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Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliIronico, vulcanico, eclettico, difficilmente etichettabile. Aldo Mondino (1938-2005) è stato uno tra gli artisti italiani più geniali e innovativi del secondo dopoguerra. A dodici anni dalla scomparsa, lo scorso ottobre è uscito il primo volume del Catalogo generale della sua opera, un imponente progetto editoriale voluto e curato dal figlio Antonio Mondino al quale abbiamo rivolto alcune domande.
Quando ha iniziato il lavoro di catalogazione?
Nel 2005, dopo la morte di mio padre, ho fondato l’Archivio Aldo Mondino avvalendomi della collaborazione della società Simply (di Umberto Cavenago), che si occupa di archivi sviluppando software di catalogazione specifici. È stata un’operazione abbastanza difficile, perché ha lavorato su tantissimi fronti, molto distinti, sia per i materiali, da quelli deperibili a quelli alimentari, sia per la pittura, su tela, legno, masonite, linoleum. Il progetto grafico è della sans serif, una società berlinese con cui collaboro da dieci anni e alla quale si deve la linea comune di tutti i nostri ultimi cataloghi e del sito (aldomondino.it).
Avete avuto delle perplessità sulle attribuzioni delle opere?
Sì, ma c’è un comitato scientifico molto ampio che indaga a fondo caso per caso, sia per quanto riguarda i materiali, sia per la tecnica. È composto da vari collaboratori di mio padre: per le sculture in bronzo consultiamo il fornitore, per la ceramica il ceramista di Faenza. Ogni specialità ha i suoi punti di riferimento.
Come ha articolato il catalogo?
Comprende 1.600 opere, tutte archiviate dopo la morte di mio padre. È suddiviso in 24 grandi capitoli, che riprendono le macrotematiche esplorate nella sua carriera (dalle Angurie agli Astratti, dall’Oriente ai Tappeti, ai Palloncini). Non un ordine cronologico, ma 24 grandi momenti, a volte ripresi nel corso degli anni; all’interno dei singoli capitoli ci possono essere opere degli anni Sessanta e Ottanta. È un metodo che abbiamo scelto perché si adatta bene al suo lavoro come artista e potrà essere adottato anche per il secondo volume.
Quanti volumi pubblicherete?
Dipende dalla quantità di materiale che ci arriverà nei prossimi anni: due di sicuro, forse anche tre. Il secondo potrebbe uscire nei prossimi due o tre anni. Abbiamo già archiviato 700-800 opere, siamo a metà strada, volendo fare un libro simile al primo.
Il catalogo aggiunge novità critiche al lavoro di Mondino?
Mi interessava posizionare Mondino oggi, nel 2017, attraverso una decina di testi critici di quando era in vita, presi dai vari momenti salienti della sua attività. Poi i due testi principali sono uno di Valerio Dehò, che ha conosciuto molto bene mio padre e il suo lavoro, e uno di Ilaria Bonacossa, che pur non avendolo mai conosciuto personalmente, ne ha dato una lettura estremamente attuale. È un libro fatto da più generazioni, da persone di ambiti diversi: è come se si ricreasse una sorta di bella famiglia allargata, lo trovo un aspetto positivo.
Che cosa mette d’accordo i critici di ieri e di oggi?
Il senso di stupore e meraviglia di fronte alle sue opere.
Aldo Mondino. Catalogo generale delle opere, a cura di Antonio Mondino, 600 pp., 1.600 ill. col., Allemandi, Torino 2017, € 300,00

Aldo Mondino con il figlio Antonio. Foto © Agnese Purgatorio Bari
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