Gualino accanto al Settecento nella Sabauda

La Collezione spostata dal terzo al secondo piano della Manica Nuova di Palazzo Reale, per una maggiore centralità nel percorso della Galleria torinese

Un particolare della «Venere» di Botticelli, Collezione Gualino
Alessandro Martini |  | Torino

Dal terzo al secondo piano della Manica Nuova di Palazzo Reale, per una maggiore centralità nel percorso della Galleria Sabauda. È quanto il pubblico dei Musei Reali, di cui la Sabauda è parte (i primi diretti da Enrica Pagella, la seconda affidata alle cure di Annamaria Bava), può sperimentare da inizio dicembre nelle nuove sale dedicate alla Collezione Gualino.

Un insieme di opere preziose e varie per epoca, tecnica e provenienza, capaci di rappresentare la straoridnaria molteplicità di interessi e passioni di Riccardo Gualino (1879-1964), imprenditore e collezionista piemontese (ma attivo sui mercati mondiali con le sue varie imprese, tra cui la Snia-Viscosa, la Rumianca, la Lux Film). Parte della sua collezione è depositata fin dal 1930 presso Regia Pinacoteca (oggi Galleria Sabauda), di cui costituisce un nucleo significativo ma troppo spesso trascurato dai visitatori quando non addirittura chiuso per la scarsità di personale dei Musei Reali (così come della gran parte dei musei statali, anche quelli dotati di autonomia speciale).

Sempre al secondo piano, è ora visibile il riallestimento delle opere del Settecento, ripensato attraverso la riconfigurazione delle sale e del corridoio centrale (ora con vetrine e pannelli), in cui sono esposte opere finora conservate nei depositi. Il percorso si articola in sette ambienti incentrati su temi e generi: la pittura di soggetto religioso per le residenze reali, il vedutismo, i ritratti, il classicismo internazionale, l’interesse per l’antico, la scenografia teatrale, le favole allegoriche e mitologiche per la decorazione di Palazzo Reale e i dipinti di alcune delle maggiori artiste attive tra Sette e Ottocento.

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