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Maschera Mukudj del Gabon (Dalton Somaré)

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Maschera Mukudj del Gabon (Dalton Somaré)

Brafa sotto il segno dell’Art Nouveau

Brafa Art Fair torna nella consueta collocazione invernale: su 130 gallerie partecipanti, nove sono italiane

Luana De Micco

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L’edizione numero 68 di Brafa Art Fair, fiera d’arte antica e moderna organizzata dal 1956, torna come da tradizione in inverno, dal 29 gennaio al 5 febbraio, nei padiglioni di Brussels Expo, dopo l’edizione 2022 di giugno, rinviata di diversi mesi a causa della pandemia. Il tema di questa edizione è l’Art Nouveau a cui la capitale belga dedicherà un anno di celebrazioni, ricordando l’inaugurazione nel 1893 dell’Hotel Tassel, iconico edificio progettato da Victor Horta.

A Brafa partecipano 130 gallerie, nove a rappresentare l’Italia. Tra queste, per la prima volta, Ars Antiqua (Milano) allestisce sculture di santi in legno dorato di Stefano Maria Clemente (1719-94), come il gruppo che rappresenta san Giovanni Evangelista, san Giovanni Battista, un angelo con turibolo e re Davide con l’arpa proposto a 28mila euro.

Di Milano sono anche Cavagnis Lacerenza Fine Art, con una statua in marmo di Psiche realizzata da Adamo Tadolini, allievo del Canova, e bottega, Cortesi con «Giroscopio II, 1986-2001» di Arnaldo Pomodoro, Dalton Somaré con una maschera Mukudj di etnia Punu del Gabon (85mila euro la richiesta) e Robertaebasta che espone un caminetto di marmo ed elementi decorativi in bronzo di Gio Ponti (proposto a 95mila euro).
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Sono presenti W. Apolloni & Laocoon Gallery (Roma) con lavori di Leoncillo Leonardi e Franz Kaisermann, e Chiale (Racconigi, Cn), che allestisce una scultura in noce policromo di Hans Klocker (1450-1500). Per i gioielli d’arte, Barbara Bassi (Cremona) porta opere di Buccellati e Arman, e Nardi (Venezia) una collezione di anelli «Maschere» in oro, smalto, pietre colorate e diamanti.

Negli altri stand, De Jonckheere (Ginevra) propone una «Tentazione di sant’Antonio» di Pieter Huys (1519-84) e Taménaga (Tokyo) un «Vaso di fiori» di Odilon Redon (1840-1916). La Galérie de la Présidence (Parigi) allestisce composizioni di Dufy, Matisse e Calder, mentre Osborne Samuel Gallery (Londra) sculture di Henry Moore e Lynn Chadwick. Nello stand di Morentz (Waalwijk, Olanda), sono presentati arredi di design firmati Paolo Buffa, Josef Frank e Gio Ponti. Tra le gallerie belghe, De Brock (Knokke-Heist) propone artisti contemporanei come Julian Opie, Dan Walsh e Terry Winters, mentre Bernard De Leye (Bruxelles) presenta pezzi di argenteria europea dal Cinque all’Ottocento.
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In tema di Art Nouveau, la galleria viennese Florian Kolhammer presenta arredi e oggetti, fra cui un orologio di Gustave Serrurier-Bovy del 1907 ca, in legno padauk africano e finiture in ottone lucido (la richiesta è 28mila euro), mentre Thomas Deprez Fine Arts (Bruxelles) espone il set originale completo di due poltrone e uno sgabello disegnato da Victor Horta nel 1910 per l’imprenditore e orafo belga Philippe Wolfers. Di quest’ultimo la galleria Epoque Fine Jewels (Kortrijk, Belgio) presenta un capolavoro ritrovato, il pavone-diadema del 1902, accanto a opere di René Lalique. Non poteva infine mancare il raffinato stile floreale di Émile Gallé, con il vaso in ceramica dell’Esposizione Universale di Parigi del 1889, proposto da Lennart Booij Fine Art and Rare Items (Amsterdam).

«Psyche» di Adamo Tadolini (Cavagnis Lacerenza Fine Art)

«San Giovanni Evangelista, san Giovanni Battista, un angelo con turibolo, re Davide con l’arpa» (1770-80 ca) di Stefano Maria Clemente (Ars Antiqua)

Luana De Micco, 27 gennaio 2023 | © Riproduzione riservata

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