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La «Madonna col Bambino» ascrivibile all’entourage di Raffaello (particolare). © Dorotheum

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La «Madonna col Bambino» ascrivibile all’entourage di Raffaello (particolare). © Dorotheum

Ritratti di signore da Dorotheum

Alla casa d'aste austriaca torna Artemisia, tra Bellotto e l’entourage di Raffaello

Elena Correggia

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Una delicata «Madonna col Bambino» che si avvicina alle opere giovanili di Raffaello, o comunque ascrivibile all’entourage del maestro urbinate, sarà uno dei lotti di punta dell’asta organizzata da Dorotheum il 22 ottobre. Il dipinto, stimato 300-400mila euro, è stato sottoposto all’esame storico artistico e ad analisi di laboratorio come la riflettografia infrarossa che ha rivelato la presenza di un disegno preparatorio sottostante simile a quello riscontrato nelle opere di Raffaello.

Il tratto disinvolto e la tecnica raffinata lo accostano ai lavori realizzati durante il periodo umbro (1497-1503/04) e non mancano analogie con altre opere dell’artista come la «Madonna Northbrook» conservata al Worcester Art Museum, in Massachussetts, e la «Madonna Cowper» alla National Gallery of Art di Washington. L’opera in asta è stata riscoperta in una collezione privata europea già appartenuta alla duchessa di Castiglione Colonna (1836-79).

Fra gli altri lavori di artisti italiani all’incanto si fa notare un «Capriccio» di Bernardo Bellotto che coniuga motivi classici e medievali alla citazione di alcuni edifici di Dresda, città dove il quadro fu dipinto (100-150mila).

Sono presenti anche due artiste, ovvero Artemisia Gentileschi il cui «Davide con la testa di Golia» dall’accentuato chiaroscuro è databile 1631 (400-600mila) e Lavinia Fontana con «Cristo e la Samaritana alla fonte», una tela che si ritiene in origine nella collezione della nobile famiglia romana dei Pignatelli (50-70mila).

Esprime pienamente l’attenzione verso i ceti sociali più umili, propria dei «pittori della realtà» lombardi del XVIII secolo l’olio su tela «I soldati che giocano a carte» di Giacomo Ceruti detto Il Pitocchetto (300-500mila). La scena di genere vede protagonisti alcuni fanti «oltremarini» della Serenissima, colti in modo naturalistico in un frammento di quotidianità.

La pittura fiamminga trova invece fra i suoi rappresentanti Jan Brueghel II con una natura morta floreale dai vividi colori, in ottime condizioni di conservazione (100-150mila), mentre di Anton van Dyck sono presenti due dipinti.

Nel primo, «Sant’Andrea» (200-300mila), il tema degli apostoli trova ispirazione nel suo maestro Rubens, benché non sia privo di un potere emotivo e di un’espressività del tutto personali.

La seconda opera, «Ritratto di signora» (120-180mila), probabilmente una nobildonna genovese, costituisce un rarissimo esempio di olio su rame di Van Dyck e testimonia i legami fra Anversa e Genova nel XVII secolo.

Sempre da Dorotheum, il 23 ottobre, sarà la volta dei dipinti dell’Ottocento. Con una stima di 1,5-1,9 milioni di euro è offerto l’olio «Signora turca», una delle rare opere sul mercato di Osman Hamdi Bey (1842-1910), fondatore della pittura turca moderna. Si formò a Parigi con Gustave Boulanger e Jean-Léon Gérôme e conciliando tradizione e modernità, Oriente e Occidente, svolse un ruolo importante per la vita culturale della Turchia nella seconda metà del XIX secolo.

La «Madonna col Bambino» ascrivibile all’entourage di Raffaello (particolare). © Dorotheum

Elena Correggia, 21 ottobre 2019 | © Riproduzione riservata

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Ritratti di signore da Dorotheum | Elena Correggia

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