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Mark Zuckerberg e Emmanuel Macron

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Mark Zuckerberg e Emmanuel Macron

Il metaverso di Macron bis

Da poco rieletto, il presidente francese rilancia le restituzioni, nuove commesse pubbliche per i giovani artisti e l’estensione del Pass Culture a tutti i ragazzi, oltre a un «metaverso europeo». Ma imbarazzano i rapporti con l’Arabia Saudita

Luana De Micco

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La cultura è stata la grande assente della campagna elettorale delle presidenziali francesi di aprile, fagocitata dal carovita e dall’invasione russa in Ucraina. È stata spesso limitata a qualche riga nei programmi dei candidati. In quello di Emmanuel Macron, rieletto per cinque anni il 24 aprile,nel paragrafo «Cultura» figurano tre misure: nuove commesse pubbliche per sostenere gli artisti emergenti, investimenti per creare un metaverso europeo, proponendo esperienze di realtà virtuale sui musei e sul patrimonio storico, e l’estensione del «Pass Culture».

Il mondo della cultura è rimasto deluso dall’esclusione dei candidati della gauche al primo turno delle presidenziali (il radicale di sinistra Jean-Luc Mélenchon, arrivato terzo, proponeva tra l’altro di portare il budget annuale della cultura all’1% del Pil), ma alla fine è stato comunque rassicurato dalla rielezione di Macron, che ha permesso di scampare l’arrivo più temuto all’Eliseo, quello dell’estrema destra di Marine Le Pen.

Ma ci si aspetta molto dal neorieletto presidente e dalla sua nuova ministra della Cultura, Rima Abdul-Malak, nominata con la nuova squadra di Governo il 20 maggio. Franco-libanese, 43 anni, Abdul-Malak è stata vicina al Partito socialista prima di diventare consigliera per la cultura di Macron nel 2019 (al posto di Claudia Ferrazzi).

Giovani e restauri
La crisi sanitaria ha avuto un grosso impatto anche sulle politiche di Macron. Musei e luoghi della cultura sono rimasti chiusi quasi un anno tra un lockdown e l’altro, tra 2020 e 2021. Rima Abdul-Malak ha lavorato nell’ombra, insieme alla ex ministra Roselyne Bachelot, per definire le misure di sostegno a un settore in grave crisi. Il budget per la cultura è aumentato: +13% in 5 anni. Per il 2022 è di 4,08 miliardi di euro, contro 3,8 miliardi del 2021.

La cultura, e in particolare i settori più colpiti dello spettacolo dal vivo e del cinema, hanno fruito della politica del «costi quel che costi» voluta da Macron: dall’inizio della pandemia, il Governo dichiara di aver investito 13,6 miliardi di euro supplementari nell’ambito del piano di rilancio (oltre al budget annule ordinario), di cui 1 miliardo per il patrimonio storico e 909 milioni di sostegni agli artisti. Macron aveva allora annunciato un piano di commesse pubbliche per aiutare gli artisti, confermato nel programma per il nuovo mandato.

L’introduzione del Pass Culture, ispirato al Bonus Cultura del governo Renzi, è stato il principale cantiere culturale del primo mandato di Macron. Dopo due anni di test e ritardi per il Covid-19, il dispositivo è stato introdotto per i diciottenni nel 2021 ed esteso a gennaio alla fascia 15-17 anni. Oggi riguarda 1,6 milioni di giovani. L’obiettivo adesso è di allargarlo a tutti i giovani, permettendo loro di spendere 300 euro nel corso di 24 mesi in offerte culturali, dagli spettacoli al teatro, ai libri e fumetti.

Per il 2022 la spesa stimata è di 199 milioni di euro. Sin dall’inizio il dispositivo è stato molto criticato: i suoi detrattori lo considerano un mero strumento di consumo. L’altra iniziativa, invece piuttosto popolare, è stata l’introduzione dal 2018 del Loto du Patrimoine, una versione del «lotto» che ha permesso di raccogliere finora 182 milioni di euro per il restauro di 645 monumenti in pericolo (156 cantieri sono terminati, gli altri sono in corso). Per l’edizione 2022 sono stati selezionati 18 siti.
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Restituzioni postcoloniali e accordi sauditi
Sul piano internazionale, Macron ha avviato nel 2018 un laborioso processo di restituzione delle opere d’arte africane saccheggiate all’epoca della colonizzazione, che si è concretizzato, fine 2021, con il rimpatrio in Benin del «tesoro di Behanzin», 26 oggetti preziosi che appartenevano al Musée du quai Branly e di recente esposti per la prima volta al Palais de la Marina di Cotonou, residenza ufficiale del presidente della Repubblica del Benin. La Francia si è impegnata inoltre a finanziare la costruzione del futuro museo di Abomey (l’antica capitale del regno di Dahomey, fondato nel 1625 e caduto con l’occupazione francese alla fine del XIX secolo; i suoi palazzi reali sono Patrimonio Unesco, Ndr) che accoglierà le opere.

È stata poi votata a febbraio la legge che autorizza la restituzione di 15 opere dei musei francesi agli eredi delle famiglie ebree alle quali erano state sottratte dai nazisti, tra cui «Rose sotto gli alberi», l’unica tela di Gustav Klimt del Musée d’Orsay. Molto discussa è invece la partnership stretta con l’Arabia Saudita per la creazione di un complesso museale progettato da Jean Nouvel nel sito archeologico di Al-Ula, Patrimonio mondiale Unesco, al centro del progetto di sviluppo turistico del Paese del Golfo.

Una collaborazione, simile a quella stipulata in passato per il Louvre Abu Dhabi, che potrebbe fruttare una fortuna, ma che imbarazza Parigi per la vicinanza con il principe Mohammed Bin Salman, che viola sistematicamente i diritti umani e la cui implicazione nell’assassinio del giornalista saudita Jamal Khashoggi, il 2 ottobre 2018 nell’Ambasciata saudita di Istanbul, è stata confermata.

Tra gli altri progetti avviati negli ultimi cinque anni figurano la creazione della Cité internationale de la langue française, che dovrebbe aprire in autunno al castello di Villers-Cotterêt, nella regione Hauts-de-France (un cantiere da 185 milioni), e del centro di conservazione della Bibliothèque nationale de France che aprirà ad Amiens (progetto stimato in 90 milioni di euro).

Non si conoscono invece ancora i dettagli del progetto di metaverso europeo annunciato da Macron senza ulteriori dettagli. Il presidente ha fatto sapere di voler emancipare la Francia e l’Europa dalle aziende statunitensi e cinesi del settore tech, sviluppando tecnologie europee. Immagina la creazione di un museo «smaterializzato» della storia di Francia e intende favorire la creazione di Nft, copie digitali delle opere esposte nei musei francesi.

Rima Abdul-Malak, neoministra alla cultura del governo francese © DR

Luana De Micco, 14 giugno 2022 | © Riproduzione riservata

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