Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Milano. A oltre cent’anni dall’ultima esposizione a Milano (nel 1914, nella Pinacoteca di Brera), il dipinto del milanese Filippo Carcano, «Allegria, Pescarenico nel Lago di Lecco», torna alla luce da protagonista nella mostra che Art Studio Pedrazzini dedica dal 24 marzo al 7 aprile alla pittura lombarda dell’ultimo Ottocento.
Presentata nel 1880 alla IV Esposizione di Belle Arti di Torino, dove fu premiata e subito acquistata dal presidente del comitato organizzativo di quella prestigiosa mostra, Ernesto Balbo Bertone conte di Sambuy, dopo l’esposizione a Milano del 1914, l’opera era scomparsa, chiusa nella collezione cui apparteneva. C’era però una ricca letteratura su questo dipinto, annoverato fra i più importanti del suo autore, e numerosi furono gli articoli che, al tempo, lo citarono: a dispetto della sua fortuna, non esisteva però alcuna sua immagine d’epoca. La mostra diventa dunque la prima occasione, dopo oltre un secolo, per rivederlo e ristudiarlo: in catalogo la sua vicenda, con il percorso espositivo, la storia collezionistica e la bibliografia è, infatti, riletta minuziosamente da Elisabetta Chiodini, studiosa di riferimento dell’artista.
Intorno al dipinto ritrovato, la mostra espone altri lavori lombardi dell’ultimo Ottocento, realizzati da artisti che guardarono alle innovazioni introdotte da Filippo Carcano nella pittura di paesaggio, da Eugenio Gignous (qui con «Imbarcadero sul lago Maggiore», 1879) a Achille Tominetti (con un piccolo paesaggio di Miazzina, 1881), a Giorgio Belloni (con «Acquazzoni d’aprile», grande tela presentata nel 1886 all’inaugurazione della nuova sede della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano) fino a Leonardo Bazzaro, Emilio Gola, Pompeo Mariani, Giuseppe Mentessi.

Filippo Carcano, «Allegria, Pescarenico nel Lago di Lecco»
Altri articoli dell'autore
Dal 30 aprile nel comune di Bellano trova casa, grazie alla donazione della famiglia, l’intero corpus grafico e un centinaio di dipinti dell’artista scoperto nel 1983 da Giovanni Testori
Per molti anni ripudiate dai critici e dagli stessi designer («escluse le “tre M” Mari, Munari e Mendini), le affinità elettive tra design e arte sono indagate dall’istituzione milanese
10 Corso Como dedica al maestro romagnolo una mostra incentrata sulla realtà più labile che esista, selezionando scatti in cui si aprono riflessioni sugli statuti della fotografia e sull’atto stesso del fotografare
Con un convegno in programma il 22 e 23 maggio sarà presentato il restauro degli affreschi realizzati nella Chiesa di San Salvatore nel 1375 dal Maestro di Lentate