stand di 24 metri quadrati, nel quale realizzare una piccola mostra curata: «Abbiamo tolto alla radice le manifestazioni di muscolarità che si vedono nelle grandi fiere, dove ci sono gallerie con stand enormi e accanto altre con stand minuscoli. Cosa che nel pubblico ingenera anche inconsapevolmente l’idea che nella galleria con lo stand grande ci siano opere molto importanti e in quella con lo stand piccolo ci siano opere meno importanti», prosegue Casiraghi.

Nella seconda edizione (la prima si è tenuta nel 2019 nell’ex Borsa Valori) ci saranno un 20% in più di gallerie e tantissime riconferme tra cui i torinesi Peola Simondi, Photo & Contemporary, In Arco, Mazzoleni, a Massimo De Carlo (Milano, Londra), Alfonso Artiaco (Napoli) e Repetto (Londra), Rossi&Rossi (Londra e Hong Kong), solo per citarne alcuni.

Tante piccole mostre, dunque, per una fiera di tendenza che non segue le mode: «È difficile che ci siano da noi due progetti sui medesimi artisti. Vogliamo evitare che l’artista di turno agli onori del mercato compaia in tutti gli stand», spiega Casiraghi. The Phair, che in condizioni normali si sarebbe svolta tra la terza e la quarta settimana di maggio, è il centro gravitazionale della seconda settimana torinese dell’arte contemporanea, dopo quella autunnale legata ad Artissima.

Per questo la manifestazione conta sul sostegno di Comune,  Fondazione Crt, Camera di Commercio, Fondazione Sandretto e di tutto il sistema dell’arte contemporanea torinese. Domenica 20 giugno Patrizia Sandretto ospiterà a Guarene un consistente gruppo di collezionisti invitati con il sostegno della Camera di Commercio.

Ci saranno inoltre una grande campagna pubblicitaria e un servizio navetta (nel rispetto delle norme Covid) per collegare nei giorni della fiera e nella notte bianca del sabato (coprifuoco permettendo) tutte le attività e istituzioni che parteciperanno alla settimana dell’arte: Camera, Fondazione Sandretto, Castello di Rivoli, Gam, le gallerie e tanti altri ancora.

Isabella Gherardi, «Nijima», 2020. Cortesia Die Mauer

Jenny Dogliani, 17 giugno 2021 | © Riproduzione riservata

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