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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliLa nuova mostra della Collection Al Thani, negli spazi dell’Hôtel de la Marine in place de la Concorde a Parigi, espone per la prima volta una selezione di opere d’arte contemporanea, creando un dialogo con opere antiche, nella mostra «Les Sept Sens célestes», dal 27 giugno al 5 ottobre. Il percorso, curato dallo storico dell’arte tedesco-americano Olivier Berggruen, esplora le nozioni di figurazione, forma, tecnica artista e memoria.
Come evocato dal titolo, il curatore ha selezionato nella collezione qatariota una quarantina di opere, di epoche diverse, sul tema dei sette sensi: la vista, l’udito, il gusto, l’olfatto, il tatto, e i meno noti, che «possono contenere una dimensione immateriale e spirituale», il senso vestibolare (ovvero la capacità di mantenere l’equilibrio nella gravità) e il senso propriocettivo (la capacità di riconoscere e percepire la posizione del proprio corpo nello spazio). È un salto continuo tra passato e presente.
Sono allestite installazioni contemporanea di Edmund de Waal e sculture di Camille Henrot, Cornelia Parker ed Eli Ping. Molti dipinti sono inediti, commissionati appositamente per la mostra parigina a 11 pittori internazionali, poiché, spiega la Collection Al Thani in una nota, «se la pittura è un’arte antica, rimane ancora oggi un mezzo di espressione della nostra condizione esistenziale». Sono: il rumeno Adrian Ghenie, i britannici Andrew Cranston, Louise Giovanelli, Lynette Yiadom-Boakye e Issy Wood, lo svizzero Lenz Geerk, il duo croato Tarwuk, il pakistano Salman Toor, la statunitense Naudline Pierre e due figure della scena artistica italiana, il torinese Guglielmo Castelli e il milanese, di origini etiopi, Jem Perrucchini. Le opere contemporanee entrano in dialogo con una selezione di oggetti antichi, attinti sempre dalla ricca collezione del Qatar, tra cui una serie di sei ritratti di piccolo formato realizzati tra la fine del ’500 e il primo ’600, in particolare una miniatura allegorica dell’atelier di Nicholas Hilliard (1577-1619) e un ritratto di Carlo IX, re di Francia, dipinto su ardesia da François Clouet (1510-72 ca), «che ricorda l’influenza dell’umanesimo nello sviluppo del genere del ritratto».
Le delicate ceramiche dalle forme classiche e moderniste di Edmund de Waal, artista e scrittore inglese (nato nel 1964), per il quale Oriente e Occidente possono incontrarsi nell’arte della porcellana, sono esposte accanto a una rara coppa di Giovanni Ambrogio Miseroni (1551-1616), uno dei maggiori scultori di pietre dure del Rinascimento italiano, attivo tra Milano e Praga, su cui è rappresentato «un elegante corteo di nereidi e tritoni che tira il carro del trionfo di Poseidone e di sua moglie Anfitrite». Una scultura di bronzo dalle forme sinuose della francese Camille Henrot (nata nel 1978) è accostata a una serie di «gogottes», concrezioni di sabbia silicea molto pura tipiche della foresta di Fontainebleau, poco lontano a sud di Parigi, che fu dichiarata riserva artistica nel 1848 dai pittori della Scuola di Barbizon, attratti dai suoi paesaggi e dalle sue rocce suggestive: «Queste curiosità naturali sorprendono per la modernità delle loro forme, si legge ancora nella nota. Frammenti organici o creature in metamorfosi appaiono come un laboratorio sperimentale per la figura umana».

Salman Toor, «After Party», 2019, Collection Al Thani. © Salman Toor; Courtesy of the artist, Luhring Augustine, New York, and Thomas Dane Gallery. Photo: Bizzy Arnott