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Piazza del Municipio, la piazza principale di Tartu. Foto: Maanus Kullamaa

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Piazza del Municipio, la piazza principale di Tartu. Foto: Maanus Kullamaa

Tartu: la più antica città dei Paesi Baltici è Capitale europea della cultura

CAPITALI EUROPEE DELLA CULTURA 2024 | «Arts of Survival» lo slogan tra sostenibilità, co-creazione, identità locale, scienza e tecnologia

Elena Franzoia

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Sono più di mille gli eventi programmati nella seconda città dell’Estonia in occasione della nomina a Capitale Europea della Cultura 2024, condivisa quest’anno con l’austriaca Bad Ischl e la norvegese Bødo. Obiettivo è raggiungere un milione di visitatori.

Dopo la capitale Tallinn nel 2011, Tartu (in tedesco Dorpat) è la seconda città estone a ottenere l’ambito titolo e mira a rilanciare l’intera Estonia meridionale, oltre a ribadire la propria posizione di meta culturale riconosciuta anche dall’Unesco, che l’ha eletta nel 2015 Città Creativa per la Letteratura. Una leadership dovuta anche alla presenza della più grande e antica università estone, tuttora considerata tra le migliori del mondo soprattutto per gli studi scientifici, fondata nel 1632 dal re Gustavo Adolfo II di Svezia e ospitata in un elegante edificio neoclassico, realizzato tra 1804 e 1809 su progetto di Johann Wilhelm Krause, tra le più significative mete turistiche della città.

Con i suoi 98mila abitanti ad alta percentuale studentesca, fiorenti startup nel campo delle tecnologie informatiche e una vivace vita notturna, Tartu può vantare anche il titolo di più antica città dei Paesi Baltici, documentata per la prima volta nel 1030 e caratterizzata da una posizione continuamente slittante tra area tedesco-anseatica e russa. L’alta presenza giovanile ne fa una capitale della street art.

Di grande importanza appaiono le tradizioni dell’Estonia meridionale, tramandate dalle minoranze etniche tuttora presenti dei Seto, dei Võro e dei Vecchi Credenti, comunità religiosa scismatica della Chiesa ortodossa russa. Nell’Estonia del Sud si parlano cinque diverse lingue.
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Il programma
Con lo slogan «Arts of Survival», Tartu 2024 si concentra su conoscenze, competenze e valori che (si spera) aiuteranno l’umanità a condurre in futuro una vita migliore potenziando sostenibilità, co-creazione, identità locale, scienza e tecnologia. Direttrice artistica è Kati Torp, curatrice del Padiglione Estone alla Biennale di Venezia del 2017, che afferma: «Il significato del tema “Arts of Survival” è profondamente cambiato da quando abbiamo ottenuto nel 2019 il titolo di Capitale Europea. Nessuno avrebbe potuto prevedere la pandemia globale che ha distrutto la vita quotidiana e i centri culturali di tutto il mondo, così come le attuali guerre che coinvolgono Russia, Ucraina, Israele e Palestina. Viviamo in un’epoca in cui cooperazione, solidarietà e democrazia sono fondamentali per la sopravvivenza della cultura».

Tra le curiosità del programma spiccano non a caso «Kissing Tartu» (17 maggio, baci collettivi nella centralissima Piazza del Municipio che ospita la celebre «Kissing Students Fountain»), l’installazione urbana dell’artista giapponese Ryoji Ikeda ispirata al Dna (realizzata in collaborazione con l’Università di Tartu e la Filarmonica Estone), e il festival di arte di strada «Stencibility Goes Europe».

Le tradizioni: la sauna e il canto
Con una elevata partecipazione internazionale, il programma di Tartu 2024 nasce in collaborazione con molti altri Paesi europei, soprattutto affacciati sul Mar Baltico come Finlandia, Lettonia e Lituania, che condividono con l’Estonia il rito della sauna, fondamentale momento di purificazione personale e aggregazione sociale dalle ancestrali valenze sacrali, come dimostra anche il recente documentario «Smoke Sauna» di Anna Hints, girato nella piccola città estone di Võru (la sauna estone è Patrimonio Immateriale Unesco dal 2015). «Arts of Survival» rende omaggio a queste pratiche con uno specifico festival, intitolato «La nuda verità».

Fra i numerosi eventi dedicati invece alle minoranze etniche, spiccano il film «Unstruck Sound» realizzato dal collettivo inglese Blast Theory e il concerto «Forgotten Peoples», in cui la Filarmonica di Parigi renderà omaggio alla musica corale ugro-finnica suonando composizioni di Veljo Tormis, tra i principali compositori estoni contemporanei. Nell’ambito della lunga e prestigiosa tradizione che la musica corale vanta nei Paesi Baltici spicca in particolare il Seto leelo, antico canto tradizionale di origine rurale tipico della minoranza Seto tuttora vivo nella città di Setomaa, in Estonia meridionale, dichiarato Patrimonio Immateriale Unesco nel 2009. Non a caso a Setomaa si trova un poliedrico centro musicale, il Treski Küün.
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Le mete culturali
Nel 1775 un incendio distrusse quasi completamente il centro storico di Tartu. La maggior parte degli edifici furono quindi ricostruiti tra XVIII e XIX secolo nello stile neoclassico prediletto dalla Russia zarista. Cuore del centro storico è la trapezoidale Piazza del Municipio, prima dell’incendio utilizzata come piazza del mercato. Su di essa affaccia il Palazzo del Municipio, tuttora utilizzato, realizzato nel 1789 su progetto dell’architetto tedesco Johann Heinrich Bartholomäus Walter. Caratteristico è il rintocco a orari regolari delle 34 campane della torre civica, che dal 2016 costituiscono il più grande e importante carillon estone.

Tartu ospita anche numerosi musei, tra cui quelli della tipografia, del giocattolo e dell’aviazione. Perla dell’architettura contemporanea baltica è il Museo Nazionale Estone, realizzato nel 2016 dai parigini Dgt Architects, che per Tartu 2024 ospiterà mostre e concerti.

La storia della scienza è invece protagonista del Museo dell’Università, che ingloba nel suo circuito le rovine della cattedrale medievale e l’Antico Osservatorio, dove dal 1813 lavorò Friedrich Georg Wilhelm von Struve cui si deve l’arco geodetico, di cui l’Osservatorio rappresenta il primo punto, Patrimonio Mondiale Unesco. A sud, invece, spiccano il centro di eccellenza «art and tech» Maajaam e il Karula National Park, oltre a numerose residenze storiche di campagna, molte delle quali trasformate in alberghi.

Elena Franzoia, 02 aprile 2024 | © Riproduzione riservata

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