Il nuovo museo dei Valdesi

Il progetto di Margherita Bert e Massimo Venegoni propone un «continuum narrativo» articolato in 6 grandi sezioni, dal Medioevo al Novecento

La vista dal Museo Storico Valdese aperta su Torre Pellice e sulle valli valdesi
Alessandro Martini |  | Torre Pellice

In quella che è considerata la «capitale dei Valdesi», nominata nel 2017 Città Europea della Riforma dalla Commissione delle Chiese Protestanti in Europa, si è riaperto il 31 ottobre, completamente riallestito, il Museo Storico Valdese gestito dal 1989 dalla Fondazione Centro Culturale Valdese. Era nato nel 1889 come Musée Historique Vaudois, in occasione del bicentenario del «Glorioso Rimpatrio», il rientro dalla Svizzera nelle Valli natie dei valdesi esiliati dal duca di Savoia Vittorio Amedeo II. Oggi è l’«unico al mondo a ripercorrere gli oltre otto secoli di storia valdese attraverso due continenti, l’Europa e le Americhe».

Il progetto di Margherita Bert e Massimo Venegoni propone un «continuum narrativo» che culmina nella torretta panoramica, aperta su Torre Pellice e sul paesaggio delle Valli valdesi, ed è articolato in 6 grandi sezioni, dal Medioevo al Novecento, nelle quali
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