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Palazzo Chiericati raddoppia

Aperta una nuova sezione di Palazzo Chiericati, su progetto del direttore scientifico Giovanni Carlo Federico Villa

Alessandro Martini

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Passo dopo passo, il Museo Civico di Palazzo Chiericati recupera i suoi ambienti e mostra la sua importante collezione, che abbraccia sette secoli di arte locale e internazionale. L’edificio progettato da Andrea Palladio nel 1550 per Girolamo Chiericati, concluso nel Seicento e poi ampliato ancora tra XIX e XX secolo (il Museo Civico vi fu inaugurato nel 1855), è oggetto dal 2011 di un impegnativo programma di restauri e complessiva riconfigurazione che ne raddoppierà la superficie espositiva, fino a quasi 3mila metri quadrati.

Ma il progetto parte da molto prima ed è assai ambizioso, ci racconta il direttore scientifico dei Musei Civici Giovanni Carlo Federico Villa: «Nel 1998 abbiamo deciso di fare una cosa che raramente si fa in Italia: partire dalla catalogazione delle opere (pubblicata finora in otto tomi, Ndr) e dal recupero dell’intero edificio, compresi i sotterranei prima interrati». Un impegno pluriennale sostenuto da Comune e Fondazione Cariverona con più di 6 milioni di euro, per rendere Palazzo Chiericati non soltanto una «straordinaria “macchina delle emozioni”, annuncia Jacopo Bulgarini d’Elci, assessore alla Cultura del Comune, ma un grande centro culturale, incubatore di iniziative»: una nuova porta urbana affacciata su piazza Matteotti, nell’area dell’antico porto fluviale, grazie anche alla creazione di due piazze interne nelle corti del Palazzo.

Dopo le parziali riaperture del 2012, con l’allestimento nel sottotetto, in forma di casa museo, della collezione Roi e il recupero dell’interrato e degli ambienti un tempo della servitù, e il riallestimento a cura dell’allora direttrice Maria Elisa Avagnina dell’ala palladiana a fine 2014, reintegrata filologicamente, è ora la volta della porzione novecentesca dell’edificio, già adibita a uffici e servizi. Sono qui presentati i capolavori tra Medioevo e Barocco delle Collezioni Civiche, ricche di 4.500 opere, «di cui almeno 90 pezzi che compaiono in ogni manuale di storia dell’arte, da Memling a Paolo Veneziano ai Tiepolo», sottolinea Villa, attraverso un allestimento «capace di porre in costante relazione la grande pittura con la scultura e le arti applicate».

Tra le novità, la ricostruzione della Chiesa di San Bartolomeo, demolita nell’800, alta 7 metri in cui sono ricomposte le grandiose pale d’altare, da Cima da Conegliano a Bartolomeo Montagna, inserite nelle cornici lapidee ricostruite. Seguiranno i restauri dell’ala ottocentesca (che si prevede di riaprire a fine 2017), ultima tappa per il completo rinnovamento del Museo Civico.

Nell’occasione dell’apertura del primo ottobre, Palazzo Chiericati mostra il nuovo ruolo propulsore e il taglio «innovativo» delle prossime attività attraverso una serie di iniziative «non scontate», spiega il direttore, come la mostra «esperienziale nei sotterranei» intitolata «Ferro, Fuoco, Sangue! Vivere la Grande Guerra», con gli still life, riprodotti a grandissime dimensioni, scattati da Giuliano Francesconi in luoghi carichi di memorie e di dolore come Ortigara, Pasubio, Cimone, Cengio e Grappa. L’altro appuntamento cittadino è nel segno di Giovanni Bellini (Villa è stato il cocuratore della grande mostra di Bellini alle Scuderie del Quirinale del 2008) e propone un itinerario nell’arte di uno dei principali innovatori della pittura veneziana attaverso le sue due opere vicentine (il «Battesimo di Cristo» nella Chiesa di santa Corona e il «Cristo crocifisso» di Palazzo Thiene, per l’occasione esposto a Palazzo Chiericati) messe a confronto con la «Trasfigurazione» proveniente da Capodimonte a Napoli ed esposta alle Gallerie d’Italia-Palazzo Leoni Montanari.

«I lavori alla Pinacoteca fanno parte di un complessivo ripensamento, su iniziativa del Comune, del ruolo delle arti nella vita di Vicenza, spiega Villa. Da ciò nasce ad esempio il coinvolgimento di protagonisti internazionali come Bob Wilson per un progetto sul monologo dell’Amleto o del russo Aleksandr Sokurov, alla sua prima regia teatrale per il Teatro Olimpico, capolavoro di Palladio a pochi passi da Palazzo Chiericati».

Alessandro Martini, 05 ottobre 2016 | © Riproduzione riservata

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Palazzo Chiericati raddoppia | Alessandro Martini

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