Da Prada Liu Ye, antiche porcellane e un dono di Godard

Il celebre regista ha trasferito una ricostruzione del suo atelier e della sala di registrazione e montaggio come installazione permanente

La nuova installazione permanente della Fondazione Prada: «Le Studio d’Orphée», ricostruzione dell’atelier e sala di registrazione e montaggio di Jean-Luc Godard
Ada Masoero |

Milano. È un mondo silenzioso ed enigmatico quello in cui vive la pittura di Liu Ye, sospeso ra realtà e sogno, fra tradizione e contemporaneità, tra l’Oriente, dove l’artista è nato (a Pechino, nel 1964) e ha ricevuto la prima formazione, e dove dalla fine degli anni Novanta ha voluto tornare a vivere, e l’Occidente, dove ha vissuto studiato per qualche tempo. In arrivo da Prada Rong Zhai a Shanghai, la mostra «Storytelling», a cura di Udo Kittelmann, presentata nella Fondazione Prada dal 30 gennaio al 27 settembre, ne esplora il lavoro attraverso 35 dipinti realizzati tra il 1992 e oggi.

Lo «storytelling» che ne scaturisce, fa pensare alle atmosfere stupefatte del nostro «Realismo magico». E l’asciuttezza con cui l’artista dipinge i suoi soggetti, esseri viventi od oggetti inanimati che siano, pone il suo linguaggio sul crinale tra realismo e astrazione: come afferma lui stesso,
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© Riproduzione riservata «Daydream» (1997) di Liu Ye, Hong Kong, collezione privata
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