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Paul Signac, «La Passerelle Debilly», 1903; stima: 4milioni-6milioni di euro

© Christie’s images Limited 2025. Photo: Anna Buklovska

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Paul Signac, «La Passerelle Debilly», 1903; stima: 4milioni-6milioni di euro

© Christie’s images Limited 2025. Photo: Anna Buklovska

Icone in asta da Christie’s durante la Paris Art Week

Tre capolavori firmati Signac, Magritte ed Ernst arriveranno da una rara collezione europea 

Margherita Panaciciu

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In occasione della Paris Art Week, il 23 ottobre prossimo, Christie’s inaugura la settimana di vendite con Moderne(s), une collection particulière européenne, un’asta che propone circa 40 opere provenienti da una prestigiosa collezione privata europea. La selezione, raffinata e coerente, mette in luce le avanguardie del primo Novecento e anticipa una serie di appuntamenti che vedranno protagoniste l’arte moderna, impressionista, contemporanea e del dopoguerra. Tra le opere di spicco già annunciate figurano tre capolavori museali che rappresentano tre momenti cruciali dell’evoluzione artistica europea: «La Passerelle Debilly» di Paul Signac, «Le Ciel passe dans l’air» di René Magritte e «Fruit d’une longue expérience» di Max Ernst.

«La Passerelle Debilly», realizzato da Signac nel 1903, è una delle vedute più emblematiche del paesaggio parigino. Il ponte, costruito per l’Esposizione Universale del 1900, è qui trasformato in una composizione luminosa e rigorosa secondo i canoni del puntinismo. L’opera fu donata da Signac al collega e amico Henri Edmond Cross, condividendo con lui non solo la visione artistica ma anche ideali libertari. Successivamente appartenne al celebre critico d’arte Félix Fénéon. Esposta in istituzioni prestigiose come il Musée de l'Orangerie di Parigi e la Fondation de l’Hermitage di Losanna, non appare sul mercato da oltre 65 anni. La sua stima è compresa tra 4 milioni e i 6 milioni di euro.

«Le Ciel passe dans l’air» è invece un dipinto emblematico del primo Surrealismo di René Magritte, eseguito nel 1927, anno fondamentale per l’artista. In quell’occasione Magritte presentò la sua prima mostra personale alla galleria Le Centaure di Bruxelles, con una prefazione scritta dal poeta e teorico Paul Nougé. L’opera fu acquistata dalla Galerie de L’Époque nello stesso anno e successivamente esposta a New York nella mostra «Homage to Silence or Metaphysica» del 1966. Il dipinto, che incarna già pienamente l’estetica onirica e destabilizzante del maestro belga, è stimato tra 1 milione e 2 milioni di euro.

Max Ernst, «Fruit d'une longue expérience», 1919; stima: 800mila-1.200.000 euro. © Christie’s images Limited 2025. Photo: Anna Buklovska

Completamente diversa per tecnica e spirito, «Fruit d’une longue expérience» di Max Ernst è una delle prime espressioni dell’approccio dadaista dell’artista. Realizzata nel 1919 con materiali non convenzionali, legno dipinto, farina e metallo, l’opera riflette il clima di rottura e sperimentazione che Ernst abbracciò al termine della Prima Guerra Mondiale. Donata nel 1938 al poeta Paul Éluard, venne poi acquisita da Roland Penrose, figura chiave del Surrealismo inglese. Conservata per cinquant’anni nella stessa collezione privata, l’opera è oggi stimata tra 800mila e 1.200.000 euro.

Queste tre opere offrono un’anteprima di una collezione costruita con gusto, visione e rigore, e definiscono il tono di quella che si preannuncia come una settimana straordinaria per il mercato dell’arte internazionale. La sera del 23 ottobre seguirà la vendita Avant-Garde(s) including Thinking Italian, mentre il 24 ottobre si apriranno le aste dedicate all’arte impressionista, moderna, contemporanea e del dopoguerra. Il programma completo sarà annunciato in autunno.

Margherita Panaciciu, 19 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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