Flavia Foradini
Leggi i suoi articoliQuella di Ingeborg e Wolfgang Maurer è una collezione costruita a poco a poco nel corso di tre generazioni, a cominciare dal nonno Serafin Maurer, restauratore attivo per diverse istituzioni, fra cui le raccolte Liechtenstein, e professore all’Accademia di Belle Arti. Il suo interesse principale andava al Barocco, e così fu per il figlio Robert.
Pur approfondendo il fulcro su Seicento e Settecento, nei quattro decenni in cui sviluppò la collezione di famiglia il nipote Wolfgang ampliò lo sguardo fino al XIX secolo e in particolare al periodo Biedermeier, prima di decidere assieme alla moglie di lasciare in eredità la raccolta al Belvedere.
Con la morte anche di Ingeborg Maurer nel 2020 si è attivato il testamento, che ha destinato al museo viennese circa 800 oggetti, fra cui 174 dipinti e 375 disegni, nonché sculture, orologi, armi e mobili. Fra i pittori presenti nella collezione spiccano Christian Hilfgott Brand, Martin Johann Schmidt (Kremser Schmidt), Hans Canon, Rudolf von Alt, Johann Baptist Drechsler e Johann Carl von Reslfeld, del quale l’opera «Cristo in croce e sette scene dalla Bibbia» verrà esposta assieme ad alcuni altri pezzi a fine lockdown al Belvedere Superiore.
L’istituzione viennese ha ricevuto inoltre in comodato un corpus di pezzi dalla vasta collezione del mercante d’arte e psicanalista svizzero-ungherese Carl Laszlo, dedicati in particolare al Costruttivismo ungherese, con artisti quali László Moholy-Nagy, Anna Lesznai, Etienne Beothy, Lajos Kassák, Józef Csáky e Sándor Bortnyik.
«Sia la collezione Maurer sia quella di Carl Laszlo rappresentano per il Belvedere un eccellente ampliamento delle raccolte, arricchendo il nostro focus sullo spazio culturale e artistico della Mitteleuropa», ha sottolineato la sovrintendente Stella Rollig.
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