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Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliTre orologi al polso, uno sincronizzato sulla sua città di residenza, in Illinois, uno sul luogo di destinazione, e il terzo sulla posizione esatta in cui si trovava. Viaggiava così Richard Buckminster Fuller (1895-1983), una delle menti più straordinarie del XX secolo. Architetto, designer, inventore, imprenditore e pensatore radicale, Fuller ha dedicato la sua vita a immaginare soluzioni sostenibili per l’abitare, brevettando strutture leggere ed efficienti, capaci di ottimizzare risorse e ridurre al minimo gli sprechi. Emblematica la cupola geodetica, icona dell’ecologismo ante litteram: ne esistono esemplari a Spoleto e a Québec. La sua visione univa rigore scientifico e slancio utopico, con l’idea che il sapere dovesse essere olistico, interdisciplinare, etico e orientato al bene collettivo. Fuller rifiutava la frammentazione delle competenze e sosteneva un approccio integrato alla conoscenza, capace di guidare l’umanità verso una convivenza armonica tra specie e pianeta. Non considerava gli esseri umani semplici abitanti della Terra: per lui, ciascuno — individualmente e collettivamente — era copilota di un’astronave chiamata Terra, il cui destino era (ed è) nelle nostre mani, prive però di un manuale operativo. Una delle sintesi più alte del suo pensiero si trova nel visionario Manuale operativo per Nave Spaziale Terra, dove con toni onirici e poetici invita ogni essere umano a prendere coscienza del proprio ruolo attivo nella cura del pianeta: per costruire insieme quel manuale, che ancora non esiste, suggeriva di ispirarsi ai bambini, portati naturalmente alla sintesi, e agli artisti, la cui visione è sempre proietta al futuro e slegata da qualsiasi finalità d’uso. «Ma se la Terra è una “nave spaziale” affidata alla responsabilità collettiva di chi la abita e che ci rende tutti suoi piloti, come possiamo prendercene cura bilanciandone risorse e sostenibilità per tutti i viventi?». È la riflessione di Luigi Fassi da cui ha preso forma la 32ma edizione di Artissima, presentata questa mattina a Torino nel consueto incontro di luglio con i giornalisti. Un’edizione che consolida le linee tematiche degli ultimi tre anni: ecologia, sostenibilità, futuro e conoscenza sistemica, riletti attraverso la figura di Buckminster Fuller, non sono un’operazione decorativa, ma un modo per affermare il ruolo dell’arte come strumento critico e immaginativo collettivo. Ecco il nucleo concettuale attorno a cui si diramano visione, scelte curatoriali e contenuti della fiera, cui parteciperanno, da venerdì 31 ottobre a domenica 2 novembre, 176 gallerie (straniere al 60%) da 33 Paesi di 5 continenti, con 62 progetti monografici e 26 nuove partecipazioni.

ANN VERONICA JANSSENS, 32 Lilas Blocks (608/3), 2025, Courtesy Alfonso Artiaco, Napoli

MARIO CEROLI, Eleusi, 1979, Tornabuoni
Sono numeri che restituiscono in modo chiaro la dimensione del lavoro di scouting e di ricerca che Artissima conduce instancabilmente nel corso dell’anno, registrando la temperatura del mercato e intercettando le richieste dei collezionisti (italiani e internazionali) sempre più interessati a trovare tra gli stand dell’Oval un’esplorazione pionieristica, una forte e coraggiosa selezione improntata alla qualità e alla ricerca. Insieme ai galleristi, i collezionisti sono il fulcro della fiera, forze silenziose, ma fondamentali, in particolare Luigi Fassi ha voluto ricordare il valore del collezionismo italiano, «un collezionismo di matrice borghese, colto, portatore di un’idea di collezionismo come pratica intellettuale, che sostiene gli artisti, raccoglie e conserva le loro opere, costruisce dei percorsi interpretativi, immagina un’idea di eredità della propria collezione. Un modo insomma, anche questo, per essere copiloti di una nave spaziale, per valorizzare delle cose che non hanno un valore d’uso».
La riduzione selettiva del numero di gallerie — 13 in meno rispetto alla scorsa edizione — e la cospicua presenza di solo show sono il segno della solidità di una fiera saldamente affermata nel panorama internazionale e determinata a investire in profondità di ricerca e coerenza curatoriale. Artissima si ritaglia così uno spazio preciso in un sistema dominato da grandi fiere globali, come Art Basel e Frieze, e dalle cosiddette top-tier galleries.
In controtendenza rispetto alla selezione più contenuta, cresce invece l’area geografica di provenienza degli espositori, che quest’anno abbraccia tutti e cinque i continenti, Oceania compresa. Particolarmente significativa sarà la presenza di gallerie provenienti dal Nord e dall’Est Europa — Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovenia, Ungheria, Bulgaria, Croazia — impegnate a sostenere scene artistiche nazionali molto importanti. E non mancheranno importanti presenze dal Sudamerica, in particolare da Messico, Argentina e Brasile, accanto al consolidato nucleo di gallerie tedesche, svizzere, austriache, francesi e inglesi. Una copertura geografica così estesa è resa possibile anche grazie alla rete diplomatica che Artissima ha saputo costruire nel tempo: molte amministrazioni pubbliche scelgono infatti di sostenere il viaggio delle gallerie da Paesi lontani, riconoscendo nella fiera un’occasione concreta per promuovere e condividere la propria cultura.

SHILPA GUPTA, TRUTH, 2022-2025, Courtesy the artist and GALLERIA CONTINUA, Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio
A rendere ancora più significativa l’edizione 2025, concorrono due importanti ricorrenze, entrambe al traguardo del loro 25mo anniversario. La prima è quella del Premio illy Present Future, legato all’omonima sezione della fiera che rappresenta, da un quarto di secolo, un punto di accesso privilegiato per i giovani artisti nel sistema dell’arte contemporanea e nel suo mercato. Un premio che, nel tempo, si è rivelato un autentico radar di talenti emergenti, anticipando spesso artisti che avrebbero poi conquistato la scena internazionale.
A celebrare 25 anni nel 2025 è anche la Fondazione CRT per l’Arte Moderna e Contemporanea, che rinnova il proprio impegno a sostegno della fiera aumentando a 300.000 euro il budget destinato all’acquisizione di opere per il Castello di Rivoli e la GAM di Torino. Un segnale concreto di fiducia nelle potenzialità della fiera, che si affianca a un’altra novità accolta con grande favore dagli operatori: la riduzione dell’IVA al 5% per le opere d’arte, di cui Artissima sarà, tra le fiere italiane, il primo vero banco di prova.
Le sezioni e i numeri
Main Section | 103 gallerie
New Entries | 12 gallerie
Monologue/Dialogue | 34 gallerie
Present Future | 10 progetti e 10 gallerie
Back to the Future | 11 stand e 11 gallerie
Disegni | 10 stand e 10 gallerie
Il Comitato di selezione
Paola Capata (galleria Monitor, Roma, Lisbona e Pereto), Philippe Charpentier (galleria mor charpentier, Parigi e Bogotá), Guido Costa (galleria Guido Costa Projects, Torino), Antoine Levi (galleria Ciaccia Levi, Parigi e Milano), Elsa Ravazzolo Botner (galleria A Gentil Carioca, Rio de Janeiro e San Paolo). Emanuel Layr (galleria Layr, Vienna) e Francesco Lecci (Clima, Milano).
Il Team curatoriale
Present Future | Léon Kruijswijk – Performance Curator al Mudam di Lussemburgo
Present Future | Joel Valabrega – Curatrice indipendente (Porto / Milano)
Back to the Future | Jacopo Crivelli Visconti – Direttore della Albuquerque Foundation di Sintra
Back to the Future | Heike Munder – Curatrice indipendente e scrittrice (Zurigo)
Disegni | Irina Zucca Alessandrelli – Curatrice della Collezione Ramo di Milano
I Premi e Fondi acquisizione
Premio illy Present Future
Premio Diana Bracco - Imprenditrici ad Arte
Premio Orlane per l’arte
Premio Tosetti Value per la fotografia
Premio VANNI #artistroom
Premio Oelle - Mediterraneo Antico
Premio Pista 500
Matteo Viglietta Award
Premio “ad occhi chiusi...”
Premio Ettore e Ines Fico

ANASTASIA SAMOYLOVA, Barber Shop (from the FloodZone series), 2018, Courtesy The Artist and Wentrup Gallery
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