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«Untitled» (1982) di Jean-Michel Basquiat

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«Untitled» (1982) di Jean-Michel Basquiat

Come va il mercato: 2,6 miliardi, 90 nuovi record

Grazie soprattutto a provenienze griffate le vendite in asta di maggio hanno registrato incassi eclatanti (Warhol 195 milioni, Basquiat 85, Monet 75,9). Ma anche flop eccellenti (Koons, Pollock, Bacon e Picasso). Intanto è partito l’«effetto Biennale»

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Alberto Fiz

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Il re dell’e-commerce, un mitico gallerista degli anni Ottanta morto di Aids, la coppia di divorziati più celebre degli Stati Uniti e una filantropa con un ex marito petroliere. Sono stati loro i protagonisti della saga più appassionante degli ultimi anni con un mercato dell’arte che a New York in nove giorni, dal 10 al 19 maggio, ha sfiorato un incasso complessivo di 2,6 miliardi di dollari (oltre 2,4 miliardi di euro) e 90 nuovi record.

Mai come in questo caso la provenienza è apparsa determinante con le case d’asta che hanno saputo inanellare una serie di super collezioni griffate dando a ogni singolo lotto un’aura indelebile. Del resto, quando sono state presentate opere con pedigree meno eclatanti non sono mancate delusioni anche per nomi altisonanti quali Vincent van Gogh o Francis Bacon. Salvo la categoria degli under 40, soprattutto donne e artisti di colore, che rappresenta il settore più cool del momento, il resto deve molto alla celebrità dei loro proprietari.

Ma andiamo per ordine: la star è stata Andy Warhol con «Shot Sage Blue Marilyn», la sua Marilyn più celebre su fondo blu proveniente dalla collezione del mercante svizzero Thomas Ammann scomparso nel 1993 a soli 43 anni e di sua sorella Doris, che ha gestito l’intero patrimonio sino alla sua morte avvenuta poco più di un anno fa, il 21 marzo 2021.

Ebbene, l’intera collezione (i proventi sono andati in beneficenza) ha ottenuto il 9 maggio da Christie’s, 325 milioni di dollari (la stima massima era di 420 milioni). Di questa somma ben 195 milioni, il 66% del totale, sono stati appannaggio della sola «Blue Marilyn» che in tal modo è diventato il dipinto più costoso di sempre superato solo dal contestato «Salvator Mundi» di Leonardo che il 15 novembre 2017 da Christie’s a New York aveva toccato i 450 milioni di dollari.
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La celeberrima icona replicata infinite volte dall’artista americano è tornata alla casella di partenza visto che ad aggiudicarsela è stato Larry Gagosian che l’aveva venduta ad Ammann nel 1986 per una cifra presumibilmente inferiore a dieci milioni di dollari. Del resto, «Orange Marilyn», che sembra sia stata venduta nel 2018 in trattativa privata al tycoon della finanza Kenneth Griffin per 250 milioni di dollari, il 14 maggio 1998 da Sotheby’s a New York aveva cambiato proprietario per 17,3 milioni di dollari.

Come ampiamente annunciato, insieme a Warhol, l’altro leader è stato Jean-Michel Basquiat con «Untitled» (al centro compare l’immagine di un diavolo) proveniente dalla collezione del giapponese Yūsaku Maezawa che nel 2019, con la sola vendita del 50,1% di Zozotown, il sito per la vendita di abbigliamento online, ha incassato 3,7 miliardi di dollari.

È stato proprio Maezawa il principale sponsor di Basquiat che il 18 maggio 2017 da Sotheby’s a New York ha acquistato per la cifra record di 110 milioni di dollari «Untitled» con un teschio nero su fondo blu; dodici mesi prima aveva speso 57,3 milioni di dollari per il dipinto venduto il 18 maggio da Phillips per 85 milioni di dollari contribuendo in maniera determinante al successo dell’asta che con 225 milioni di dollari rappresenta per la major il risultato più importante della sua storia. Sebbene lontano dal primato, il prezzo di Basquiat, con un incremento del 49% in sei anni (8,2% annuale), non era affatto scontato tenendo conto che nell’ultimo triennio per Jean-Michel ci sono stati scivoloni anche piuttosto clamorosi con invenduti per opere valutate oltre 15 milioni di dollari.

Guanti bianchi, ovvero tutto venduto, per la collezione di Anne Bass, ex moglie del petroliere americano Sid Bass, nota come filmmaker, filantropa e collezionista scomparsa il primo aprile 2020 all’età di 79 anni: sono bastate 12 opere per raggiungere 363 milioni di dollari nell’asta di Christie’s del 12 maggio (durante la medesima giornata, sempre da Christie’s, ci sono voluti 42 lotti per portare il totale della 20th Century Evening Sale a 468 milioni).

Insieme agli ottimi risultati di Edgar Degas e Mark Rothko, si è imposto Claude Monet con tre dipinti tra cui «Le Parlament, soleil couchant» che ha fatto fermare il martello del banditore a 75,9 milioni di dollari, quasi il doppio rispetto alla somma raggiunta nel 2015 nell’incanto di Christie’s a New York per un’altra composizione della medesima serie aggiudicata per 40,5 milioni di dollari.
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Quando va in frantumi un amore di lunga data le case d’asta gioiscono, soprattutto se i due litiganti sono di una ricchezza sconfinata e non trovano un accordo sulla divisione dei beni. È ciò che è accaduto agli arzilli ultraottantenni Linda e Harry Macklowe, che in base alla decisione del tribunale hanno dovuto offrire al miglior offerente i loro dipinti. In questo modo Sotheby’s ha ottenuto il più alto risultato mai raggiunto per una collezione privata: 922 milioni di dollari, superando il totale della raccolta di Peggy e David Rockfeller che nel 2018 da Christie’s aveva totalizzato 835,1 milioni di dollari.

Di questa somma 589 milioni sono arrivati dall’asta di novembre 2021, mentre il 16 maggio i 30 lotti (su 65) rimasti hanno ottenuto 246 milioni di dollari. Se «Untitled», un’opera piuttosto scura di Rothko, ha cambiato proprietario per 48 milioni di dollari, almeno il 30% al di sopra del suo valore, non sempre l’effetto Macklowe è stato così evidente e l’atteso «Autoritratto» di Warhol attraversato dalle immagini di tute mimetiche, si è fermato a 18,7 milioni di dollari facendosi battere da un altro «Autoritratto» della medesima dimensione che si era imposto per 24,4 milioni di dollari nel 2016 da Sotheby’s a New York. In discesa anche Jeff Koons: «Popples», un bambolotto in porcellana con un palloncino blu sul petto, si è fermato a 3,9 milioni di dollari, 700mila dollari in meno rispetto a quanto aveva ottenuto lo stesso «giocattolo» nel 2014 da Phillips a New York.

Ma l’aspetto più delicato è comprendere come atterrino i dipinti top quando non sono protetti dal paracadute di una collezione di prestigio ampiamente pubblicizzata. In questo caso, nonostante le garanzie e le offerte irrevocabili, la situazione cambia radicalmente anche per i big. Il 12 maggio da Christie’s, per esempio, quando l’attenzione si è concentrata sulla performance folcloristica del quasi sconosciuto artista americano Ernie Barnes che con «The Sugar Shack», la sua danza afro, è passato da una stima di 150-200mila dollari a un’aggiudicazione di 15,2 milioni, «Number 31» di Jackson Pollock, un capolavoro del dripping, è stato venduto con pigrizia a 54,2 milioni di dollari con un solo rilancio. Anche «Champs près des Alpilles» di Vincent van Gogh meritava un’attenzione maggiore e l’aggiudicazione di 51,9 milioni di dollari è inferiore di 2,1 milioni rispetto a un paesaggio assai più modesto venduto nel 2015 da Sotheby’s a New York per 54 milioni.
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Il 17 maggio poi da Sotheby’s «Femme nue couchée» di Pablo Picasso, tra le sue migliori opere surrealiste, proveniente dalla collezione del multimilionario Steve Cohen, gestore di hedge fund, ha raggiunto 67,5 milioni, al di sotto delle aspettative, e subito dopo un ritratto di Tamara de Lempicka, «Femme à la robe jaune», è tornato al proprietario iniziale nonostante una richiesta di 5-7 milioni di dollari. Anche il 19 maggio, sempre da Sotheby’s, «Study of Red Pope» di Francis Bacon, già invenduto da Christie’s a New York nel 2017, ha cambiato proprietario per 46,3 milioni di dollari rimanendo lontano dalle stime massime attestate a 60 milioni di dollari.

A New York non è mancato l’effetto Biennale e «The Garden of Parcelsus» di Leonora Carrington, l’artista surrealista che ha ispirato «Il latte dei sogni», è stato aggiudicato il 17 maggio da Sotheby’s per 3,2 milioni di dollari, il doppio delle stime: due giorni dopo, sempre da Sotheby’s, l’americana Simone Leigh, vincitrice del Leone d’Oro, ha decuplicato le valutazioni con «Birmingham», una scultura in terracotta e porcellana venduta per 2,1 milioni di dollari.

Tra gli italiani, la sorpresa è stata il ritorno di Francesco Clemente che il 9 maggio con «The Fourteen Station n. 14», ispirato alla Via Crucis e proveniente dalla collezione di Thomas Ammann, ha stabilito da Christie’s la cifra record di 1,8 milioni di dollari ridicolizzando le previsioni di 80-120 mila dollari (il primato precedente resisteva dal 2006).

Prosegue infine l’euforia per le pittrici giovanissime e l’ultima starlette incoronata dal mercato è la ventisettenne Anna Weyant entrata nella scuderia di Gagosian e in base ai rumor nuova fiamma del settantasettenne Larry. Immediate le reazioni tra i fan e il 19 maggio Anna ha raggiunto da Sotheby’s con «Falling Woman» 1,6 milioni di dollari, (dieci volte le stime), incrociando l’arte fiamminga, John Currin e un pizzico di noir. Un cocktail che, a quanto pare, fa innamorare.

«Femme nue Couchée» (1932) di Pablo Picasso © Sotheby's

Le opere di Mark Rothko e Claude Monet all'interno dell’appartamento di Anne Bass a New York © 2022 Visko Hatfield. Courtesy of Christie’s

«Shot Sage Blue Marilyn» (1964) di Andy Warhol

Alberto Fiz, 07 giugno 2022 | © Riproduzione riservata

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