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La facciata della nuova sede della Fondation Cartier, in place du Palais Royal

Foto: Luc Boegly

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La facciata della nuova sede della Fondation Cartier, in place du Palais Royal

Foto: Luc Boegly

Fondazioni, Collezioni, Musei. La nuova mappa dell’arte della Parigi postolimpica

Da alcuni anni il baricentro dell’arte nella capitale francese si sta concentrando nella zona più vicina ai grandi musei storici, tra il Beaubourg e il Trocadéro, passando per gli Champs-Elysées. Il 25 ottobre è la volta della nuova Fondation Cartier

Luana De Micco

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L’apertura della nuova sede della Fondation Cartier, in place du Palais Royal, attesa per il prossimo 25 ottobre, è l’ultimo tassello di un processo che da alcuni anni sta ridisegnando la mappa museale della capitale francese. L’istituzione culturale per la promozione dell’arte contemporanea, fondata nel 1984 dall’imprenditore e collezionista Alain Dominique Perrin, lascia la storica sede del boulevard Raspail, nel XIV arrondissement, per trasferirsi nel cuore della città, a pochi passi dal Louvre, innestandosi strategicamente in una trama ipercentrale già fittissima di celebri musei e istituzioni (compreso il Ministero della Cultura), di grande vitalità culturale e maggiore visibilità. 

In un dialogo tra antico e moderno, la nuova Fondation Cartier occupa il prestigioso palazzo dalla classica architettura haussmaniana dell’ex Louvre des Antiquaires, di cui conserva essenzialmente solo le facciate, interamente rinnovato dall’architetto Jean Nouvel, già artefice dell’edificio di vetro e acciaio, inno alla trasparenza, del quartiere di Montparnasse, dove l’istituzione aveva posto le basi nel 1994. 

A cogliere le potenzialità del luogo è stato del resto anche il collezionista statunitense Peter Freeman che, a ottobre 2024, ha aperto una galleria in rue de Montpensier, nei vicini giardini del Palais Royal. Ha lasciato Montparnasse, già nel 2018, anche la Fondation Henri Cartier-Bresson, che ha scelto come sede la più centrale e accessibile rue des Archives, nel Marais, avvicinandosi alla Maison Européenne de la Photographie (Mep), presente nel quartiere dal 1996. E si prepara a trasferirsi dal XIV arrondissement anche la Fondation Giacometti che, entro il 2028, aprirà un museo dedicato al maestro nell’ex stazione storica degli Invalides, creata per l’Esposizione Universale del 1900, inserendosi in un contesto urbano di prestigio. 

Da alcuni anni il baricentro della geografia dell’arte parigina si sta progressivamente concentrando nella zona più vicina ai grandi musei storici e più ampiamente in un vasto raggio tra il Centre Pompidou, porta d’ingresso del quartiere del Marais, e, seguendo il corso della Senna, si spinge fino al Trocadéro, passando per gli Champs-Elysées. Gli esempi sarebbero diversi. Tra i precedenti più significativi è stata nel 2021 l’apertura della Bourse de Commerce, nel vivace quartiere di Les Halles, dove François Pinault, uomo d’affari, mecenate e collezionista, ha collocato la sua collezione, trasformando un edificio storico, chiuso da tempo e dal destino incerto, in un polo di riferimento per l’arte contemporanea, replicando così l’efficace operazione collaudata a Venezia con la Punta della Dogana. Il tutto stanziandosi nei pressi di un illustre vicino, il Musée national d’art moderne del Centre Pompidou.

La Bourse de Commerce a Parigi. © Pinault Collection - Bourse de Commerce

Nel 2020, la Al Thani Collection Foundation ha scelto place de la Concorde come vetrina permanente, allestendo mostre negli spazi dell’Hôtel de la Marine, monumento storico in stile Luigi XV che il Qatar ha contribuito a restaurare. La riapertura, dallo scorso giugno, del Grand Palais in tutti i suoi spazi espositivi, dopo l’esilio di quattro anni sugli Champs de Mars per l’imponente restauro, ha ricentrato inoltre l’offerta delle grandi mostre e fiere internazionali (i lavori invece continuano nel contiguo Palais de la Découverte). Nel 2022 l’investimento del gruppo fieristico Art Basel a Parigi, con la creazione della nuova rassegna d’arte contemporanea Art Basel Paris, spodestando la storica Fiac, aveva già confermato il ritorno al centro della scena artistico culturale di Parigi, capace di attrarre collezionisti, amatori, esperti, da tutto il mondo. 

Ora è il Centre Pompidou, iconico edificio di Renzo Piano e Richard Rogers, a chiudere le porte per un ulteriore gigantesco cantiere di restauro nel pieno centro della città (la riapertura è prevista per il 2030), che segnerà un nuovo passo nella metamorfosi dei musei parigini, per adattarsi a nuove esigenze espositive e urbanistiche, più a passo con i tempi, gli importanti flussi turistici e le sfide climatiche (nell’attesa di un nuovo importante cantiere al Louvre finalizzato a dare un allestimento più adeguato alla Gioconda). 

Lo stesso percorso, tra i musei nazionali, è stato compiuto di recente tra l’altro anche dal Musée de la Marine, situato nel Palais de Chaillot, riaperto dopo sei anni di lavori nel novembre 2023, arricchendo ulteriormente l’offerta museale del Trocadéro. A sua volta, la Città di Parigi, con fondi propri, statali e operazioni di mecenatismo, ha completato da poco il rinnovo di tutti i suoi musei, dal Palais Galliera al Musée Carnavalet, passando per il Mam, il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris. 

Secondo molti osservatori la Brexit è stata complice di questo movimento, contribuendo a spostare verso la Senna una parte degli interessi e delle dinamiche del mercato dell’arte, facendo così di Parigi la piazza più ambita in Unione Europea sia sul piano espositivo sia su quello commerciale. 

Malgrado la flessione del mercato dell’arte registrata nel 2024, Art Price ha confermato Parigi come quarta piazza mondiale (con un giro d’affari di circa 647 milioni di dollari) e collocato il mercato francese delle aste d’arte al secondo posto al mondo per numero di transazioni. Non a caso le grandi gallerie d’arte internazionali hanno aperto qui le loro nuove filiali, privilegiando i quartieri più chic del centro ovest, tra l’avenue Montaigne e il faubourg-Saint-Honoré, in un’area che già ospita le principali case d’asta. Giganti come Perrotin, Hauser & Wirth, Hélène Bailly, Raphaël Durazzo, o che, come Continua e Almine Rech, hanno «raddoppiato» i loro spazi, conservando anche una sede nel Marais.

Facciata del Musée National de la Marine. © Musée National de la Marine - P. Dantec

Luana De Micco, 28 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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