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Coinvolge otto luoghi d’arte l’ottava edizione di Milano Asian Art (entra anche il Mudec)
L’ottava edizione di Milano Asian Art (dal 12 al 31 maggio) si arricchisce della presenza del Mudec-Museo delle Culture, che si aggiunge al Poldi Pezzoli, da tempo compagno di viaggio della manifestazione, e alle sei gallerie specializzate che vi prendono parte.
Se il Poldi Pezzoli punta sulla sua collezione di netsuke e okimono e (nella Sala degli Orologi) sul singolare orologio a cassetta giapponese, il Mudec mette a disposizione il suo patrimonio d’arte dell’Asia orientale sia nel percorso permanente che nei depositi visitabili.
Nelle gallerie si spazia da «Immagini. Focus sull’Illuminato», in cui, da Dalton-Somaré, si esplora l’immagine del Buddha lungo i secoli (dal Gandhara Storico alle espressioni delle aree nepalese, himalayana e tibetana e, a sud, dell’India e penisola Indocinese) ai «Samurai» di Giuseppe Piva, che presenta armi e armature di quei guerrieri giapponesi, fino alle meravigliose sculture fittili (tra le quali due cammelli del VI secolo e una coppia di elefanti del X-XIII secolo) esposte da Mirco Cattai nella mostra «Terrecotte per l’eternità».
Preziosi netsuke vanno in scena alla Galliavola, che in «Demoni ed eroi» presenta una collezione di queste minuscole sculture accomunate dalla compresenza di eroi della cultura cino-giapponese e dei loro demoniaci nemici, mentre Sorgato, nella rassegna «Il dipinto danzante», esplora il mondo dei batik rituali indonesiani, esposti accanto a rari oggetti sacri e cerimoniali. Renzo Freschi, infine, punta sugli «Intrecci giapponesi – L’arte del bambù» esibendo 15 aeree «sculture» eseguite con questo materiale da antichi maestri e da artisti contemporanei.
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