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Angelica Kaufmann
Leggi i suoi articoliIn Campiello San Zulian 602A, a Venezia, uno spazio triangolare con tre grandi vetrine diventa punto di osservazione e laboratorio culturale allo stesso tempo: è Panorama, il nuovo spazio indipendente nato per mettere in dialogo arte, cultura e comunità. Dal 22 novembre 2025 all’11 gennaio 2026, Panorama ospita per il ciclo Surroundings il progetto «L’erba che cresce dove passa il mondo» dell’artista Marina Caneve, promosso e coordinato dall’Università Ca’ Foscari Venezia nell’ambito della residenza artistica iNEST – Spoke 6, CC3 Citizen Engagement. L’opera indaga la cosiddetta plant blindness, la cecità collettiva nei confronti del mondo vegetale, e restituisce al verde il ruolo di interlocutore attivo nel paesaggio urbano, mostrando come le piante, tra giardini nascosti, erbe spontanee e orti produttivi, siano fondamentali per l’equilibrio ecosistemico della città e per comprendere le relazioni tra specie umane e non umane.
La vegetazione, lontana dall’essere semplice sfondo, diventa trama viva che connette comunità, storia e ecologia, suggerendo modi alternativi di osservare e abitare Venezia, al di là dell’immaginario turistico ridotto ad acqua e pietra. Questa nuova inaugurazione conferma Panorama come luogo vivo e aperto, dove arte, ricerca, convivialità e sperimentazione si incontrano liberamente, senza vincoli o gerarchie, in un costante scambio tra interno ed esterno, tra pratiche locali e orizzonti internazionali. Il progetto nasce dalla collaborazione tra il curatore indipendente Giovanni Paolin, il ristoratore Filippo Zammattio di OZIO e l’agenzia MAY Communication & Events, realtà che combinano ricerca culturale, gestione gastronomica, comunicazione e produzione di eventi. L’obiettivo è restituire alla città uno spazio sottratto al commercio e dedicato alla cultura, dove sia possibile osservare da vicino il panorama indipendente veneziano e al contempo allargare lo sguardo verso ciò che accade oltre i confini della città, creando occasioni di collaborazione, scoperta e scambio tra discipline artistiche e pratiche culturali diverse. Panorama si era inaugurato originariamente con «Bassi Fondali», un percorso espositivo e narrativo che raccoglieva tre iniziative indipendenti legate alla laguna di Venezia e alla sua vita nascosta, spesso invisibile nella quotidianità della città. La prima iniziativa, il collettivo Barena Bianca, unisce arte ed ecologia attraverso progetti partecipativi, laboratori e happening nello spazio pubblico, celebrando un «matrimonio» ideale tra la città e la piccola realtà emergente di Panorama, inserendosi nella rete di spazi indipendenti Come Come.
La seconda iniziativa, Descondòn, è un sidro prodotto in Cadore da Lorenzo Barbasetti di Prun e Filippo Zammattio utilizzando le ultime mele coltivate a Sant’Erasmo; il processo è documentato dalla fotografa Camilla Glorioso, trasformando la pratica artigianale in racconto di territorio, memoria e amicizia. Il nome, che in dialetto veneto significa «di nascosto», sintetizza la filosofia del progetto: piccoli gesti di resistenza creativa, realizzati con pochi frutti, ma con grande attenzione poetica e al dettaglio. La terza iniziativa, «Freccia Azzurra», dell’associazione culturale Batipai, è un laboratorio galleggiante in fase di restauro a Chioggia: l’obiettivo è trasformare l’ultimo burcio navigante della laguna in uno spazio vivo e itinerante, capace di ospitare eventi, spettacoli, laboratori e incontri, riportando l’attenzione sulla relazione storica e culturale tra uomo e acqua nella gronda lagunare. Le prime immagini del progetto, scattate su pellicola da Giulia Fassina, saranno raccolte in un libro fotografico in uscita il prossimo anno, offrendo un racconto visivo che lega passato e futuro, memoria e innovazione. Come i fondali della laguna, che affiorano solo in determinate condizioni, queste iniziative emergono dal basso, rivelando un mondo nascosto ma vitale, capace di dialogare con la città e con chi vuole osservare da vicino la creatività indipendente. La presenza di OZIO porta nel progetto un approccio enogastronomico sostenibile e territoriale, lontano dagli effetti speciali e vicino alla concretezza della tradizione, mentre Giovanni Paolin mette a disposizione esperienza curatoriale internazionale e collaborazioni con istituzioni, gallerie e progetti indipendenti, sempre con uno sguardo alla sperimentazione e alla comunità.
Oggi Panorama conferma la sua vocazione: non solo uno spazio fisico, ma un luogo di visione, sperimentazione e scambio, dove la piccola scala diventa strumento di osservazione, la comunità si riappropria di uno spazio culturale e ogni iniziativa, dalle mostre ai laboratori, dalle residenze artistiche alle pubblicazioni, costruisce un panorama di idee, energie e pratiche che attraversano Venezia, il territorio e il mondo. Con «L’erba che cresce dove passa il mondo», Panorama torna a essere laboratorio vivo, ponte tra ricerca, arte e comunità, invitando il pubblico a leggere la città attraverso la lente del verde e delle interconnessioni tra umani e non umani, tra memoria e futuro.
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