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Paul Cezanne, «Baigneuses et baigneurs», 1899-1904

© Art Institute of Chicago, Dist. GrandPalaisRmn, The Art Institute of Chicago

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Paul Cezanne, «Baigneuses et baigneurs», 1899-1904

© Art Institute of Chicago, Dist. GrandPalaisRmn, The Art Institute of Chicago

Cezanne, «il padre di tutti noi»

La riapertura della dimora di famiglia in Provenza e dell’atelier è l’occasione per riunire oltre 130 opere «del precursore del Cubismo, del Fauvismo e dell’Arte astratta»

Luana De Micco

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L’opera di Cezanne «irrompe nella storia dell’arte come una meteora nel cielo», scrivono Bruno Ely, direttore del Musée Granet, e Denis Coutagne, presidente della Société Cezanne, in un testo introduttivo alla grande mostra che hanno curato per il Musée Granet di Aix-en-Provence dedicata al padre della pittura moderna: «Cezanne au Jas de Bouffan» dal 28 giugno al 12 ottobre. Si legge ancora: «Nessuno si aspettava la pittura di Cezanne, nessuno l’ha realmente compresa quando lui era in vita, e nessuno saprebbe cosa farne dopo la sua morte, soprattutto ad Aix! La soluzione è di farne un precursore del Cubismo, del Fauvismo e dell’Arte astratta. Cezanne, “padre di tutti noi”. Ma chi era veramente? Come lui stesso disse al figlio nel 1906, una settimana prima di morire, Cezanne rimase “impenetrabile”. E aggiunse persino: “Tutti i miei compatrioti sono asini in confronto a me”».

La mostra, che presenta più di 130 opere, con prestiti da importanti istituzioni da tutto il mondo, e in particolare dai musei degli Stati Uniti, è l’evento principale del programma culturale «Cezanne 2025» che si svolge nella città natale del pittore postimpressionista. È però la riapertura al pubblico, in questi stessi giorni, dopo anni di lavori di restauro, del Jas de Bouffan, la dimora di famiglia, in cui Cezanne visse dal 1859 al 1899, e dell’atelier des Lauves, che l’artista si fece costruire nel 1901 sulle colline di Aix, il vero motore di questo omaggio, che permette in un certo senso alla città provenzale di riprendersi il ruolo centrale che ha avuto nella vita e nell’opera del pittore, benché fu a Parigi che Cezanne incontrò Monet, Renoir, Pissarro, e costruì la sua carriera. «Una mostra era diventata necessaria. Difficile perché poteva basarsi solo su registri diversi: opere giovanili, opere del Grand Salon, primi paesaggi del Parco, ritratti di amici e parenti, nature morte, figure di contadini e giocatori di carte, osservano i curatori. La mostra è stata organizzata in modo tale che ciascuna sezione scenografica comprenda capolavori assoluti accanto a un gran numero di disegni e acquerelli, ognuno dei quali è meraviglioso ma a volte di più difficile accesso. È una mostra difficile da realizzare, quindi, perché copre praticamente tutta la vita del pittore, senza essere una retrospettiva». 

Il percorso di visita offre un viaggio nell’universo creativo e personale di Paul Cezanne (1839-1906), attraverso il legame con la dimora di famiglia che il padre, Louis Auguste Cezanne, benestante banchiere, acquistò nel 1859, e che divenne la «sede principale» dell’attività artistica di Paul per quattro decenni. Qui, immerso nella quiete della campagna provenzale, l’artista poté dedicarsi alla sua arte con dedizione e libertà, lontano dalle convenzioni accademiche e dalle pressioni del mercato parigino, lasciando un’eredità che avrebbe influenzato generazioni di artisti. Il Jas de Bouffan, una «bastide» del Settecento, fu dunque il teatro delle sue prime opere, a cominciare dalle decorazioni murali del 1860 ispirate alle stagioni del Grand Salon, ora ricostituito al Granet, e passando per il celebre ritratto del padre, «Louis-Auguste Cezanne, père de l’artiste, lisant L’Événement» (1866), prestato dalla National Gallery of Art di Washington. Ma fu anche teatro delle ultime creazioni, tra cui le serie mature dei «bagnanti», come «Baigneuses et baigneurs» (1899-1904), conservato all’Art Institute of Chicago. Fu sempre al Jas che, a partire dal 1882, Cezanne sviluppò il tema delle nature morte, tra cui «Pot de gingembre» (1890-93) della Phillips Collection di Washington. Il Musée d’Orsay di Parigi ha prestato uno dei suoi capolavori, «Jouers de cartes» (1890-95), per il quale Cezanne fece posare dei contadini che lavoravano al Jas. Nel percorso sono esposti altri ritratti di famiglia (il Philadelphia Museum of Art ha per esempio prestato «Ritratto di Madame Cezanne», 1883-85), paesaggi, vedute della montagna Sainte- Victoire e della dimora di Aix e del suo giardino (della Národní galerie, la Galleria Nazionale, di Praga è esposto «Maison et ferme du Jas de Bouffan» del 1885-87). Un posto centrale è riservato agli autoritratti, allestiti lungo il percorso in ordine cronologico, tra cui quello «dallo sfondo rosa», del 1875 ca, in arrivo dal Musée d’Orsay, e quello «col cappello di paglia» (1878-79), dal MoMA di New York.

Paul Cezanne, «Ritratto di Madame Cezanne», 1883-85. © The Philadelphia Museum of Art, Dist. GrandPalaisRmn. Philadelphia Museum of Art

Luana De Micco, 24 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

Cezanne, «il padre di tutti noi» | Luana De Micco

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