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Un museo Thyssen per la pittura catalana

Dopo anni di trattative, finalmente il Museo Carmen Thyssen di Sant Feliu de Guíxols (Girona) è una realtà

Roberta Bosco

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La baronessa, vedova di Hans Heinrich Thyssen-Bornemisza de Kászon, e Carles Motas, sindaco della località della Costa Brava, hanno firmato l’atteso accordo approfittando dell’inaugurazione della mostra allestita nel Monasterio de Porta Ferrada che da sei anni ospita le attività estive dell’Espai Carmen Thyssen, sarà il nucleo della pinacoteca che occuperà anche una nuova costruzione. Per questo motivo, la nuova sede della collezione di pittura catalana dell’Ottocento e del Novecento, che la baronessa Thyssen non ha esitato a definire «la più importante del mondo», non potrà essere inaugurata prima del 2020.

L’operazione costerà 6 milioni di euro, interamente finanziati dal Comune di Sant Feliu, che ha appena acquistato per 740mila euro i giardini intorno al monastero. Il Museo Carmen Thyssen avrà a disposizione un fondo, completamente gratuito, di 400 dipinti, ma ne custodirà circa 170 di artisti come Casas, Meifrén, Mir, Rusinyol, Masriera, Martí i Alsina, Pradilla, Llimona e Galofre: 130 costituiranno la collezione permanente e 40 verranno esposti a rotazione. Oltre a generare un importante impatto sul sistema turistico di una località di soli 20mila abitanti, la pinacoteca condizionerà anche i musei di Madrid e Barcellona, perché la baronessa ha già annunciato che porterà a Sant Feliu «tutta la pittura catalana». È il caso di capolavori come «La cattedrale dei poveri» di Joaquim Mir, finora in prestito a tempo indeterminato al Museu Nacional d’Art de Catalunya, così come «Mediterraneo» (1910) di Joaquim Sunyer, «L’abisso» di Mir e diverse tele di Ramon Casas, finora esposte nel Museo Thyssen di Madrid. 

L’accordo con Sant Feliu mette definitivamente fine all’ipotesi di aprire un museo Thyssen a Barcellona. «Non m’interessa più», ha affermato la baronessa, che ha attutito il colpo assicurando che manterrà l’attuale politica di prestiti e collaborazioni. Per quanto riguarda le divergenze con lo Stato spagnolo relative al deposito delle sue opere nel Museo Thyssen di Madrid, esteso temporaneamente fino al 31 dicembre, Carmen Thyssen ha spiegato che sono in corso trattative per garantire «una maggiore mobilità internazionale della collezione» e forse anche una compensazione economica dopo «vent’anni di prestito gratuito». Dall’accordo, che riguarda 429 opere, valutate più di 460 milioni di euro, sono escluse le 800 acquistate dalla Spagna nel 1993 direttamente dal barone Thyssen.

Roberta Bosco, 15 settembre 2017 | © Riproduzione riservata

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