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Una veduta aerea del borgo di Cesi (Tr)

Photo: Euromedia

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Una veduta aerea del borgo di Cesi (Tr)

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Il borgo di Cesi come luogo di «ritiro creativo» per architettura e design

Con il progetto «Paz-Esperienza Cesi» il Comune di Terni punta a ripopolare il sito umbro, promuovendo servizi che consentano a intellettuali, designer, antropologi, archeologi, amministratori, giornalisti e artisti di lavorare in loco

Stefano Miliani

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Fra Terni e l’affascinante sito romano di Carsulae, a oltre 430 metri d’altitudine nell’Umbria meridionale il borgo di Cesi si inerpica a mezza costa sui Monti Martani. In questo centro d’impianto medioevale ancora integro è in corso un progetto per contrastare lo spopolamento che attanaglia tanti paesi e zone rurali. Con quali strumenti? Attraverso programmi di formazione per designer, architetti e progettisti, sostenendo il recupero di case per abitarvi o accogliere turisti, favorendo servizi per lavorare in loco. Il progetto, «Paz-Esperienza Cesi», è uno dei 21 bandi finanziati dal Ministero della Cultura con il Bando Borghi del Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza. La dizione completa è «Cesi 2026-Cesi porta dell’Umbria, porta delle meraviglie: open doors for outdoor».

Frazione del Comune di Terni, dal 13 al 15 luglio il borgo avrà un campus per aspiranti designer cui parteciperanno intellettuali, designer, antropologi, archeologi, amministratori, giornalisti e artisti: tra i nomi segnalati dai promotori figurano il poeta e «paesologo» Franco Arminio, il sindaco di Castenaso (Bo) nell’Emilia-Romagna Carlo Gubellini, i designer Chiara Zhu, Matteo Carboni, il gruppo Utilità manifesta, l’archeologo responsabile degli scavi di Carsulae Massimiliano Gasperini. Il campus si chiama «Urbanesimo e zone rurali. A Cesi (Terni) gli eredi di Gae Aulenti e Giò Ponti pensano a come ri-disegnare i borghi per farli ri-vivere», ma gli organizzatori chiariscono che il rimando ai due architetti è da intendersi solamente come riferimento ai giovani laureandi aspiranti designer che parteciperanno al campus.

«Il progetto è partito a fine 2021 con uno dei bandi per il recupero dei borghi dell’allora ministro della Cultura Dario Franceschini», spiega Gianluca Diamanti, giornalista che si occupa della comunicazione per il Comune di Terni. Ogni Regione adottò un sito (le Province di Trentino e l’Alto Adige uno ciascuno, ad esempio), l’Umbria scelse Cesi. «La filosofia è valorizzare culturalmente e paesaggisticamente il luogo per un ripopolamento reale. Qui erano rimasti 200-250 abitanti, qualcosa si è mosso», dice il giornalista e ricorda che il finanziamento ammonta a 20 milioni di euro: «Sono fondi europei attinti dal Ministero della Cultura a “Next Generation Eu” dentro il Pnrr. Non abbiamo dovuto intervenire con cofinanziamenti»

«Avamposto della civiltà umbra dall’800 al 200 a.C., Cesi è al centro di itinerari archeologici poco conosciuti e paesaggisticamente spettacolari», fa sapere Diamanti. Come i resti delle mura monumentali di Clusolium del popolo umbro sulla vetta del Monte Torre Maggiore. «Pensiamo anche a pacchetti turistici con la Valnerina, con le cascate delle Marmore, con Spoleto, con comuni come Acquasparta e con un eremo che era della famiglia Cesi». Tra i programmi avviati, Diamanti cita la ristrutturazione in corso di un piccolo museo parrocchiale: con opere della diocesi, tra cui una Madonna lignea altomedioevale del Maestro di Cesi, diventerà il Museo delle Terre Arnolfe

Un tempo l’economia di Cesi si reggeva su allevamento, pastorizia, coltivazione dell’olivo, la legna del bosco. «Ora puntiamo su sport all’aperto. Ci sono vie per l’arrampicata, abbiamo potenziato il parapendio, le attività per le bici da montagna ed elettriche, quelle di speleologia per le grotte, i cammini religiosi come quello, molto frequentato dagli escursionisti, al convento francescano dell’eremita di Cesi (d’inizio ’200, Ndr)».

Come accogliere i visitatori? «Il Comune di Terni ha dato un contributo di 70-80mila euro a testa a chi ristruttura le abitazioni per la ricettività, ha dato 80-90mila euro ad almeno cinque-sei persone perché comprassero casa come prima abitazione e si trasferissero a Cesi, prosegue il giornalista. Abbiamo dato contributi per gli affitti, per attività commerciali, hanno già aperto un palazzo, un auditorium, due ristorantini. In un grande convento si fanno attività sociali come coworking, un centro per anziani e mettiamo in piedi una scuola di design; nell’altro convento, piccolo ma in posizione panoramica, dovrebbe nascere un residence artistico. Senza dimenticare la gastronomia locale: abbiamo coinvolto Slow Food Umbria e tra i progetti c’è l’Accademia della bruschetta. Vogliamo rivitalizzare il paese».

Nella nota stampa Francesco Maria Giuli, riportato come ideatore, afferma che con il «Laboratorio Cesi» l’invito è rivolto a designer e chi studia design per produrre progetti ispirandosi «al contatto/ricordo/impatto con la vita nel borgo di Cesi». Il centro umbro aspira quindi a diventare una sorta di «ritiro creativo» per l’architettura e il design. Chi partecipa, raccomanda Giuli, «dovrà rispondere ad alcune domande». Ad esempio: «Come immaginiamo la vita in un borgo moderno e di quali oggetti funzionali avremmo bisogno per viverci? Quali potrebbero essere i contenuti metafisici, trascendenti, dell’abitare un borgo? Il borgo potrebbe migliorare la vita degli uomini che lo abitano?».

Il sito archeologico di Carsulae, non lontano da Cesi (Tr). Fonte ufficio stampa Comune di Terni

Stefano Miliani, 08 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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