Collezionisti ad Artissima | Matteo Novarese

Il giovane fondatore dello spazio bolognese Sof:Art alla sua prima volta alla fiera torinese

Matteo Novarese
Jenny Dogliani |  | Torino

Ecco la prima di una serie di conversazioni con alcuni ospiti di Artissima, una panoramica su gusti, tendenze, acquisizioni e non acquisizioni di collezionisti di diversa generazione e provenienza. La parola a Matteo Novarese, giovane, bolognese, appassionato di Street art, fondatore nella sua città dello spazio Sof:Art, dove «condivide» con il pubblico una collezione di oltre 100 opere, tra dipinti, sculture, video e installazioni, di artisti come Puppies Puppies, Tony Lewis, Micheael Williams e Tala madani.

Chi è Matteo Novarese?
Un collezionista under 40 attivo sul mercato da 12 anni. Collaboro con le principali gallerie di riferimento e di fama internazionale, intrattenendo rapporti diretti con i founder e direttori. Recentemente sono stato incluso nella lista «Next Gen Art Collectors 2021» redatta da Larry’s List, piattaforma digitale di riferimento del settore. Ho recentemente rilasciato interviste per Plus24 - Il Sole 24 ore, e per il magazine di viennese «Les Nuveaux Riches». Ho inaugurato nel Marzo 2021 Sof:Art, uno spazio pubblico in centro a Bologna dedicato alla condivisione della mia collezione e alla divulgazione dell’arte contemporanea nella mia città.

Questa è la sua Artissima numero?

È stata la mia prima Artissima.

Quindi nelle precedenti edizioni non ha potuto comprare nulla, e in questa?

Purtroppo no e a questa non ho comprato nulla.

Che cosa le sarebbe piaciuto
comprare in questa edizione?
Un’opera di Lydia Pettit da Sebastien Bertrand e l’opera di Al Freeman da Noire Gallery, favolosa!

Quali sono state le cose più curiose o interessanti di questa edizione?

Mi ha molto incuriosito lo stand di Kisterem Gallery con i lavori di Gergo Szinyova e ho trovato molto interessanti le opere di Diego Gualandris da Project ADA, stand davvero d’impatto.

Trovo che la prolungata fruizione digitale abbia influito nella scelta delle opere proposte in fiera?

Come spesso accade ultimamente, la fruizione digitale toglie un po' la sorpresa al visitatore, reo però del fatto che non può fare a meno di scoprire in anteprima le opere che saranno esposte, quindi è un cane che si morde la coda. Trovo che le gallerie comunque abbiano presentato stand esteticamente molto accattivanti, rispecchiando la loro anima, mostrando e promuovendo al meglio il loro programma.

Il ritorno in presenza ha cambiato la disposizione all’acquisto?

Ho chiesto agli amici addetti al settore: essendo il primo giorno la predisposizione all’acquisto non è stata così predominante.

Speciale Artissima 2021

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