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Una veduta del Musée Picasso a Parigi

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Una veduta del Musée Picasso a Parigi

Entro il 2030 il nuovo Musée Picasso

Il progetto, da 50 milioni di euro, prevede una nuova ala per le mostre temporanee e un ampio giardino di sculture, aperto gratuitamente. Il via ai lavori nel 2028

Luana De Micco

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A soli dieci anni dalla fine del grande restauro che, tra il 2009 e il 2014, permise di rinnovare e triplicare gli spazi espositivi, il Musée Picasso, nell’elegante Hôtel Salé di Parigi, ha annunciato un nuovo importante cantiere, che prenderà il via nel 2028: l’intervento, stimato in 50 milioni di euro, prevede la creazione entro il 2030 di una nuova ala per le mostre temporanee e di un ampio giardino di sculture, aperto gratuitamente, che accoglierà una decina di opere del maestro andaluso. «L’edificio è bellissimo e molto ben tenuto, ma via via ne ho visto i limiti: il museo è stato concepito negli anni ’80 come uno scrigno, non come un luogo di vita», ha spiegato alla stampa francese Cécile Debray, presidente del museo dal 2021. 

Il rinnovamento del Musée Picasso si inserisce in una stagione di profondi cambiamenti per i musei parigini. Il Centre Pompidou ha appena chiuso le porte (con riapertura prevista nel 2030), per un restauro integrale da 260 milioni di euro. Il Louvre ha lanciato il progetto «Nouvelle Renaissance» per migliorare l’accoglienza dei visitatori entro il 2031, ridisegnando gli accessi: è prevista la creazione di un nuovo ingresso dalla Colonnade Perrault e di una nuova sala, sotto la Cour Carré, per accogliere la «Gioconda». Invece, il Grand Palais ha riaperto lo scorso giugno in tutti i suoi spazi, completamente ripensati, dopo il gigantesco e lungo restauro che ne ha rilanciato il ruolo come polo espositivo e sede di grandi eventi culturali. Tutti questi cantieri hanno spesso in comune l’esigenza di conciliare la tutela degli edifici storici e l’adeguamento a standard contemporanei di sicurezza, sostenibilità e accoglienza del pubblico. 

Il Musée Picasso venne inaugurato nel 1985, dopo che gli eredi dell’artista avevano ceduto allo Stato un nucleo eccezionale di opere. È la più importante collezione al mondo di opere di Picasso: oltre 5mila, a cui si aggiungono circa 200mila documenti d’archivio. La sede scelta fu l’Hôtel Salé, straordinaria dimora storica del ’600 (di proprietà della Città di Parigi), al 5 rue de Thorigny, nel cuore del Marais. Al concorso pubblico per il restauro del palazzo, lanciato nel 1974, parteciparono quattro architetti, tra cui anche Carlo Scarpa, insieme a Jean Monge, al Groupe GAU di Roland Castro e Roland Simounet, che poi vinse la gara. Dopo l’ultimo grande cantiere di ristrutturazione di una decina di anni fa (grazie al quale il museo occupa l’intero palazzo), il nuovo progetto «Picasso 2030», annunciato questa settimana, intende ripensare i flussi di visita, migliorare i servizi al pubblico e aprire maggiormente il museo verso la città, oltre che aumentare ancora gli spazi per le mostre. 

Due le componenti centrali del progetto. L’una è la costruzione di una nuova ala, affacciata sulla rue Vieille-du-Temple, che permetterà di raddoppiare la superficie per le mostre temporanee da 400 a 800 metri quadrati «nel rispetto assoluto dell’edificio storico», viene precisato dal museo, e «con standard museografici e tecnici paragonabili a quelli dei grandi musei internazionali». «Questa ala progettata da un architetto selezionato su concorso offrirà spazi luminosi, modulabili e spaziosi, ma anche uffici per il personale del museo, spazi tecnici e un tetto terrazza verde, nel rispetto di uno spazio urbano storico e protetto», si legge ancora. 

L’altra è la creazione di un giardino di 2.300 metri quadrati, che risulterà dalla fusione del giardino dell’Hôtel Salé e del vicino square Léonor-Fini. Il giardino «ripensato da un paesaggista», accoglierà una decina di sculture «originali» di Picasso e sarà aperto gratuitamente. Si tratterà quindi, osserva il museo, del «primo vero monumento a Picasso nello spazio pubblico parigino»: «Ci ispiriamo ai giardini scandinavi, dove è possibile toccare le sculture», spiega Cécile Debray. La costruzione della nuova ala permette di fatto di liberare il piano terra dell’Hôtel Salé, che accoglierà quindi una libreria specializzata in arte moderna e un caffè-ristorante con vista sul giardino (che farà concorrenza a quello del Musée Carnavalet poco distante), nonché degli spazi didattici. Verrà inoltre creata una «rue traversante», un passaggio che collegherà la rue Vieille-du-Temple alla rue de Thorigny, aprendo ulteriormente il palazzo sulla città (come è già stato fatto anche per il Grand Palais e alcuni anni fa per il palazzo della Monnaie de Paris). 

Il museo precisa che il cantiere non beneficerà di fondi pubblici, ma che sarà interamente autofinanziato grazie a fondi privati, attraverso operazioni di mecenatismo portate avanti dalla fondazione del museo presso l’Académie des Beaux-Arts, e al contributo significativo della famiglia Picasso, oltre che a fondi propri del museo. Una scelta che ricalca quanto avviene in altri cantieri di musei parigini, come la futura entrata del Louvre sulla facciata di Perrault, che sarà anch'essa sostenuta in gran parte da fondi privati. 

Luana De Micco, 30 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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