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Giulio Paolini, «Vis-à-vis (Amazzone) (3)», 2019

Courtesy Fondazione Giulio e Anna Paolini. Photo: Luca Vianello

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Giulio Paolini, «Vis-à-vis (Amazzone) (3)», 2019

Courtesy Fondazione Giulio e Anna Paolini. Photo: Luca Vianello

L’Amazzone di Paolini conquista Agrigento

L’opera dell’esponente dell’Arte Povera entrerà a far parte delle collezioni permanenti del Museo Archeologico Regionale P. Griffo, «un luogo così perfettamente consonante con la sua stessa natura»

Sarà presentata al pubblico venerdì 5 settembre l’opera «Vis-à-vis (Amazzone) (3)» di Giulio Paolini (Genova, 1940), entrando a far parte delle collezioni permanenti del Museo Archeologico Regionale P. Griffo di Agrigento.

Come dichiara l’artista, le cui opere fin dagli anni Settanta hanno precisi riferimenti alla statuaria classica attraverso calchi in gesso: «Poche volte nella mia lunga carriera sono stato così felicemente sorpreso dall’apprendere che una mia opera trovasse dimora in un luogo così perfettamente consonante con la sua stessa natura. Non avrei potuto immaginare un contesto più affine, e di questo desidero ringraziare coloro che hanno fortemente desiderato e voluto realizzare questa particolare acquisizione». 

Nell’anno di Agrigento Capitale italiana della Cultura, il progetto di acquisizione dell’opera, promosso dal Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi della città, ideato e curato da Giusi Diana e Antonio Leone, è stato realizzato grazie al sostegno del Pac2024-Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Alla presentazione, che sarà introdotta da una conversazione sul rapporto tra arte contemporanea e contesto archeologico, interverranno, tra gli altri, Bettina Della Casa, direttrice della Fondazione Giulio e Anna Paolini di Torino, e il direttore del Parco Archeologico Roberto Sciarratta

«Vis-à-vis (Amazzone) (3)» (2019), composta dalle due metà del calco in gesso della testa di una copia romana dell’«Amazzone ferita», attribuita allo scultore greco Policleto (V secolo a.C.), su due piedistalli accostati ad una tela di grandi dimensioni preparata con un disegno a matita, è stata allestita nella Sala XV del museo, dedicata ad un capolavoro della ceramografia attica: il grande cratere a figure rosse (460 a.C.) del pittore dei Niobidi proveniente dalle necropoli di Gela, raffigurante l’episodio dell’uccisione di Pentesilea, regina delle Amazzoni, da parte dell’eroe Achille.

Redazione, 27 agosto 2025 | © Riproduzione riservata

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