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Elena Correggia
Leggi i suoi articoliDa Boetti a Schifano, da Savinio a Salvo, senza dimenticare grandi nomi internazionali come Warhol, Katz, Twombly e Hockney proposti a stime piuttosto conservative: Christie’s sfida il delicato momento macroeconomico globale con un trionfo di colore e di figurazione. È quanto traspare dai lavori esposti in tour in Italia in questi giorni (dopo Torino, saranno all’hotel de Russie a Roma il 24 settembre e a Palazzo Clerici a Milano il 1° ottobre), prima di approdare alle aste autunnali di Londra del 15 e 16 ottobre, di Parigi del 23-24 ottobre e di New York il 1° novembre.
Se guerre militari ed economiche hanno raffreddato gli entusiasmi del mercato la risposta della casa d’aste punta sulla competenza. «Rispetto a qualche tempo fa la principale differenza è che ci sono molte meno opere disponibili e bisogna essere consapevoli che il mercato non è più in grado di assorbire migliaia di lavori contemporaneamente», commenta Mariolina Bassetti, presidente di Christie’s Italia e presidente per l’Europa continentale per il dipartimento di Arte del dopoguerra e contemporanea. «Ecco perché diventa sempre più importante la capacità di selezionarli, di proporli alla stima corretta e di scegliere anche il ‘contenitore giusto’, la piazza migliore per valorizzarli».
Fra le collezioni più importanti spicca «Il Senso del Colore» dell’industriale Alessandro Grassi (1942-2009). «Grassi aveva il colore nel suo Dna: il padre, chimico, fu tra i fondatori di Colorama, importante produttore di inchiostri da stampa e lui stesso ne seguì le orme imprenditoriali», continua Bassetti. «Fu un anti- minimalista, iniziò a collezionare nel ’79 con la Transavanguardia toccando poi un po’ tutte le corde dell’espressione artistica del secondo dopoguerra, dalla Pop Art allo Spazialismo e all’Arte Povera». La raccolta si compone di 10 opere, esposte per l’ultima volta al pubblico nel 2018 al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, che saranno disperse in più vendite, fra Parigi, Londra e New York.

Boetti e Paladino, «Senza Titolo», 1989-1991. © Christie’s Images Limited 2025

Alighiero Boetti, «Untitled», 1968. © Christie’s Images Limited 2025
A Londra, il 15 e 16 ottobre, nella settimana di Frieze, saranno venduti tre lavori di Alex Katz dove l’approccio alla figura umana è quasi classico: «Kym 2», del 1989-90, un enorme ritratto di 101,5x330cm, stimato 700-920mila euro, «Sissel» del 2000 (410-580mila euro) e «Study for chance» del 1990 (150-210mila). «Grassi ebbe l’intuizione di comprare le opere di Katz quando l’artista non era ancora così popolare, verso la fine degli anni ‘90», aggiunge l’esperta. Della stessa collezione invece a New York sarà proposta una ben riconoscibile «Jackie» di Warhol del 1964 (650-850mila dollari la stima), mentre una serie interessante di opere italiane saranno disperse a Parigi. Nell’asta Avant-garde(s) including Thinking Italian del 23 ottobre campeggiano il «Grande quadro equestre italiano» di Mario Schifano del 1978 dalla lunga storia espositiva, apparso anche sulla copertina di Flash Art del 1981-82 (150-200mila euro) e «Senza titolo (Il mondo è un insieme di particolari…)», arazzo del 1989-91, frutto di una rara collaborazione fra Mimmo Paladino e Boetti (150-200mila), accanto all’enigmatica visione di una sagoma umana vista di spalle firmata da Gino De Dominicis, «Untitled», eseguita con tempera e foglia d’argento su tela del 97-98 (80-120mila).
Oltre alla raccolta Grassi, nella stessa vendita avrà un ruolo di rilievo Boetti con un «Tutto e niente», biro blu del 1983 circa, in ottimo stato di conservazione (250-350mila) e un «Senza titolo» del ’68, una delle sue prime opere concettuali, dopo la fase poverista, in cui regola e aspetto ludico si intrecciano richiamando l’immagine del domino (80-120mila). Da tenere d’occhio, inoltre, «Le matelas», del 1965, in cui lo zoom pittorico di Domenico Gnoli enfatizza i particolari di un materasso con il consueto effetto spiazzante (1,5-2 milioni) per un artista che ha ricevuto finora un’accoglienza piuttosto discontinua dal mercato. «Le opere pop di Gnoli degli anni fra il 64 e il ‘69 sono 120 circa, alcune presenti nei musei, molto poche sul mercato. Questa è l’occasione per accostarsi quindi a un esempio della sua produzione apicale», afferma Bassetti.
Quasi assente l’universo spazialista, tranne poche eccezioni, come, nella day sale di arte contemporanea del 24 ottobre, un «Concetto spaziale, Attesa», di Fontana, un piccolo taglio su fondo azzurro del 1964 che testimonia lo scambio di idee del periodo con Yves Klein (200-300mila) e un «Achrome» storico di Manzoni in ovatta del 1960 circa (120-180mila). Molto presente invece Schifano con tecniche e stili diversi, dall’eco futurista di «Dopo le strisce» del 1965 (50-70mila) alla Pop art rivisitata in chiave poetica di «Particolare di un deserto» del ’66, tela ricoperta dal plexiglass originale dell’artista (80-120mila). Dalla raffinata collezione di un medico torinese provengono invece un lavoro in tecnica mista su carta di Cy Twombly del 1974 (140-180mila) e «L’isola misteriosa» di Alberto Savinio, fra i surrealisti più sottovalutati dal mercato, un lavoro del 1950 quasi astratto e dai profondi contrasti cromatici (50-70mila). Potrebbe poi portare nuovi sviluppi per Salvo «31 siciliani» (50-70mila), una tavola importante della serie dedicata ai personaggi illustri del passato della sua isola.
«A differenza dei paesaggi si tratta di una produzione dell’artista che rappresenta un’opportunità nuova per il mercato», conclude Bassetti. Infine, fra le opere internazionali proposte a Londra meritano una menzione anche un’insolita installazione di Mirò, d’atmosfera pop, «Sobreteixim II» del 1973 (230-340mila euro, in asta il 17 ottobre) e una carta di Hockney del ‘66, da una collezione privata romana, sul celebre tema della piscina, con dedica al compagno di vita Peter, «Peter, Swimming Pool, Encino, California», avvicinabile con una stima di 180-230mila euro (in asta il 16 ottobre).

Domenico Gnoli, «Le Matelas», 1965. © Christie’s Images Limited 2025

Mario Schifano, «Grande Quadro Equestre Italiano», 1978. © Christie’s Images Limited 2025
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