Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Laura Giuliani
Leggi i suoi articoliDal 7 ottobre i sarcofagi in marmo bianco provenienti dalla regione di Saida e allestiti in un gioco di specchi che ne moltiplicano l’immagine all’infinito, sono tornati finalmente visibili al pubblico, insieme con altri capolavori dell’arte funeraria, nella nuova ala del museo al piano seminterrato dell’edificio.
Rimasta chiusa al pubblico per oltre quarant’anni dall’inizio della guerra civile nel 1975, la nuova ala si estende su una superficie di circa 700 mq ospitando reperti che vanno dalla preistoria (100mila anni fa) all’epoca ottomana (XVIII-XIX secolo): sarcofagi, stele, gioielli, cippi e altri monumenti commemorativi testimoniano così l’evoluzione dell’arte funerararia in Libano.
Il progetto di apertura del piano seminterrato è il frutto della collaborazione del Ministero della Cultura libanese e della Direzione Generale delle Antichità insieme con l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo/Ministero degli Affari Esteri della Cooperazione Internazionale che ha contribuito al finanziamento.
L’allestimento porta la firma dell’architetto Antonio Giammarusti, mentre il restauro della famosa Tomba di Tiro, una delle attrattive maggiori del museo con gli splendidi affreschi di epoca romana, è stato eseguito da Giorgio Capriotti.
Altri articoli dell'autore
Grazie alla raccolta fondi lanciata mesi fa, è stata riallestita la sala con il ricco corredo della sepoltura scoperta da Ernesto Schiaparelli a Deir el-Medina nel 1906
Il 12 e il 13 dicembre appuntamento al Palazzo del Popolo per l’incontro Internazionale di Studi sulla Storia e l’Archeologia dell’Etruria
Dal 30 ottobre al 2 novembre appuntamento all’ex Tabacchificio Cafasso per la manifestazione dedicata al turismo archeologico giunta alla 27ma edizione
Come per un abito di alta sartoria, la realizzazione di una teca richiede conoscenza, precisione e molta cura per i dettagli. Patrizia Venturini della Goppion ci racconta com’è nato il progetto di collaborazione con il Grand Egyptian Museum per il quale l’azienda lombarda ha prodotto oltre 150 vetrine «intelligenti» e su misura, con vetri invisibili a elevatissima tenuta



