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Matteo Nasini, «Campo sintonico», 2019. Foto: Riccardo Muzzi

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Matteo Nasini, «Campo sintonico», 2019. Foto: Riccardo Muzzi

Soste contemplative lungo la via Francigena

Tre opere d’arte contemporanea sulla strada che conduceva i pellegrini da Canterbury a Roma

Guglielmo Gigliotti

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«Lo spazio del cielo» è un progetto di Coopculture in collaborazione con Arci, destinato a promuovere un turismo fondato sull’esperienza lenta del paesaggio e dell’arte, nel territorio dell’antica via Francigena. Tre opere d’arte contemporanea, inaugurate nel Lazio settentrionale, fungono da stazioni di sosta contemplativa, nonché di riflessione sui valori insiti della strada che, a partire dal IX secolo, conduceva i pellegrini da Canterbury a Roma.

Nel comune di Caprarola, le quattro sculture in acciaio corten, disposte da Matteo Nasini in un bosco su un’altura, intercettano il vento per trasformarlo in sonorità indeterminate («Campo sintonico»). La grande scultura orizzontale in peperino di Elena Mazzi si intitola «300.000 anni in 344 centimetri», perché reca inciso il palinsesto delle trasformazioni geologiche del paesaggio dei dintorni di Vetralla, plasmato, a partire da 300mila anni fa, dalle eruzioni del vulcano vicano.

Le vetrate screziate della guardiola delle ex Terme Inps presso Viterbo sono invece destinate, secondo Alfredo Pirri a «fornire ai passanti una lanterna per orientare il cammino».

Matteo Nasini, «Campo sintonico», 2019. Foto: Riccardo Muzzi

Guglielmo Gigliotti, 20 settembre 2019 | © Riproduzione riservata

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Soste contemplative lungo la via Francigena | Guglielmo Gigliotti

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