Sisma: i progetti da finanziare si decidono a dicembre

1,78 miliardi di euro destinati dal Pnrr alla ricostruzione dell’Aquila e del Centro Italia

Il Parco della Memoria all’Aquila. Foto di Stefano Miliani
Stefano Miliani |  | L’Aquila

La cifra è consistente: il Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, riserva 1,78 miliardi di euro per la ricostruzione dell’Aquila e del territorio colpiti dai terremoti del 2009 e del Centro Italia devastato dal sisma del 2016 e 2017. Si tratta di un Fondo complementare messo a punto il 30 settembre dalla Cabina di Coordinamento Integrata, presieduta dal commissario straordinario per il sisma 2016 Giovanni Legnini. Lo aveva preannunciato il premier Mario Draghi inaugurando all’Aquila, sul lato meridionale del centro storico vicino alla Villa Comunale fra strade che contarono molti morti, il Parco della Memoria in ricordo delle 309 vittime del terremoto del 6 aprile 2009 (progetto di Annalisa Di Luzio e Manfredo Gaeta).

I fondi sono destinati allo sviluppo economico e sociale, non a ricostruire in senso stretto case, palazzi o chiese, e saranno essenziali per creare o ricreare prospettive economiche e di vita sociale, soprattutto per evitare, nei piccoli paesi, il rischio di ricostruire «nel vuoto» (nella foto a sinistra, il paese di Visso nel settembre 2021). Il Fondo distingue due voci principali: la Macro misura A è pensata per creare «Città e paesi sicuri, sostenibili e connessi», con fondi per un miliardo e 80 milioni; la Macro misura B alla voce «Rilancio economico e sociale» prevede gli altri 700 milioni.

I campi d’intervento in realtà si intrecciano tra loro per cui non si può disgiungere la «rigenerazione urbana e territoriale» dal migliorare «l’accessibilità ai beni culturali» né dal riqualificare le aree Sae, i villaggi provvisori delle cosiddette «Soluzioni abitative in emergenza» (con l’auspicio che chi vi abita possa tornare nelle proprie case in tempi certi). Andando più in dettaglio sugli stanziamenti: nell’area A 185 milioni sono riservati all’«Innovazione digitale»; 235 milioni devono «ammodernare e rendere conformi ai nuovi standard sismico-energetici sia edifici pubblici che di proprietà dello Stato e gestiti dal Demanio»; 335 milioni sono per «infrastrutture e mobilità»; 325 milioni devono migliorare ambienti urbani e spazi pubblici pensando alle relazioni sociali e agli effetti del cambiamento climatico, e comprendono i depositi di beni culturali recuperati dal terremoto 2016 a Camerino, Rieti, Spoleto e quello di opere non esposte dal 2009 del Munda-Museo Nazionale d’Abruzzo all’Aquila.

I 700 milioni della macro Area B sono suddivisi così: 380 devono sostenere le «attività economiche e produttive», incluse artigianato, agricoltura e filiera agroalimentare; 180 milioni raggruppano «cultura, sport, turismo e inclusione» (s’intende per esempio il rendere accessibili vari luoghi a chi è svantaggiato) e potranno ricorrervi il Terzo settore, oltre a imprese ed enti pubblici; la voce «Valorizzazione ambientale, economia circolare, ambiente e ciclo delle macerie» ha a disposizione 60 milioni (incluse foreste e gestione corretta di macerie non ancora smaltite); infine 80 milioni riguardano «attività di ricerca, trasferimento tecnologico e sviluppo delle competenze sul territorio». Il via libera spetta al Ministero Economia e Finanza, ed entro dicembre la Cabina di regia del Sisma 2016 ha in calendario l’individuazione degli interventi da finanziare, forse il capitolo più delicato.

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