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L’Europa del futuro tra arte, tecnologia e STARTS Prize

Dai sistemi di intelligenza artificiale usati in guerra alla computazione quantistica, i progetti vincitori (visibili a settembre a Linz) dimostrano come arte e scienza possano collaborare a un’innovazione consapevole

Jenny Dogliani

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Come immaginiamo il futuro in un’epoca in cui la tecnologia pervade ogni aspetto della vita? E soprattutto: chi ha il diritto di disegnare questo futuro? In un mondo dominato da piattaforme digitali, algoritmi opachi, intelligenze artificiali sempre più pervasive e infrastrutture invisibili, l’innovazione non può essere lasciata esclusivamente a ingegneri e grandi aziende. Serve uno sguardo critico, capace di interrogare non solo cosa si costruisce, ma per chi, come e con quali conseguenze.
Da quasi un decennio, lo S+T+ARTS Prize (Science + Technology + Arts), fondato dall’Unione Europea, prova a rispondere a queste domande premiando ogni anno i progetti più visionari che si collocano nell’intersezione tra creatività, innovazione e ricerca applicata. Istituito nel 2016 dalla Commissione Europea, il premio punta a sostenere una ricerca transdisciplinare che sia capace di affrontare con strumenti culturali le sfide ecologiche, sociali ed economiche del nostro tempo.

S+T+ARTS Tropies / Nick Ervinck, photo: Ars Electronica / Martin Hieslmair

Laure Prouvost, WE FELT A STAR DYING 2025. Installation view at Kraftwerk Berlin. Commissioned by LAS Art Foundation and co-commissioned by OGR Torino. © 2025 Laure Prouvost. Photo: Andrea Rossetti © VG Bild-Kunst, Bonn 2025

L’arte come infrastruttura critica

Lo S+T+ARTS Prize parte dalla consapevolezza che l’arte non è solo narrazione (critica) del mondo, ma che deve essere capace di trasformarlo. Gli artisti possono smontare una tecnologia e mostrarne i limiti, immaginarne usi alternativi, criticare i modelli dominanti o idearne di nuovi e mettere l’umanità, l’ambiente e l’etica sempre al centro dell’innovazione. Questo approccio alla tecnologia si distingue da quello più commerciale e decorativo tipico della tech art, che non ne problematizza gli impatti culturali, politici o ambientali, e si avvicina invece a una forma di ricerca indipendente, spesso anticipatrice di temi urgenti, come il ruolo politico dei dati, il futuro del lavoro, la giustizia algoritmica, la governance ambientale, la neurodiversità nei sistemi di machine learning.
Dietro il premio c’è l’idea forte di un’Europa che non rinuncia all’innovazione ma che la vuole inclusiva, accessibile, democratica. Le partnership attivate da STARTS – che coinvolgono centri come Ars Electronica, Sonar, OGR Torino, il Max Planck Institute, università e startup – disegnano una rete capillare di laboratori dove le competenze si incontrano e si contaminano.

Sarah Ciston, AI War Cloud Database

I vincitori del 2025 in mostra a settembre a Linz

I vincitori dell’edizione 2025, che il 4 giugno hanno ricevuto i due Grand Prize da 20.000 euro ciascuno, sono la statunitense Sarah Ciston e la Light Art Space Foundation di Berlino. Entrambi i progetti vincitori verranno presentati al Festival Ars Electronica di Linz dal 3 al 7 settembre, insieme ad altri dieci progetti che hanno ricevuto una menzione d’onore, tra cui spicca Synthetic Memories del collettivo catalano Domestic Data Streamers.
Nella categoria Artistic Exploration, riservata a opere che esplorano criticamente l’uso della tecnologia, il progetto vincitore, AI War Cloud Database di Sarah Ciston, è un’opera che mappa le connessioni tra intelligenze artificiali commerciali e infrastrutture militari. L’opera denuncia il cortocircuito tra quotidianità e guerra: gli stessi algoritmi che suggeriscono video su YouTube o che ottimizzano una ricerca su Google, possono essere impiegati per guidare droni e automatizzare decisioni letali. L’opera si presenta come una piattaforma online interattiva e aperta (aiwar.cloud), un atlante delle tecnologie che rende visibile l’invisibile, mostrando le connessioni tra AI commerciali e militari e quanto le stesse strutture e algoritmi servano scopi opposti, invitando così a riflettere su trasparenza, responsabilità e controllo democratico dell’innovazione tecnologica.
Il secondo Grand Prize, nella categoria Innovative Collaboration, è andato a Sensing Quantum, un programma multidisciplinare della LAS Art Foundation che unisce arte contemporanea, fisica quantistica e formazione pubblica. Il progetto si sviluppa attraverso installazioni, simposi, pubblicazioni e collaborazioni internazionali: tra queste spicca We Felt a Star Dying, un’installazione multisensoriale dell’artista Laure Prouvost che sperimentando con un vero computer quantistico, ha realizzato un’opera immersiva che combina video, suono, scultura, profumi e luci, immergendoci nella realtà vista da una prospettiva quantica.

Synthetic Memories, Domestic Data Streamers

Menzioni d’onore: la memoria come atto politico

Tra i dieci progetti che hanno ricevuto una menzione d’onore figura Synthetic Memories di Domestic Data Streamers, collettivo barcellonese noto per il suo lavoro tra dati, storytelling e impegno civico. Il progetto, nato in collaborazione con il Museo de la Palabra y la Imagen di San Salvador, esplora il tema della memoria storica nell’era digitale: un sistema di intelligenza artificiale è stato addestrato su testimonianze e documenti relativi alla guerra civile salvadoregna, con l’obiettivo di rigenerare — senza sostituire — i materiali scomparsi. Un’installazione documentaria e una scultura cinetica che legge e distrugge fisicamente i documenti generati completano l’opera, ponendo domande sul valore dell’archivio, sull’oblio e sulla costruzione della verità storica.
La prossima edizione del Premio partirà a gennaio 2026, quando sarà ufficialmente lanciato il bando, primo passo dell’iter che porterà all’individuazione dei vincitori dei due Grand Prize e di una ventina di progetti selezionati tra menzioni d’onore e nomination. Negli ultimi nove anni il programma ha raccolto oltre 17.000 candidature da 102 Paesi; premiato più di 250 progetti selezionandoli tra ricerche esplorative, pratiche artistiche, collaborazioni industriali, sistemi partecipativi; attivato oltre 380 residenze e co-creazioni tra artisti, centri di ricerca e aziende; distribuito oltre 350.000 euro in premi e produzione di mostre, simposi, piattaforme digitali e materiali educativi.

Jenny Dogliani, 03 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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